La storia
L’isola dell’Asinara conserva testimonianze archeologiche risalenti al Neolitico, visibili presso Piano Campo Perdu, Campo Faro, La Reale.
Più diffusi i segni di una significativa frequentazione antropica in epoca romana. Nella Naturalis Historia Plinio il Vecchio menziona per la prima volta l’Asinara denominandola “Herculis Insula”, esonimo esteso poi anche alla piccola isola Piana.La maggiore concentrazione di tracce risalenti a questo periodo si riscontrano nell’area del Lazzaretto, un’ampia pianura affacciata sul migliore approdo dell’Asinara, quello di Cala Reale.
La cronologia di queste testimonianze – metà I a.C. – e la loro posizione, fanno pensare che lo strutturarsi dell’insediamento romano presso l’isola sia da riconnettere con la fondazione di Turris Libisonis (Porto Torres) e con l’interesse a sfruttare le ricche riserve di granito grigio presenti nelle zone di Cala S. Andrea e Cala Reale.
Nel basso medioevo l’isola si spopolò a causa delle incursioni degli arabi. Durante la cosiddetta età giudicale – quando, attorno alla metà del Mille, la Sardegna venne suddivisa in 4 regni o giudicati, a loro volta suddivisi in curatorie – fu compresa nella curatoria della Nurra, posseduta dai Doria e frequentata da comunità di pescatori.
Nel 1325 fu sequestrata ai Doria e successivamente, nel 1331, venne concessa a Sassari come zona di pascolo. Durante le guerre tra Aragona ed Arborea l’isola fu teatro di operazioni belliche e rimase poi deserta.
I pescatori che la frequentavano non furono in grado di evitare che diventasse base per le flotte di pirati, che continuarono a sbarcare sull’Asinara per tutto il secolo successivo.
Allorché la Sardegna passò sotto il dominio dei Savoia, fu revocata la concessione a Sassari e si diede inizio a un tentativo di colonizzazione e popolamento dell’isola, avviando alcune attività agricole. L’esperimento non ebbe buon esito e a partire dall’800 l’isola venne utilizzata prima come lazzaretto e poi come colonia penale.
I BENI
CAMPO PERDU – DOMUS DE JANAS
Le domus de janas – letteralmente case delle fate – sono strutture dalla funzione ancora incerta (tombe o dimore?) di età neolitica. Presso Campo Perdu si ritrovano i resti ben conservati di una domus de janas pluricellulare a sviluppo centripeto, la testimonianza più antica di frequentazione antropica dell’Asinara.
La presenza in questa zona di un substrato calcareo morbido ha facilitato la realizzazione della domus ma, al contempo, non ha favorito la conservazione di altri reperti utili a fornire maggiori indicazioni riguardo alle attività della piccola comunità neolitica che si insediò in questo sito.
IL SISTEMA DELLE TORRI COSTIERE
Il complesso delle torri costiere dell’isola è parte del sistema realizzato per garantire una migliore difesa del territorio dalle incursioni dei corsari.
La più antica delle torri è quella di Isola Piana, posta sull’omonima isoletta tra le coste della Sardegna e quelle dell’Asinara. Si tratta di una costruzione cilindrica di 11 m, edificata nel 1595 e contraddistinta da un discreto stato di conservazione.
In seguito – tra il 1609 ed il 1610 – a nord dell’isola furono costruite le torri di Trabucado, di Cala d’Oliva e Cala d’Arena, delle quali solo la prima mostra ancora buone condizioni di stabilità. Tutte e tre hanno una struttura tronco conica ed un diametro interno di circa 4 m; erano destinate alla difesa ed alle segnalazioni.
GLI INSEDIAMENTI
Fra il 1768 e il 1885 vengono realizzati i principali insediamenti abitativi nell’Isola. Nella baia di Cala d’Oliva, localizzata nel tratto superiore della costa orientale, fu edificato un piccolo borgo per l’accoglienza di un nucleo di famiglie di pescatori provenienti da Camogli.
I beni d’interesse storico-architettonico presenti all’interno del centro abitato sono la Chiesa – costruita sui resti di un’altra cappella, la cui esistenza era accertata già nel 1842 – e il Cimitero, realizzato certamente prima del 1885.
All’interno di Cala Reale – situata nella porzione superiore dell’isola – si creò agli inizi dell’800 un insediamento per ospitare alcune famiglie di pescatori e pastori. Tra i beni d’interesse storico architettonico vi sono il Palazzo Reale – residenza utilizzata dai Savoia, oggi sede del Parco Nazionale dell’Asinara – l’ospedale e la cappella, edificata per rispondere alle esigenze dei numerosi prigionieri austroungarici che qui vennero ricoverati nel corso della Prima Guerra Mondiale.
LE STRUTTURE SANITARIE E DI DETENZIONE
In seguito alla ripartizione territoriale dell’isola fra il Ministero della Marina – per la creazione di strutture sanitarie di quarantena – e il Ministero dell’Interno – per la realizzazione di una Colonia Agricola di Pena – ebbe luogo l’edificazione di un considerevole numero di fabbricati e la trasformazione ed integrazione di quelli preesistenti.
In particolare le strutture connesse alla Stazione Sanitaria Marittima richiedevano tipologie ed infrastrutture specializzate, all’epoca anche di notevole valore medico-scientifico.
Per questo motivo vennero realizzate ex-novo e costituiscono tutt’ora, anche se in grave stato di decadenza, il patrimonio architettonico più importante dell’isola.
Viceversa l’adeguamento di precedenti strutture insediative di carattere agro-zootecnico alle esigenze della nuova Colonia Agricola ha determinato interventi edilizi di tipo sparso e più puntuali, limitati alla realizzazione delle cosiddette “diramazioni” per l’alloggiamento dei detenuti e degli agenti di custodia.
Esistono inoltre sull’isola anche testimonianze non prettamente “architettoniche” ma comunque importanti perché espressione significativa dell’attività degli abitanti in quel determinato periodo storico: rientrano tra queste i “segni” dei campi di prigionia della Prima Guerra Mondiale e le modificazioni del terreno realizzate per consentirne la coltivabilità, quali le regimentazioni idriche di Campo Perdu o i terrazzamenti in prossimità di Case Bianche.
Fonte @ Ministero dell’Ambiente