Ciambella al mosto PAT Lazio

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO

Ciambella di grandi e piccole dimensioni, a base di mosto di uva, lievito, farina, olio extravergine di oliva, sale ed, a volte, semi di anice.

METODO DI PRODUZIONE

Si amalgamano gli ingredieti con il fresco di spremitura (quanto basta per avere un impasto morbido ed elastico). Si lascia lievitare, finché l’impasto non raddoppia il volume, anche una notte intera. Si impasta ancora una volta e si forma la ciambella di grandi dimensioni, o le ciambelline, che si pongono in una teglia in cui si lasciano lievitare ancora per 2-3 ore; infine, si cuoce in forno pre-riscaldato a 200°C per 20 minuti. Si consuma fresca o dopo pochi giorni dalla preparazione.

CENNI STORICI

Ciambella la cui preparazione è tradizionalmente legata alla vendemmia. Impastata dalle donne nelle giornate di festa per le sue alte proprietà nutritive fino agli anni settanta, ma mai commercializzata dai forni. La Ciambella al mosto ha, per la provincia di Latina riferimento nella frazione di Borgo Montello, e sarebbe di origini marchigiane, importato dalle migrazioni degli anni ‘30. Una storia a sé, sebbene la preparazione sia la stessa della Ciambella al mosto di Marino, celebrata dal 1997, nel mese di ottobre, con l’omonima sagra. In questo caso le prime tracce si ritrovano in occasione di una visita di San Francesco alla discepola marinese Jacopa dé Settesoli. Ancora prima, si racconta (Anonimo Laziale) che quando l’imprendibile castello di Marino venne assediato da Cola di Rienzo, nel 1347, i marinesi, che avevano fatto in tempo a rifornirsi di ogni ben di Dio e non si curavano del protrarsi dell’assedio, per darne prova al tribuno e farlo desistere dall’impresa, gli inviarono fuori delle mura un muletto con due bigonce colme di Ciambelle al mosto, al che «lo tribuno una dimane per tempo levao campo».

Territorio di produzione

Latina e Marino (ROMA)


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