RISERVA NATURALE … GIÀ DAL 1971
La Valle dell’Orfento è situata in Abruzzo nel Comune di Caramanico Terme (Pescara), sul versante nord-occidentale della Majella. Agli inizi degli anni ’70 è diventata Riserva Naturale dello Stato ed attualmente ricopre una superficie complessiva di 2606 Ha. Insieme alle altre Riserve istituite in seguito in aree limitrofe, oggi il territorio tutelato e gestito dai Carabinieri Forestali raggiunge 10000 ettari che costituiscono il cuore del Parco Nazionale della Majella (istituito nel 1995) ovvero la parte di maggiore valenza naturalistica.
Quello della Valle dell’Orfento è l’unico canyon della Majella ad avere un corso d’acqua perenne che dà vita ad uno dei più affascinanti habitat di questo massiccio. Non a caso è stato scelto il Merlo acquaiolo come simbolo della Riserva: un uccello che proprio in questo ambiente vive cibandosi di larve di invertebrati acquatici, indicatori di ambienti fluviali integri, che cattura con spettacolari evoluzioni subacquee nelle impetuoso acque dei fiumi di montagna.
IL QUERCETO
Nella parte più bassa della Riserva ritroviamo un querceto in cui domina la Roverella. Biancospini, Ginestre, Rose selvatiche si accompagnano a specie erbacee dai colori vivaci: Primule, Campanule, Orchidee, Anemoni e Garofani. Tra le specie animali si possono incontrare mammiferi, cinghiali, Tassi, Volpi, Faine, Caprioli e maestosi Cervi o uccelli come il melodioso Rigogolo, Il Picchio verde, la Ghiandaia e l’acrobatico Sparviere oltre ad una grande varietà di invertebrati.
LA FAGGETA
A partire da 800-900 metri di quota, il Faggio sostituisce la Roverella con fitte formazioni boschive. Qui trovano rifugio l’Orso bruno marsicano ed il Lupo che vivono indisturbati nelle zone più selvagge. Accanto ai grandi predatori ed alle loro prede, Cervo e Capriolo, qui vivono anche altri predatori più piccoli come la Martora ed il Gatto selvatico o, tra gli uccelli, l’Astore e l’Allocco. Tra i faggi più maturi trovano riparo diverse specie di picchi e uccelli poco diffusi come la Balia dal collare. Tra i vegetali: Ciclamini, Viole, Ranuncoli nelle zone in cui il bosco è più fitto; Epilogi, Genzine, Gigli in quelle aperte. Notevole la presenza di anfibi e rettili. Dove le imponenti bancate rocciose si alternano al bosco vivono importanti specie protette come l’Aquila reale, il gracchio alpino o il Gracchio corallino ed una piccola rara piante carnivora, la Pinguicola.
LA MUGHETA
Al di sopra della fascia del faggio, oltre 1800-1900 m di quota, si estendono formazioni di Pino mugo. Eccezionale la presenza
ALTA QUOTA
Le avversità climatiche diventano estreme e la copertura vegetale rada e sparsa; il paesaggio qui assume un aspetto lunare, le specie animali e vegetali che sono riuscite ad insediarsi sono tra le più rare: la Stella alpina appenninica, la Soldanella minima sannitica, l’Adonide ricurva e il Papavero montano fioriscono tra le rocce, mentre tra gli animali si spossono osservare l’Arvicola delle nevi, la Vipera dell’Orsini, il Fringuello alpino, il Sordone, il Piviere tortolino ed il funambolico Camoscio appenninico.
TESTIMONIANZE STORICHE
Nel corso di centinaia di migliaia di anni, i fenomeni erosivi generati dalle acque del fiume sulle pareti calcaree hanno prodotto una serie di sgrottamenti e ripari sotto roccia che fin dalla Preistoria diedero riparo alle popolazioni umane. Ma le testimonianze più importanti, ancora evidenti, sono quelle risalenti al periodo medievale, quando eremiti in cerca di solitudine e silenzio raggiunsero la valle, edificando proprio nelle sue grotte eremi e piccoli romitori. Se ne conoscono 9 nella sola Valle dell’Orfento: alcuni non più accessibili e di cui non rimangono evidenze, altri particolarmente importanti e significativo come l’Eremo di San Giovanni, frequentato dall’eremita Pietro da Morrone, divenuto poi famoso come Papa Celestino V. Attraversando i pascoli delle zone più basse, si incontrano le capanne in pietra a secco dalla caratteristica forma a “trullo” (tholos), punti di sosta e di stazzo dei pastori che ci lasciano testimonianze peculiari del paesaggio agro-pastorale della Majella.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
In tempi più recenti, durante la seconda guerra mondiale, la Valle dell’Orfento, così come tutta la Majella, è stata teatro di vicende storicamente importanti. A Caramanico, tra il 1943 ed il ’44 centinaia di fuggitivi di svariate nazionalità sono stati accolti ed accuditi dalla popolazione che si è distinta per ospitalità ed umanità. Questi straordinari fatti sono documentati nel libro “Povera gente, poveri noi” racconto del caporalmaggiore neozelandese John Evelyn Broad che, insieme ad altri compagni, nel ’43, si è rifugiato in questo “spaventoso canyon” durante l’occupazione nazista.
Turismo Termale a Caramanico Terme
Borghi d’Italia – Caramanico Terme
Vedi Classificazione Aree Naturali Protette
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