Lenticchia di Rascino PAT Lazio

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO

La Lenticchia di Rascino, ecotipo autoctono, appartiene alla famiglia delle Leguminose, genere Lens, specie Lens culinaris Med. Presenta dimensioni piccole e colore non uniforme che va dal rosa al rossiccio, al giallo verdastro, marrone chiaro, raramente ocra, con o senza ornamenti (a chiazze, a punti). Viene coltivata sull’Altopiano di Rascino a circa 1.200 m s.l.m.; presenta un ottimo tenore in sostanza proteica. Il sapore gradevole e la caratteristica di conservare l’integrità del seme con la cottura, ne fanno un prodotto di nicchia particolarmente pregiato. Il prodotto Lenticchia di Rascino proviene dalla coltivazione della varietà autoctona a rischio di erosione genetica, Lenticchia di Rascino, tutelata dalla L.R. 1 marzo 2000 n. 15.

METODO DI PRODUZIONE

Dalla fine di ottobre ai primi giorni di novembre, si prepara il terreno tramite aratura a 30-35 cm di profondità; poi si esegue l’erpicatura o morganatura, per la rottura delle grosse zolle, per l’eliminazione delle erbe infestanti e per il livellamento del terreno. Segue la semina efettuata all’inizio della primavera (generalmente nel mese di marzo, in relazione alle condizioni ambientali); in alcuni appezzamenti la semina viene fatta “alla volata” (a mano), in altri, invece, si impiega la seminatrice. Si esegue, poi, la rullatura e l’erpicatura per coprire i semi di lenticchia e livellare perfettamente il terreno e il diserbo, ossia l’asportazione delle erbe infestanti. La concimazione non è praticata. La raccolta avviene nei primi 15 giorni di agosto con la trebbiatrice. Le piantine estirpate vengono lasciate sul terreno per l’essiccazione, per un periodo variabile a seconda delle condizioni climatiche; la pianta deve seccare, ma il baccello deve rimanere chiuso. Segue la spolatura, eseguita con la mietitrebbia, per separare i semi di lenticchia dal resto della pianta. Si ottiene, così, il cosidetto “prodotto sporco”. Infine, si scelgono i semi privi di difetti e si esportano le impurità.

CENNI STORICI

Presente fin da epoca romana, fonti scritte risalenti al XIII secolo ne attestano la continuità di coltivazione non come fenomeno sporadico, ma come coltura radicata nel tessuto sociale. Nei secoli successivi è stata utilizzata anche come merce di scambio “sicut moneta” con il grano e altri prodotti o servizi. Famosa per le sue qualità organolettiche, la sapidità e la facilità di cottura la lenticchia di Rascino era caratteristica anche dei territori di Pescorocchiano e Borgorose, mentre oggi la coltivazione si è ristretta nell’ultima metà del secolo scorso, alla sola area dell’altopiano di Rascino. Fonti scritte ufficiali, ci documentano la presenza della Lenticchia di Rascino nel 1929, in quanto inserita nella zona dal Catasto Agrario del Regno. In tale catasto vengono evidenziati gli ettari coltivati a lenticchia e la resa media per ettaro. Dal 1971 ogni seconda domenica di agosto, presso il comune di Fiamignano si svolge la Sagra della Lenticchia di Rascino

Territorio di produzione

Provincia di Rieti: Fiamignano, Petrella Salto, con particolare riferimento all’Altopiano di Rascino.

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