Proverbi del Lazio

I proverbi, in quanto patrimonio di conoscenze acquisite con l’esperienza di generazioni, davano conforto e sicurezza alla società che li utilizzava perché preparavano ad affrontare i diversi aspetti della realtà, anche negativi, e superarli.

Rassegna dei più belli e famosi proverbi Laziali

  • Quann’è vvizzio nun è ppeccato.
  • Quanno anche la merda avrà valore i poveri nasceranno sensa culo.
  • Quanno la bocca magna e er culo renne, in culo alle medicine e a chi le venne.
  • Quanno te dice male mozzicheno pure ‘e pecore.
  • Quanno te sveji co’ quattro palle, er nemico è alle spalle.
  • Quel che non viene in un anno viene in un’ora.
  • Quello che nun strozza ‘ngrassa.
  • Rigala émmorto e ddonato sta ppe’ mmorì.
  • Roma è ‘na città devota, ogni strada un convento, ogni casa ‘na mignotta.
  • Roma fu fatta un po’ pé’ vorta.
  • Sacco vôto nun s’aregge dritto.
  • Se la schiuma rimane tu vattene, ma se la schiuma va via, tu rimani, che il vino è buono.
  • Se mi nonno c’aveva le rote era ‘na cariola.
  • Se mi nonno c’aveva tre palle era ‘n flipper.
  • Se non esce Cristo, non esce manco San Sisto.
  • S’è rovinato il presepe .
  • S’è scinciat’ i’ pr’ssep’.
  • Se sei papera … vai all’acqua.
  • Se sei una gallina raspi in terra .
  • Se stava mejo quanno se stava peggio.
  • Se ti ha morsicato la serpe, hai paura anche della lucertola.
  • S’è trovato con il sedere dolorante e senza ciliege .
  • S’è truwat’ cui cui rutt’ i senza cirasa.
  • Se tte ‘ncazzi e poi te scazzi è tutto ‘n cazzo che tte ‘ncazzi.
  • Se tutti i passeri conoscessero il fico, il contadino che mangerebbe?
  • Seee… e mo’ se coce ‘sto riso.
  • Si la schiuma r’mana, tu uatténn’, ma si la schiuma s’ n’ ua, tu r’mani, ca l’ uin’ è bbón’.
  • Si moro e poi arinasco prego Dio de famme rinasce a Roma mia.
  • Si ‘na ciocca d’ magli’.
  • Si n’n esci Crist’, n’esci manc’ San Sist’
  • Si nun è zuppa è pan bagnato.
  • Si nun sei re, nun fa’ legge nova e lassa er monno come se trova.
  • Si Roma c’avesse er porto Napoli sarebbe ‘n orto.
  • Si si caglina.. ‘ndera raspi.
  • Si si pap’ra… all’acqua vai.
  • Si t’è muzz’cat’ la serpa, té paura pur’ d’ la lancerta.
  • Si tutti i passiri cunuscess’n’ alla fica, gli uillan’ che s’ magnaria?
  • So tutti froci cor culo dell’altri
  • Sono finite le noci a Bacocco
  • Sott’ la pianta d’ cércia, ci raccolli l’ cerci.
  • Sotto la panza la mazza avanza.
  • Sotto la pianta di quercia puoi trovarci solo altre querce .
  • Sta’ colli piedi ‘nde le scarpe tua.
  • Stai calmo merlo che il cespuglio è lungo .
  • T’ scrocc’ n’ mii rei d’ret all’ cord’ d’i cogli!.
  • Tanto va la gatta al lardo che ce lascia lo zampino.
  • Te fai come l’antichi che se magnaveno le cocce e buttaveno li fichi.
  • Tè tutt’ l’ cord’ d’ i cogli d’ i padr’.
  • Ti tiro un mela avariata dietro alle corde del collo .
  • Trist’ quann’ gl’om’ sa mett’ l’ sal’ alla m’nestra
  • Triste quando l’uomo sa mettere il sale alla minestra
  • Troppi galli a cantà, nun se fa mai giorno.
  • Tu sei il cachì ma a me non “allappi” .
  • Tu si cachì ma a mi n’ m’ allappi.
  • Tua zia si prostituisce e tua madre le tiene i conti .
  • Tutte le strade porteno a Roma.
  • Ua circhènn’ Maria pu Roma!
  • Uai circhènn’ a chi s’ c’è mórt’ la mamma i gli padr’
  • Uo’ bben’ a ddui: a chi ci dà i a chi n’n ci pèt’.
  • Uomini rossi e cani pezzati si devono uccidere appena nati.
  • Va cercando Maria per Roma .
  • Vai cercando chi ha la madre e il padre morti .
  • Vuole bene a due: a chi gli dà e a chi non gli chiede.

Proverbi Siciliani Ci vonnu l’agghi pì vicini

Cosa vuol dire Ci vonnu l’agghi pì vicini? Non c’è niente di meglio di un bel proverbio siciliano per svagarsi un po’. I modi di dire della nostra bellissima isola sanno essere molto seri e profondi, ma anche scanzonati. In alcune circostante, strappano una risata, una di quelle che scaturiscono da constatazioni sincere. Prendete, ad esempio, il detto di…

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