Il castello di Grinzane Cavour
Il Castello di Grinzane Cavour è ricordato principalmente per esser stata la dimora del Conte Camillo Benso, ma in merito al Castello di Grinzane in se, non sono disponibili molte informazioni sulle sue origini e ancora oggi esistono dubbi sul reale anno di costruzione. Molti determinano il castello, una fortezza risalente al XIII secolo, mentre altri lo collocano più avanti con la prima parte di torre risalente al 1350 e la restante parte realizzata in epoca successiva. Tuttavia risulta del tutto plausibile l’ipotesi che torre principale fu costruita inizialmente e la restante parte dell’architettura, venne realizzata in seguito andandone a costituire la maestosità del suo complesso seppur mantenendo una certa armonia.
Indicativamente nei primi del quattrocento, il castello ed i terreni circostanti, appartennero ai Marchesi di Busca e questo è stato determinato grazie al reperimento di alcuni stemmi nobiliari rinvenuti negli anni, sotto gli intonaci di alcune stanze. Il Castello di Grinzane Cavour negli anni passò tra le mani di alcune figure nobili dell’epoca, ma di questo periodo non vi è molta documentazione fino all’Ottocento, quando il castello fu la residenza di un noto personaggio rinascimentale che porta il nome di Camillo Benso, Conte di Cavour.
Lo statista giunse alle porte del castello nel 1830 dove fu ospitato degli zii che al tempo i proprietari, la famiglia De Tonnerre. Benso venne Incaricato così di amministrare i beni della famiglia, dove dimostrò spiccate capacità di gestione e organizzative, con una forte attenzione alle nuove acquisizioni scientifiche. Grazie a lui venne data all’agricoltura locale, una nuova impronta con integrazioni determinanti per il territorio di un tempo. Tracciò nuovi canali irrigui e introdusse nuovi sistemi di coltivazione più razionali. Fece piantumare nel territorio circostante qualcosa come duecentomila nuove viti, dopo aver tentato di introdurre la coltivazione della barbabietola. Divenne sindaco del comune di Grinzane nel maggio del 1832 alla giovane età di ventidue anni, dove vi restò in carica fino al lontano febbraio del 1849.
La Filosofia del Ristorante
Piemontese e Provenzale, dalla collina alla montagna e dal mare alla campagna, la “Cucina di Confine” dello Chef Marc Lanteri, prende ispirazione dalle sue origini e da un’infanzia trascorsa nel piccolo paese di Tenda, poco oltre il confine con la Francia, dove è nato e cresciuto acquisendo la sua prima impronta. Tenda è situato in un territorio montagnoso, storicamente Italiano, con un forte legame al vicino mar mediterraneo, il paese passò poi alla Francia nel 1947 in seguito alla seconda guerra mondiale.
L’estro creativo dello Chef Lanteri nasce dall’intuizione e dall’istinto del momento. Quanto appreso viene reinterpretato partendo originariamente dalla tradizione e con l’utilizzo di materie prime del territorio, nel pieno rispetto delle sue stagioni. Il suo stile è unico e inconfondibile, capace di esaltanti riletture della tipicità, caratterizzate dalle sue personalissime ed estrose innovazioni.
L’equilibrio dei suoi piatti costituisce un risultato sorprendente, che rievoca l’emozione di un gusto legato al ricordo di un tempo, reso unico e moderno dalla mano dello Chef, piatti tipici e memorabili come il vitello tonnato, la battuta al coltello, la tradizione della pasta all’uovo, fino alle esaltanti pietanze a base di tartufo bianco d’Alba.
LA SCELTA DELLE MATERIE PRIME
Lo Chef ricerca nella qualità delle sue materie prime, anche la tipicità culturale e soprattutto la territorialità dei prodotti che utilizza all’interno della sua cucina, affinchè il loro impatto sull’ambiente sia il più basso possibile, ma soprattutto affinchè ogni cosa possa arrivare in tavola con la fragranza e la freschezza di un frutto appena raccolto in piena maturazione e nella sua naturale stagionalità.
Chef MARC LANTERI
Lo Chef Marc Lanteri da anni entrato nella cerchia degli Chef stellati Michelin, nasce nel 1968 a Tenda, un piccolo paesino poco oltre il confine del Piemonte, nel versante Francese della Valle Roya, dove vivono profondamente le radicate origini italiane. Il suo cammino culinario viene determinato dall’infanzia, grazie ad una madre preziosa depositaria dei segreti della cucina tradizionale e da un padre, sapiente cultore della genuitità dei prodotti di un territorio ricco e generoso di primizie.
Rivelatosi alla Scuola Alberghiera di Mentone, Marc inizia un intenso percorso formativo affiancando alcuni tra i più grandi interpreti della cucina contemporanea quali Alain Ducasse, Christian Morisset, Michel Rostang, Enzo Santin, Annie Feolde, e Paolo Teverini, che tracceranno in lui e nel suo stile, delle profonde linee guida.
Da ognuno di loro Marc apprenderà con umiltà e determinazione l’arte della grande cucina ed avrà occasione di vivere sul campo delle esperienze uniche, che ne determineranno la sua impronta ed il suo stile. Ancora oggi lo Chef Lanteri persegue i suoi obiettivi con la sua indole di instancabile ricercatore del gusto, della tipicità e dell’eccellenza, che hanno portato il suo stile ad un’armonia eccelsa e dinamica di sapori espressi nel pieno rispetto di questo territorio.
Fonte @marclanteri.it
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