La storia di Mantova non ha una data certa d’inizio e anche i primi fondatori sono incerti, ma, al contrario, il mito della fondazione della città è legato a doppio filo con la storia della profetessa Manto, che la tradizione greca vuole figlia dell’indovino tebano Tiresia. Le vicende narrate nel mito vedono una dicotomia di questo personaggio (come anche accadde per quello di Longino): fonti greche narrano che Manto, fuggita da Tebe, si fermò nell’attuale Turchia; altre invece descrivono il suo arrivo, dopo lungo errare, nel territorio, allora completamente palustre, che oggi ospita la città. In questo luogo creò un lago con le sue lacrime; secondo la leggenda queste acque avevano la magica proprietà di conferire capacità profetiche a chi le beveva. Manto avrebbe incontrato e sposato la divinità fluviale Tybris (il Tevere) re dei Toscani, e il loro figlio Ocno (detto anche Bianore) avrebbe fondato una città sulle sponde del fiume Mincio chiamandola, in onore della madre, Mantua. Questa versione mitica della fondazione della città di Mantova è riportata nell’Eneide di Virgilio. Secondo un’altra ipotesi Mantova fu fondata da Tarconte che derivò il suo nome da Manth, dio etrusco, signore dei morti del pantheon tirreno.
Il mito della fondazione di Mantova trova spazio anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri nel XX Canto dell’Inferno, nel quale Dante stesso e la sua guida mantovana Virgilio incontrano gli indovini. Proprio indicando una di queste anime, Virgilio descrive i dintorni della città, il Lago di Garda ed il corso del Mincio che si tuffa nel Po a Governolo per affermare, riferendosi alla leggenda dell’indovina Manto:
Fer la città sovra quell’ossa morte; e per colei che ‘l loco prima elesse, Mantüa l’appellar sanz’altra sorte.
XX canto dell’Inferno di Dante
MANTOVA ETRUSCA E ROMANA
Le prime tracce di un possibile stanziamento abitativo nell’area della futura Mantova risalgono al Bronzo Recente/Finale (Menotti – Pau – Tirabassi, Primi elementi del Bronzo Finale sull’isola di Mantova, PPE, Atti del X Incontro di Studi, vol. II, 2012), attorno all’XI-X secolo a.C.
Nel VI secolo a.C. si sviluppò la città etrusca all’interno di un territorio dove numerosi sono i siti archeologici con tracce della civiltà etrusco-padana, il più importante dei quali è il Forcello, nel vicino comune di Bagnolo San Vito.
Dopo la dominazione dei Cenomani vi fu la conquista dei Romani avvenuta nel 214 a.C. Divenuta colonia, assurse al titolo di città libera dopo la promulgazione della Lex Iulia de civitate del 90 a.C. che estese la cittadinanza romana agli abitanti delle colonie e divenne municipium dal 47 a.C. Il 15 ottobre del 70 a.C. ad Andes, piccolo villaggio nei pressi di Mantova, nacque Virgilio (Publio Virgilio Marone). Nonostante questi importanti eventi, la Mantua romana rimase ai margini, secondaria rispetto a città vicine come Verona e Cremona.
Come già nella capitale dell’Impero romano anche a Mantova giunse il messaggio cristiano. Nel 37 fu martirizzato Longino, il centurione romano che ferì al costato Gesù e che divenne custode del suo sangue e alcuni anni dopo giunse a Mantova e vi predicò, Barnaba, autore del vangelo apocrifo Gli Atti di Barnaba. La dominazione romana durò per secoli. Una recente scoperta archeologica in Piazza Sordello, il pavimento di una sontuosa domus romana del I o II secolo d.C., sembra rivalutare l’importanza della Mantua d’epoca romana.
Nel 452 a Governolo si svolse il celebre incontro nel quale Papa Leone I fermò l’avanzata verso Roma di Attila.