Fico secco Mandorlato di San Michele Salentino PAT

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Puglia

Il Fico Secco Mandorlato è una versione modificata e “arricchita” del Fico Secco già in uso come cibo di riserva dalle legioni romane e successivamente come dolce “povero” in molte famiglie pugliesi. L’idea di rendere più gustoso il fico secco si è divulgata a San Michele Salentino nel primo dopoguerra (1946/1947) vista anche l’abbondanza di mandorle. Il prodotto è costituito da due fila di fichi secchi “accoppiati” con  all’interno una mandorla e spezie naturali.

Metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura

I fichi, della varietà “Dottato”, si raccolgono alla fine del mese di agosto (o primi giorni di settembre), quindi aperti in due metà con coltello e sistemati su stuoie di cannicci e messi ad essiccare al sole per almeno 5/6 giorni. Una volta essiccati all’interno viene aggiunta una mandorla tostata e un seme di finocchio selvatico e/o  spicchio di scorza di limone e accoppiati. Successivamente i fichi sono sottoposti a cottura al forno, a fuoco lento, per almeno un’ora. Al termine della cottura si posizionano, ancora caldi, in contenitori di vetro dove sono sottoposti a pressione. Il giorno successivo si possono sistemare nelle confezioni  definitive (contenitori di vetro, piccoli cesti in legno o piccole cassette di plastica per uso alimentare)

TRADIZIONALITÀ

Documento dattiloscritto originale, datato 1953, contenente un breve racconto dal titolo Solitudine a San Michele Salentino, scritto dal prof. Vincenzo Palmisano e inviato dallo stesso alla redazione del “Corriere del Giorno” di Taranto. Il racconto, incentrato sulle tradizioni contadine di San Michele Salentino, descrive sinteticamente l’abitudine dei contadini del posto nel preparare i Fichi Mandorlati che dovevano essere successivamente consumati per i giorni di festa. Il Prof. Vincenzo Palmisano, storico, studioso e scrittore di San Michele Salentino (attualmente residente a Ostuni), ha collaborato, tra gli altri, con il glottologo tedesco Gerhard Rohlfs alla realizzazione de Il Dizionario Storico Dei Soprannomi Salentini.

Menù di un matrimonio, datato 13 agosto 1983, (fornito dal Sig. Pierangelo Argentieri, Direttore Hotel Tenuta Moreno di Mesagne, Brindisi), e stampato nello stesso anno dal Ristorante La Taverna del Cacciatore (Strada Prov. San Michele Salentino/San Vito dei Normanni). Particolare curioso, gli sposi avevano deciso di inserire nel menù il fico secco mandorlato.

Territorio

San Michele San Michele Salentino/contrade fra San Michele Salentino e Latiano e San Michele Salentino e San Vito dei Normanni.

Zampina di Sammichele di Bari PAT

La Zampina di Sammichele è una caratteristica salsiccia arrotolata a spire che di norma viene cotta alla brace liberando tutti i profumi di aromi che inondano le stradine dei paesi. La leggenda vuole che il suo nome venne dato per sbaglio da un pastore anonimo che lo scambio con il nome del sostegno dello spiedo….

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Cardoni PAT

Nonostante abbia origini antiche e molte proprietà salutari, il cardo è uno di quegli ortaggi che viene inspiegabilmente sottovalutato rispetto ad altri più apprezzati e conosciuti, come ad esempio il carciofo (che gli assomiglia molto). Nelle campagne pugliesi il cardo si incontra spesso nei mesi invernali.

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Pane di Ascoli Satriano PAT

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