L’Area Marina Protetta di Portofino si estende attorno all’omonimo promontorio compreso nei comuni di Camogli, Portofino e S. Margherita Ligure. Sito ASPIM e LTER, è suddivisa in tre zone A, B e C ognuna a diverso grado di accessibilità. La costa appare in tutto il suo incanto: scorci suggestivi e piccole insenature con la vegetazione che lambisce il mare. Lungo il fronte meridionale si creano falesie sommerse che scendono rapidamente ad elevate profondità, favorendo una ricchezza di microhabitat raramente riscontrabile in Mediterraneo. Il consorzio di gestione è formato da: Città Metropolitana di Genova, Comune di Camogli, Comune di Portofino, Comune di Santa Margherita Ligure, Università degli Studi di Genova.
Natura e ambiente
La natura dell’Area Marina Protetta di Portofino è tutta da scoprire, e per farlo non c’è niente di meglio di una visita il più possibile approfondita. La vita nel mare e sulla costa può affascinarci, se solo dedichiamo un pò di tempo all’osservazione, con organismi singolari e che mutano spesso aspetto in base alle condizioni ambientali, alla stagione e al momento del giorno.
La costa
Il Promontorio di Portofino ha uno sviluppo costiero di 13 chilometri circa. Piccole porzioni di costa non fanno parte dell’area tutelata e, pur conservando uno speciale fascino, risultano maggiormente antropizzate. Sono quelle dove si trovano i Borghi di Portofino, San Fruttuoso e Porto Pidocchio che tuttavia, dal punto di vista territoriale, costituiscono un tutt’uno con l’area protetta, arricchendola con tesori artistici e architettonici unici al mondo.
In questo particolare lembo di liguria coesistono due entità geologiche distinte: il conglomerato “puddinga” di Portofino e il calcare del Monte Antola, entrambe rocce sedimentarie formatesi in ere geologiche diverse. Esistono inoltre coperture quaternarie, soprattutto nella zona di contatto tra il conglomerato e il calcare.Le coste dell’area marina protetta sono in gran parte molto ripide, quasi a precipizio, soprattutto nella parte sud più esposta al mare aperto, mentre altre, nelle aree C vicine ai centri abitati (Camogli, S. Margherita e Paraggi), si immergono più dolcemente nel mare; in queste zone sono presenti piccole spiagge e calette.
Se si osserva la costa non passa inosservato che lungo il Promontorio di Portofino spesso la terra è un tutt’uno con il mare senza soluzione di continuità, nel senso che il mondo vegetale emerso arriva letteralmente in alcuni punti a “toccare” le acque marine. Che poi questo ambiente sia in perfetta armonia viene testimoniato dalla ricchezza di specie che vivono negli ambienti costieri, e che si adattano chi più chi meno, a situazioni limite (vita su scogli in assenza di substrato o in condizioni di forte salinità). Dove esiste la copertura di terra, in alcune zone già a qualche metro dal livello del mare, si sviluppa una rigogliosa macchia mediterranea con alberi anche imponenti di leccio (Quercus ilex). In altre zone, invece, maggiormente assolate compaiono pini d’Aleppo (Pinus halepensis) e piante xerofile.
Le pozze di Marea
La flora delle pozze di marea
Le alghe più comuni nelle pozze di marea sono Cystoseira compressa, Sargassum vulgare, Ellisolandia elongata e altre corallinales ramificate. Spesso si rinviene anche Dictyota dichotoma e alcune volte Padina pavonica e l’alga aliena Acrothamnion preissii, un alga riconoscibile per il suo bel colore rosso. Nelle pozze dove la concentrazione di nutrienti è maggiore, per apporti di vario tipo, si possono osservare alghe verdi filamentose e Ulvacee come Ulva laetevirens. Si tratta comunque di alghe che non risentono ovviamente troppo di variazioni nei sali disciolti e di temperatura.
La fauna delle pozze di marea
Le pozze di marea, oltre che alghe, possono ospitare animali in grado di spostarsi da queste al mare. In generale però gli organismi che le abitano hanno comunque capacità di adattamento maggiori di quelli che vivono negli altri ambienti marini. Ad esempio il gamberetto Palaemon elegans, che si trova spesso nelle pozze, sopporta senza apparenti sofferenze, ma solo per brevi periodi, temperature dell’acqua, letali per molte altre specie (33°).
Questi limitati microambienti possono ospitare piccoli molluschi gasteropodi tipici dell’ambiente costiero come patelle della specie Patella ulyssiponensis e littorine nere (Melaraphe neritoides), piccoli bivalvi e anche piccoli opistobranchi come Elisia viridis, ma soprattutto piccoli pesci (Blennidi); tra questi la bavosa galletto (Coryphoblennius galerita) e una specie simile, la bavosa dalmatina (Microlipophrys dalmatinus). La bavosa galletto vive tra gli scogli su cui sono attaccati gli ctamali dei quali è ghiotta e per cercarli si sposta, aiutandosi con le pinne con un comportamento che assomiglia a quello degli anfibi. Questi pesci, sia per entrare nelle pozze che per uscirne, hanno la quindi la capacità di spostarsi, muovendosi fuori dall’acqua grazie ai loro arti.
La possibilità di respirare viene garantita loro dalla presenza sul proprio corpo di un “film” di acqua, probabilmente mantenuto aderente grazie al muco della bavosa. In generale questi pesci si nutrono di piccoli invertebrati, ma anche di alghe e detriti organici.
Come già visto le pozze possono ospitare anche piccoli ricci e questo evento, se questi sono in soprannumero, può rivelarsi una tragedia per il piccolo ambiente, perché le alghe possono in poco tempo essere mangiate da questi echinodermi. In alcune zone sono presenti piccoli esemplari di anemone diafano (Aiptasia diaphana) e di anemone gioiello (Corynactis viridis), ma soprattutto di anemone margherita (Cereus pedunculatus), un anemone con i tentacoli che generalmente presentano macchie o linee biancastre. Si cibano di piccoli organismi in sospensione nelle acque. Per organismi di questo genere la vita nelle pozze può rappresentare una parentesi; una volta cresciuti hanno la capacità di spostarsi, seppur lentamente, con la loro parte basale (piede) più in profondità. Come il pomodoro di mare anche quest’anemone ha la capacità di chiudersi se disturbato, lasciando spuntare le punte dei tentacoli particolare curioso è quello che l’animale ingloba piccole pietroline nel mantello esterno cosicchè da chiuso appare simile all’ambiente circostante .
I molluschi possono essere presenti con piccoli esemplari, soprattutto patelle che generalmente rimangono sulle pareti della pozza. Nelle pozze si possono osservare anche molluschi vermetidi, che vivono all’interno di un tubo fissato al substrato da cui spuntano raramente prima di ritirarsi all’interno chiudendone l’apertura con il proprio opercolo.
Per ulteriori informazioni visita AREA NATURALE MARINA PROTETTA PORTOFINO
Area Marina Protetta TORRE DEL CERRANO ABRUZZO
risorse del mare. L’area marina della Torre del Cerrano si trova in Abruzzo, la “regione verde d’Europa” con oltre il 30% del territorio tutelato.
Area Marina Protetta SANTA MARIA DI CASTELLABATE CAMPANIA
Sito di importanza comunitaria, localizzata in provincia di Salerno e ricade nel territorio del Comune di Castellabate. L’area ricomprende una zona incontaminata in corrispondenza del promontorio del Tresino e quello di Licosa, ed è situata nelle zone di tutela del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Le acque intorno al Tresino e Punta…
Area Marina Protetta isola di Bergeggi
L’Area Marina Protetta (AMP) è stata istituita dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con D.M. del 7 maggio 2007, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 206 del 5 settembre 2007. La sua superficie, compresa interamente nel Comune di Bergeggi, ricopre 2,1503 Kmq estendendosi dalla fascia costiera fino ai…
L’Area Marina Protetta Isole di Ventotene e S. Stefano
Ventotene presenta fondali caratterizzati da anfratti e recessi, favoriti anche dal processo erosivo che causa periodici smottamenti. Questa particolare morfologia, associata all’inaccessibilità da terra di lunghi tratti di costa, favorisce un’ecosistema particolare in cui si riscontra grande varietà di organismi bentonici.