PASCOLI ARBORATI

I pascoli arborati sono in netto contrasto con le brulle steppe. Forse i più famosi sono le dehesas e i montados di Spagna e Portogallo, che ancora ricoprono ampie zone (50–60.000 km²) della penisola iberica.

Le dehesas derivano dalla graduale scomparsa dei querceti sempreverdi. Solo alcuni esemplari di querce da sughero Quercus suber punteggiano il paesaggio qua e là, a intervalli regolari, per offrire ombra e ghiande al bestiame e una costante fornitura di legname e sughero agli agricoltori locali.

In passato gli appezzamenti di prato aperto venivano usati a rotazione per coltivare cereali come grano, avena e orzo, permettendo di mettere a riposo il suolo impoverito dopo il primo raccolto. Ogni inverno le pecore venivano condotte a valle dai pascoli estivi per pascolare all’ombra delle querce.

Questa antica tradizione di transumanza era una volta pratica comune in tutta Europa, ma era particolarmente importante per le dehesas. La loro complessa struttura, associata a una gestione dinamica, offre una ricca varietà di habitat e microhabitat alle specie selvatiche.

Il rigogolo Oriolus oriolus, la ghiandaia marina Coracias garrulus e l’upupa Upupa epops sono un avvistamento frequente durante tutto l’anno.

In inverno giungono migliaia di cicogne bianche Ciconia ciconia, gru Grus grus e altri uccelli che migrano in queste zone per fuggire ai rigidi climi del nord.

La popolazione di mammiferi è altrettanto eterogenea e comprende molte specie di selvaggina come il cinghiale, il coniglio e il cervo che, a loro volta, attirano la furtiva lince pardina Lynx pardinus o il lupo iberico Canis lupus ssp. signatus, e grandi uccelli rapaci come l’aquila imperiale iberica Aquila adalberti.

In altri angoli d’Europa i pascoli arborati hanno ospitato alcune attività stagionali, come la raccolta del fieno e il pascolo estivo, ampliando la flora e la fauna presenti. In Svezia, ad esempio, esistono ancora piccole macchie di praterie arborate lungo il confine con zone agricole. Nel sud del paese, molti pascoli accolgono ancora grandi querce secolari.

Fino ad almeno il diciottesimo secolo era illegale per chiunque—tranne per il re—abbattere questi preziosi alberi. Molte delle querce oggi rimaste probabilmente erano già presenti nel periodo di re Gustavo III.

Le vecchie querce nodose offrono un rifugio sicuro e ideale per centinaia di insetti rari, licheni e funghi tra cui lo scarabeo eremita Osmoderma eremita, che trascorre tutta l’esistenza nella cavità di un solo albero e fa una comparsa fugace solo in estate per accoppiarsi.

FONTE @NATURA 2000 – Proteggere la biodiversità in Europa

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