– Scarica in formato PDF il DISCIPLINARE MARRONE DELLA VAL DI SUSA IGP
Il Marrone della Valle di Susa IGP è un frutto che si ottiene dagli ecotipi della zona di produzione come il “Marrone di San Giorgio di Susa”, “Marrone di Meana di Susa”, “Marrone di Sant’Antonino di Susa”, “Marrone di Bruzolo” e “Marrone di Villar Focchiardo”. Quando è immesso al consumo, il marrone presenta una forma ellissoidale con una faccia piatta e una più convessa, la parte esterna è color marrone con striature più scure. All’interno, la polpa è bianca con una superficie priva di solcature contraddistinta da un sapore gradevole e dolce.
Metodo di coltivazione
I terreni dove si coltiva il Marrone della Valle di Susa sono situati dai 350 ai 1.050 m di altitudine. La densità degli impianti non può superare le 120 piante per ettaro per i vecchi impianti e 150 piante per ettaro per i nuovi. La raccolta dei frutti è svolta a mano o con l’ausilio di mezzi meccanici e inizia dal 20 di settembre per concludersi il 10 novembre. Prima di essere immesso al consumo, entro 30 giorni dalla raccolta, il marrone è sottoposto alla “curatura”, un lavaggio in acqua a temperatura ambiente per un periodo dai 2 agli 8 giorni; oppure a caldo, consistente nell’immersione dei frutti in acqua a 48 C° per 50 minuti e successivamente tenuti in acqua fredda per altri 50 minuti. Questo processo è finalizzato ad aumentare la buona conservazione del prodotto.
Legame tra il prodotto e il territorio
Nella Valle di Susa, la coltivazione degli alberi di castagno risale all’epoca romana, ma divenne famosa solo nel Medioevo, tanto che alcune fonti storiche fanno riferimento al “castagneretus de Templeriis”. Alla fine del 1800, il Marrone della Valle di Susa divenne famoso in tutto il Paese e anche oltre oceano, grazie ai primi migranti che iniziarono ad importarle negli Stati Uniti d’America. Ancora oggi, nonostante il massiccio spopolamento della zona negli ultimi anni, la coltivazione e la vendita dei Marroni costituisce una delle attività più redditizie.