Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO
Liquore ottenuto mediante infusione enoalcolica (alcool con aggiunta di vino bianco) della radice essiccata della pianta di genziana (presente in commercio) ed altri aromi naturali: chiodi di garofano, cannella, ginepro etc. L’infusione avviene in recipienti della capacità di 300 litri per un periodo di 40 giorni. Il liquore di genziana presenta: titolo alcolometrico pari al 30%, gusto piuttosto amaro e colore giallo paglierino. Il livello di amarezza dipende dall’altitudine in cui la pianta è cresciuta; infatti la genziana (fam. Gentianaceae) è pianta perenne a lento accrescimento il cui habitat naturale sono i pascoli montani con terreni sciolti e profondi nei quali le radici raggiungono le dimensioni maggiori. Al liquore di genziana vengono attribuite proprietà digestive.
Storia tradizionale del prodotto
Dai tempi più remoti le piante con gusto amaro, come la genziana, sono state utilizzate per le loro proprietà digestive. La genziana è già menzionata da Discoride, a sorgere dell’era cristiana, e da Andromaco, di cui la triaca avrebbe dovuto rendere invincibile l’imperatore Nerone. Ciò che è certo, è che il nome della pianta proviene da re Genzio, ultimo re dell’Illiria, catturato dai Romani poco prima della nostra era. Dalle testimonianze orali raccolte si apprende che nelle aree montane del Reatino, in cui la genziana cresce spontaneamente, la preparazione del liquore avveniva principalmente in ambito domestico e veniva utlizzato come digestivo o come rimedio contro alcuni disturbi.
Territorio
Contigliano ( RIETI )
Stagionato di Bufala di Formello PAT Lazio
Stagionato di bufala di Formello pagina provvisoria in attesa del disciplinare di produzione e della storicità del prodotto.
Taralli PAT Lazio
Dolce da forno a base di farina, acqua, zucchero, sale, semi di anice e olio extravergine di oliva. Presentano forma di ciambelline puntinate dai semi di anice, dalla superficie dorata.
Sarzefine di Zagarolo PAT Lazio
Si tratta di un “ortaggio da radice” chiamato scorzobianca o in gergo zagarolese “sarzefine”. Molto più conosciute in passato, quando erano utilizzate come alimento invernale perché ricco in sali minerali e vitamine. Con il passare del tempo la coltivazione delle sarzefine è stata un po’ abbandonata, ma oggi, grazie a qualche temerario coltivatore locale, questo…