Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Puglia
Mustarda, purè
Marmellata di uva consistente di colore bruno L’uva dei locali vitigni da vino (principalmente Negro Amaro, Malvasia Bianca e/o Nera) viene accuratamente lavata dopo averne tolti i racimi, quindi posta in cottura, con 200 g di zucchero per kg di uva, fino al raggiungimento della densità normale delle marmellate. Dopodiché viene posta in contenitori di vetro per la conservazione.
Storia
Vi sono numerose storie riguardo alle origini precise della mostarda di uva. Con molta probabilità il suo nome deriva dal fatto che inizialmente veniva preparata solo con semi di senape. Questa ricetta ha origini transalpine, ed è molto diffusa nella regione della Provenza. Le mostarde erano un alimento molto ghiotto anche per i Latini che la chiamarono “mustum ardens” perché i semi di sesamo gli conferivano un sapore molto forte e piccante. La diffusione a livello europeo è dovuta ai monaci di San Maurizio che svilupparono una nuova ricetta che prevedeva ancora più semi di senape. Le mostarde erano apprezzate grazie al loro potere antiossidante
TRADIZIONALITÀ
La tradizionalità del prodotto è assicurata dalla provenienza locale della materia prima dalla produzione che non avviene su vasta scala ma secondo tradizioni familiari e dalle caratteristiche qualitative e dalla particolarità del gusto;
Territorio
Provincia di Lecce
Matriata PAT
La cosiddetta matriata, ovvero, l’intestino tenue dei vitelli e dei vitelloni viene, in genere, consumata con tutto il chimo (sostanza di consistenza cremosa molto sapida e amarognola) in esso contenuto. Prima di essere cucinata, la matriata viene spellata e poi divisa in sezioni, le cui estremità vengono annodate affinché il chimo non fuoriesca in fase di cottura.