– Registro nazionale dei paesaggi rurali storici del MIPAAF
Motivazione dell’Iscrizione
L’area è compresa nei confini amministrativi del Comune di Tolfa e si estende per 16.588,22 ettari.
Il paesaggio di Tolfa è un mosaico di matrice medievale di elevato valore ecologico e percettivo, derivante dalla giustapposizione di tessere di campi chiusi a seminativo, e soprattutto di pascoli e di bosco.
Questo territorio è – per la sua natura di proprietà collettiva a supporto dell’economia di sussistenza delle famiglie residenti – condensatore di una moltitudine di pratiche agricole tradizionali che affiancano l’attività prevalente dell’allevamento brado di razze autoctone bovine ed anche equine (bovini maremmani e cavallo tolfetano).
Nelle trame del paesaggio pastorale dei butteri s’intessono quelle della selvicoltura, presente nelle forme di allevamento a ceduo fittamente matricinato e a fustaia, e in parte minore alla cerealicoltura non irrigua, condotta ancora oggi con un basso livello di meccanizzazione.
Anche la presenza del bosco è testimoniata fin dall’antichità.
Gestito fin dal passato, conserva ancora quelle caratteristiche storiche per le quali può essere considerato un artefatto umano, Infatti oltre ad avere permanenze relittuali di foreste primarie, le maggiori estensioni sono dedicate a particelle che costituiscono il prodotto di secoli di accurate scelte selvicolturali.
Si tratta di un paesaggio plasmato dall’uso antico dell’uomo, dalla presenza di animali allo stato brado e da alcune attività artigianali, di conciatura e lavorazione delle pelli da una parte, e di produzione di paleria dall’altra, nonché tutta una serie di altre attività minori di raccolta e trasformazione dei prodotti del bosco, quali funghi, tartufi, asparagi e legname, connesse agli usi civici collettivi, rispettivamente, di fungatico, erbatico e legnatico.
Va infine segnalata la presenza dell’Università Agraria di Tolfa nata dalla riunione, avvenuta nel 1868, delle due Università preesistenti, l’Università degli Agricoltori e Boattieri e l’Università di Mosceria (piccoli possidenti di bestiame bovino ed equino), in una unica “Università degli Agricoltori e Possidenti di bestiame”. L’Università Agraria di Tolfa possiede circa 8000 ettari di cui 1400 sono condotti direttamente dall’ente.
Integrità
Nonostante le trasformazioni che si sono verificate a partire dal secondo dopoguerra, l’area nel suo complesso ha un buon grado di integrità paesaggistica.
L’elemento di maggior rilievo e dei cambiamenti paesaggistici è costituito dalla riduzione del pascolo e dei prati permanenti che si sono ridotti del 35% a partire dal 1954 a favore dei seminativi e dei boschi.
Sono ancora presenti comunque oltre 3300 ettari di pascoli e prati stabili e nel complesso nel 68,6% dell’area si è conservato l’assetto paesaggistico del secondo dopoguerra.
L’elevato grado di integrità identificato tramite l’analisi VASA è attestato dall’appartenenza dell’area alla classe V.
Gestione
Un ruolo importante nella per la conservazione del paesaggio viene svolto dall’Università Agraria della Tolfa che per il periodo 2013-2028 ha redatto un piano di gestione che interessa il patrimonio boschivo costituito da circa 2378 ettari di superficie boscata, circa 2300 ettari di superficie a pascolo e circa 489 ettari costituenti l’Azienda Agricola condotta direttamente dell’Università Agraria.
La presenza dell’Università sembra essere pertanto un elemento che potrà consentire in futuro una gestione del territorio orientata alla conservazione del paesaggio rurale tradizionale e all’eventuale ripristino delle sue caratteristiche.
Raccomandazioni
Particolare attenzione dovrà essere prestata alla conservazione dell’integrità del paesaggio cercando di contrastare fenomeni di abbandono e di intensificazione colturale che potrebbero comprometterne l’integrità.
Utile potrebbe essere anche il coinvolgimento in progetti di conservazione del paesaggio tradizionale dei comuni limitrofi come accaduto nel caso del progetto LIFE Monti della Tolfa.
È inoltre importante che gli interventi di tutela e valorizzazione siano estesi anche agli elementi minori del paesaggio quali i muretti a secco e le staccionate tradizionali alla Tolfetana.
Bisognerà anche evitare che il sovrapporsi di vincoli di varia natura (idrogeologico, paesaggistico e piani di gestione ZPS) pongano vincoli ad interventi di manutenzione del paesaggio volti alripristino di alcuni elementi di tipo tradizionale
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