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Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO
Prodotto dolciario di forma tondeggiante e poco spessore, composto di farina tipo 00, uova, zucchero, limone, liquore, burro e vaniglia.
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METODO DI PRODUZIONE
Si montano gli albumi e successivamente si aggiungono i rispettivi tuorli, lo zucchero, il liquore, il burro, la vaniglia e la buccia di limone grattugiata. Mescolando energicamente si aggiunge pian piano la farina fino a ottenere un impasto morbido. Al centro del ferro, precedentemente oliato e riscaldato, si versa un cucchiaio dell’impasto, poi si richiude il ferro e lo si mette sulla fiamma, avendo cura di girarlo dall’altro lato a metà cottura. Quando l’impasto raggiunge una bella colorazione oro può ritenersi cotto e, con l’aiuto di una forchetta, si stacca facilmente dal ferro e si pone in un vassoio a rafreddare. I tempi di cottura variano in relazione al tipo di ferro e all’intensità della fiamma, ma la tradizione stima il lasso di tempo necessario per recitare un “Ave Maria” da un lato e un “Padre Nostro” dall’altro.
CENNI STORICI
Dolce tipico abruzzese rimasto da lungo tempo nella tradizione di questo territorio reatino che fino al 1927 era inserito nell’Abruzzo aquilano, condividendone usi e abitudini culinarie. Si realizza con un impasto simile a quello del biscotto, cotto in una doppia piastra arroventata sul fuoco che, stringendo la pasta sopra e sotto per mezzo di due lunghi manici a tenaglia, dà al dolce la forma caratteristica di cialda sottile percorsa da nervature. Tra le tante varianti di disegno, la trama a rombi, o cancello, dà origine al nome Ferratelle. Le famiglie nobili erano solite personalizzare i ferri, facendovi forgiare lo stemma del loro casato e le loro iniziali.
Tale tradizione è passata, più tardi, nella consuetudine comune, tanto che “lu ferru” veniva portato in dote dalla donna e, nella parte centrale, recava incise le iniziali della futura sposa. Tradizionalmente le Ferratelle erano preparate e oferte in occasione del matrimonio, a tutti gli invitati che si recavano a visitare la dote esposta dalla sposa. Non si hanno notizie certe circa l’origine di questo dolce, ma la tradizione di forgiare i ferri con al centro impresso da un lato lo stemma del casato o le iniziali del proprietario e dall’altro la data di fabbricazione, permette di affermare che, già alla fine del 1700, inizio 1800, i ferri per la cottura delle Ferratelle erano largamente presenti nelle famiglie locali.
Territorio di produzione
Provincia di Rieti: Antrodoco, Borgorose, Cittaducale
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