Inquinanti atmosferici e polline

La combinazione tra inquinanti atmosferici e allergeni pollinici, che è presente nell’aria delle grandi città è responsabile del progressivo aumento delle malattie allergiche respiratorie che si è verificato negli ultimi anni e, inoltre è causa dell’aggravamento dei sintomi delle malattie respiratorie, quali la rinite, l’asma bronchiale allergica e le broncopneumopatie croniche.

È importante quindi che le pubbliche amministrazioni adottino un’effettiva politica di prevenzione delle patologie allergiche respiratorie nelle città, che deve basarsi non solo sulla riduzione del tasso dei principali inquinanti atmosferici ma anche sul contenimento della carica di pollini allergizzanti. Si tratta cioè di creare un Verde Urbano Ipoallergenico, che si realizza con una programmazione lungimirante: creando nuovi spazi urbani con piante non allergeniche e sostituendo, negli spazi verdi già esistenti le piante morte con specie non allergeniche.

Il 40 per cento della popolazione, ossia circa tre milioni di persone, vive in aree densamente popolate o lungo strade molto trafficate e inala regolarmente troppe polveri fini. I valori limite prescritti dalla legge sono spesso violati. Le affezioni delle vie respiratorie sono tra le principali conseguenze per la salute.

Pollini e inquinanti atmosferici

Un’eccessiva esposizione agli inquinanti atmosferici può danneggiare la nostra salute. In Svizzera, si stima avvengano 3’700 decessi precoci ogni anno a causa dell’inquinamento dell’aria. Un buon 40 per cento della popolazione, circa tre milioni di persone, inala regolarmente troppe polveri fini nocive, perché vive in zone densamente abitate o lungo strade molto trafficate. I valori limite fissati nell’Ordinanza contro l’inquinamento atmosferico vengono spesso, a volte anche massicciamente, superati. Le conseguenze più frequenti sono disturbi a livello cardiocircolatorio e malattie alle vie respiratorie.

La componente più pericolosa

Le polveri fini sono considerate oggi la componente più pericolosa dell’inquinamento atmosferico. Una parte delle minuscole particelle viene immessa direttamente nell’atmosfera (p.es. fuliggine), il resto viene generato nell’aria in seguito a interazioni chimiche con altre sostanze. Con PM10 si indicano le particelle più piccole, dal diametro inferiore al centesimo di millimetro, che riescono a penetrare in profondità nei polmoni e da lì entrare nella circolazione sanguigna. Il 44 per cento delle emissioni annuali di PM10 è provocato da processi di combustione, in particolare dai motori diesel e dal fuoco di legna. In estate si aggiunge anche l’ozono ai pericoli per la salute.

Effetti sugli allergici

La scienza e la medicina partono dal presupposto che il continuo aumento delle malattie allergiche registrato negli ultimi decenni sia da ricondurre a una combinazione di fattori, tra cui la predisposizione genetica e forse anche lo «stile di vita occidentale». Si stanno accumulando gli indizi secondo cui le reazioni allergiche sono per lo meno favorite da determinate sostanze nocive.

«Gli studi condotti hanno dimostrato che il carico di sostanze nocive è un ulteriore fattore di aggravio dell’asma infatile e peggiora i sintomi», conferma la prof. Charlotte Braun-Fahrländer dell’Istituto di medicina sociale e preventiva dell’Università di Basilea. Gli studi SCARPOL su ampia scala da lei diretti non hanno però finora dimostrato che gli inquinanti atmosferici sono la causa dello sviluppo dell’asma infantile. «Dal punto di vista epidemiologico, per il raffreddore da fieno e la sensibilizzazione allergica non è possibile affermare che esista un rapporto di causa-effetto con gli inquinanti atmosferici.»

Pollini e particelle – una combinazione aggressiva

È stata invece dimostrata in recenti studi di laboratorio l’interazione tra particelle di polvere sospese nell’aria e pollini: i pollini delle zone inquinate sono ricoperti di sostanze nocive, che alterano il loro contenuto allergenico e possono rafforzarne l’effetto. I ricercatori dell’Università Tecnica di Monaco di Baviera hanno recentemente dimostrato coi loro esperimenti che i granuli di polvere e altre particelle contenenti proteine vengono talmente modificati dagli ossidi di azoto e dall’ozono (nitrazione) da provocare con maggiore facilità allergie. Gli ossidi di azoto e l’ozono sono componenti dello smog estivo creato dal traffico. Se queste sostanze raggiungono alte concentrazioni, negli allergici ai pollini si nota di regola un aumento dei disturbi. L’effetto nocivo sulla salute della reazione chiamata nitrazione non è tuttavia stato finora spiegato in modo conclusivo.

Fonte @pollenundallergie.ch

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