Stracchino di capra PAT Lazio

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO

Lo Stracchino di capra, ottenuto dal solo latte intero di capra, lavorato crudo o pastorizzato, è un formaggio fresco e di brevissima stagionatura. Presenta con crosta sottile a volte fiorita o privo di crosta, colore bianco porcellanato e pasta interna omogenea, a volte con leggere occhiature, morbida, cremosa e spalmabile. La forma può essere variabile a seconda della zona di produzione: quadrata, tipo mattonella o a caciottina, con pezzature di 250 g fino a 2 kg, a facce piane e scalzo dritto o convesso. Il sapore è caratteristico del latte caprino, delicato, dolce, burroso e leggermente acidulo dopo alcuni giorni. Il periodo di produzione va da marzo a settembre e coincide con il periodo di lattazione delle capre.

METODO DI PRODUZIONE

Il latte di due munte è lavorato subito o previa refrigerazione di alcune ore, ottenuto da capre allevate al pascolo meticce o di razza Maremmana, Saanen, o delle popolazioni autoctone di capre: Caprestina, Bianca Monticellana e Grigia Ciociara a rischio di erosione genetica e tutelate dalla L.R. 1 marzo 2000 n.15. Le modalità di lavorazione sono diferenti a seconda della zona di produzione e soprattutto a seconda dell’esperienza del casaro. In ogni caso il risultato è sempre lo stesso ossia di un formaggio fresco e pasta molle, cremoso e spalmabile. Il latte può essere lavorato crudo o sottoposto a pastorizzazione fino al raggiungimento dei 70°C, cui segue un immediato rafreddamento ponendo la caldaia in un altro contenitore contenente acqua fredda. Nel caso in cui è prevista la pastorizzazione, al fine di ristabilire la naturale flora microbica, il casaro aggiunge lo yogurt di capra che risulta essere particolarmente ricco di fermenti naturali (Lactobacillus bulgaricus e Streptococcus thermophilus). Al latte, previo riscaldamento a 45°C e riposo fino al raggiungimento dei 36-35°C, viene aggiunto il caglio in pasta di capretto, con tempo di presa di 20-30 minuti. Segue una prima rottura molto grossolana ossia a quadrati grandi con riposo per 20 minuti circa al fine di favorire lo spurgo del siero, seppure in quantità non eccessiva, e la seconda rottura a pezzi abbastanza grandi. Il coagulo viene poi prelevato con mestolo e disposto nelle fascere di varia forma (quadrate, tonde, parallelepipeda). Il giorno successivo la cagliata subisce la salatura a secco o in salamoia per 30 minuti circa per 2 kg di prodotto. Segue una fase di asciugatura/ breve stagionatura di 3-4 giorni o in alcuni casi fino a 15 giorni, che rende lo Stracchino di capra a pasta morbida, cremosa, spalmabile.

CENNI STORICI

Da una ricerca storica efettuata sui testi di tecnologia casearia si è appreso che le origini del formaggio “stracchino” sono riconducibili al nord Italia e soprattutto si apprende che questo termine deriva dal lombardo “stracch”, ossia stanco, e che in passato fu attribuito al formaggio a pasta molle e di breve stagionatura prodotto con latte vaccino intero. Sembra però che con il passare del tempo si è difusa soprattutto nel centro Italia e in modo significativo anche nel Lazio, l’attribuzione del termine stracchino al formaggio ottenuto con il latte di capra. Da alcune testimonianze raccolte presso allevatori di capre, sembra che in passato i pastori locali, in alternativa alla produzione del cosiddetto formaggio “primo sale”, abbiano provato ad applicare la lavorazione dello stracchino vaccino al latte di capra. Il risultato è stato sorprendente in quanto lo stracchino di capra è risultato un formaggio gustoso, delicato, dolce, burroso e leggermente acidulo dopo alcuni giorni di stagionatura. Con il tempo la tecnologia di preparazione dello Stracchino di capra è stata tramandata di generazione in generazione e ancora oggi, alcune aziende del Lazio, soprattutto a conduzione familiare, hanno preservato a continuato la produzione di questo formaggio riscuotendo anche una buona risposta dal consumatore.

Territorio di Produzione

Roma e Viterbo

Pane casareccio di Lariano PAT Lazio

Il Pane casareccio di Lariano ha trovato larga dfifusione prima nella provincia di Roma, poi in tutto il territorio laziale, soprattutto nel dopoguerra. Gli operai che da Lariano e paesi limitrofi raggiungevano la capitale per lavorare, pranzavano con questo pane e lo regalavano anche agli altri operai. Degno di nota è il vecchio mulino perfettamente…
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Ciambelle al vino moscato di Terracina PAT Lazio

Queste piccole ciambelle, dorate in superficie, leggere e friabili si ottengono dall’impasto di farina, zucchero, olio, vino Moscato di Terracina DOC, semi di anice e cannella. Dopo aver amalgamato tutti gli ingredienti si formano, a mano, le ciambelle e si passa la parte superiore nello zucchero semolato. Si cucinano in forno già caldo a 170°C…
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Ricotta secca PAT Lazio

La sua presenza storica nella produzione e nei mercati locali è plurisecolare e riscontrabile da documenti storici. La Ricotta secca è citata nell’Atlante dei Prodotti Tipici: “I Formaggi”, redatto dall’Istituto Nazionale di Sociologia Rurale (1991), anche se si fa riferimento solo alla ricotta secca prodotta in provincia di Rieti.

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