Bergomum sarebbe stata fondata da famiglie dei Cenomani, di stirpe orobica. Fu municipio della regione XI (Transpadana). Sede vescovile dalla metà del 4° sec., poi presa e saccheggiata da Attila (452), si riprese e fu centro di ducato longobardo; in epoca franca fu sede comitale, poi nei sec. 10° e 11° ebbe a capo il vescovo. Costituitosi il governo cittadino, fu retta da fazioni aristocratiche, venute poi in lotta con le classi popolari: questo favorì la progressiva invadenza dei Visconti, ai quali fu soggetta dal 1329, seppur non sempre come signoria diretta. Nel 1412 fu assediata da Facino Cane e nel 1419 dal Carmagnola, che nel 1427 la conquistò per Venezia. Nel 1797 Napoleone l’aggregò alla Repubblica Cisalpina, quindi al Regno italico. Seguì poi le sorti della Lombardia sotto la dominazione austriaca.
La città medievale, corrispondente alla B. alta e sviluppatasi dal municipium romano, era dominata dalla rocca viscontea (1331) e cinta da mura. Dopo la conquista veneziana (1430) si determinò l’attuale assetto urbanistico: il perimetro murario fu ricostruito (1561) e il palazzo della Ragione (sec. 12°, ampliato nei sec. 15° e 16°) divenne elemento di snodo tra la piazza Vecchia (dove nel 1611 fu eretto il palazzo Nuovo, di V. Scamozzi) e l’area del duomo, su cui si affacciano i maggiori monumenti (S. Maria Maggiore, sec. 12°-13°; cappella Colleoni, 1476). La città bassa si sviluppò soprattutto nel sec. 19° (palazzo dell’Accademia Carrara, sede dell’importante Pinacoteca; teatro Donizetti) e subì un consistente riassetto urbanistico e architettonico durante il periodo fascista, con numerosi interventi di M. Piacentini.
Fonte @ Enciclopedia Treccani