Fagiolo gentile di Labro PAT del Lazio

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO

Specie erbacea appartenente alla famiglia delle Papilionaceae, genere Phaseolus, specie P. Vulgaris L., entità sottospecifica ecotipo “fagiolo gentile”. La varietà è rampicante, caratterizzata da pianta a fusto volubile con radice fittonante, foglie composte da tre foglioline peduncolate e fiori piccoli bianchi con sfumature violacee; il baccello di colore verde alla maturazione assume una colorazione giallastra quando essiccato.

Il numero dei semi è mediamente di 4 ma in alcuni casi possono essere presenti anche 8 semi. Il legume dalla forma reniforme e sapore particolarmente delicato, presenta colore bianco avorio uniforme che tende al color nocciola con il passare del tempo; il tegumento è sottile e l’ilo è bianco con bordo marrone. Alla cottura, che avviene in tempi brevi ed a fuoco lento, la buccia si presenta sottile e tenera, ed infatti alla degustazione non si percepisce la presenta della buccia e la pasta risulta cremosa e vellutata.

Il termine gentile, che denota la notevole delicatezza del fagiolo, ipoteticamente può essere ricondotto a diversi fattori: dalla sensibilità alle variazioni climatiche e del terreno, alla tenerezza del tegumento non percettibile alla degustazione, alla variazione di colore del legume, dal bianco-avorio a nocciola, quando rimane a contatto con aria e sole durante la conservazione o allo sviluppo di muffe superficiali ed interne allorquando il legume, ancora sulla pianta, si bagna con l’acqua piovana.

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Periodo di Produzione

La semina viene praticata verso la fine di aprile e intorno alla metà di maggio (tradizionalmente il 12 maggio in corrispondenza della festa patronale di San Pancrazio); la maturazione e la raccolta sono scalari ed avvengono tra il mese di settembre ed ottobre

Mercato di riferimento

Prevalentemente locale

Storia tradizionale del prodotto

Gli anziani contadini del posto ancora oggi coltivano il fagiolo gentile, grazie ad una attenta riproduzione del seme presso le proprie aziende. L’irrigazione per scorrimento, sfrutta da sempre l’acqua del torrente Forma, che sorge dalle montagne che sovrastano il paese; l’irrigazione tradizionalmente praticata ogni 10-15 giorni a seconda delle condizioni climatiche iniziava di notte e terminava la mattina, oggi avviene ogni 5-6 giorni con inizio la mattina.

Gli anziani contadini del posto ancora oggi coltivano il fagiolo gentile, grazie ad una attenta riproduzione del seme presso le proprie aziende. Gli stessi ricordano come ogni anno il comune di Labro desse in concessione ai contadini del luogo un appezzamento di terra suddiviso in piccoli lotti, sui quali la principale coltura era quella del fagiolo gentile.

Rimane traccia nei “Verbali di deliberazione del commissario prefettizio” di Labro, del 4 ottobre 1953 e del 18 marzo 1957 che hanno come oggetto “Asta pubblica per affitto beni rustici patrimoniali” in cui si ha premura di sottolineare l’immediata eseguibilità dell’atto “in modo da dare agio agli affittuari di fare eseguire tempestivamente la lavorazione stagionale trattandosi di terreni seminativi”. Gli appezzamenti menzionati sono quelli siti in località Campette, in cui ancora oggi si riscontra la maggior quantità di terreno investito a fagiolo gentile.

Ricorrenze

Dal 1972 il comune di Labro organizza, in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna del Rosario, la “Sagra del Fagiolo “Gentile di Labro” che si tiene nella seconda metà di agosto con relativa gara gastronomica in cui i fagioli sono i protagonisti. Ne rimane testimonianza nel diploma conseguito alla signora Gina Curini in qualità di “cuoca benemerita di FAGIOLI CON LE COTICHE”, datato 17 settembre 1972.

Amaretti PAT Lazio

Dolci di forma tondeggiante e colore dorato, ottenuti dalla lavorazione di mandorle dolci e amare, albume e zucchero. Le mandorle, previa macinatura vengono amalgamate con gli altri ingredienti e una volta pronto l’impasto questo viene posta sull’ostia a piccole porzioni. La cottura avviene per 20 minuti a 180°C. Gli Amaretti vantano una lunga tradizione: introdotti…

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Cacioricotta di bufala PAT Lazio

Formaggio dalla forma cilindrica e pezzatura da 100-300 g, stagionato da un minimo di 60 giorni fino a 1 anno (tipologia da grattugia). Ha sapore da dolce a salato a seconda della stagionatura. La Cacioricotta di bufala è prodotta con una tecnica di lavorazione ibrida, a metà tra quella del formaggio e quella della ricotta.

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