Formaggio del fieno PAT

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del PIEMONTE

Formaggio a latte intero crudo vaccino, a pasta semidura. L’occhiatura è presente, regolare di dimensione fine media, il colore paglierino è leggermente più carico nel sotto crosta. La forma si presenta cilindrica, leggermente irregolare, per effetto di formatura avvenuta in tela, le facce sono abbastanza piane ed hanno un diametro di 30-35 cm. Lo scalzo è convesso, compreso fra 8-12 cm. Il peso della forma oscilla tra 6 e 8 kg. La crosta è sottile, di colore paglierino a nocciola, presenta irregolarità, dovute alla formatura con teli da caseificio. Sapori e profumi sono compositi ed esaltati dalla stagionatura sul fieno: ai sentori dolci e burrosi di latte, si fondono gli aromi delle erbe di montagna degli alpeggi.

Metodo di preparazione

Si utilizza latte di vacca intero e crudo. Dopo aver scaldato il latte a 35-38° C, si aggiunge caglio liquido e si attende il tempo necessario alla formazione del coagulo (30-40 minuti). La frantumazione della cagliata viene effettuata dapprima con la lira e poi eventualmente conclusa con lo spino per ottenere un grumo di cagliata con dimensione di un chicco di riso. La cagliata non viene cotta ma, per accelerane lo spurgo durante e dopo la rottura, la massa caseosa viene mantenuta in movimento per 15-20 minuti. La cagliata viene scaricata in grossi stampi per un primo spurgo, estratta, rimpastata e posta a sgrondare in tele, per circa 24 ore. La salatura viene effettuata a secco con sale grosso o in salamoia. La stagionatura avviene in celle frigorifere su assi di legno, dopo un primo periodo che permette al formaggio di asciugare e formare una leggera crosta, successivamente viene disposto su altri assi con fieno di montagna per almeno 60 giorni.

Storia

In merito a questo formaggio non è stata reperita documentazione bibliografica, ma solamente testimonianze orali che attestano come la pratica di avvolgere questo formaggio nel fieno fosse piuttosto diffusa, probabilmente portata in questa zona da produttori originari delle valli valdesi.

Curiosità

Per apprezzare al meglio i sentori aromatici conferiti dalle erbe, sarebbe auspicabile consumarlo al naturale. Tuttavia, in cucina, quello di media stagionatura, si presta discretamente ad essere fuso e adatto per la preparazione di risotti, piatti gratinati con verdure e fondute

Seirass di siero di pecora PAT

Il Seirass di siero di pecora è un latticino della tipologia “ricotta”, prodotto a partire da siero di lavorazione di formaggio presamico di pecora, quali la Sola di Pecora, il Murazzano, il Testun di Pecora ed altri formaggi di latte ovino. Nella tradizione, le due principali razze ovine da latte allevate in Piemonte, sono la…

Leggi di +

Mustardela PAT

La Mustardela è un insaccato di colore viola scuro, dall’ aspetto asciutto e di consistenza dura. I componenti sono: sangue di suino, testa, gola, fegato, ciccioli, cotenne; per la concia si aggiungono oltre al sale, pepe e altre spezie. In aggiunta per insaporire maggiormente la carne si prepara anche un soffritto di cipolla, aglio e…

Leggi di +

Pnon di Levaldigi PAT

Gli Pnon, detti anche “paste dei Corpi Santi” sono dei biscotti di farina bianca, dalla superficie rugosa, costituiti da un bastoncino di pasta lungo e stretto, dorato, profumato e molto fine al gusto; sono stati inventati a Levaldigi, una frazione di Savigliano (CN).

Leggi di +

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *