Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO
Pasta fresca preparata tirando a mano una sfoglia rotonda a base di farina ed acqua, successivamente stracciata. Se non si consuma fresca si può essiccare e conservare per un breve periodo.
CENNI STORICI
La parola “lacna” ha, nel basso Lazio, il significato generale di impasto ammassato e successivamente steso con il matterello. Numerose citazioni dalla letteratura greca e latina fanno dedurre che questo piatto sia esistito con continuità dall’epoca classica: Aristofane e Orazio usano i termini làganon (greco) e laganum (latino) per indicare un impasto di acqua e farina, tirato e tagliato a strisce. Il laganum, considerato inizialmente cibo dei poveri, acquisisce col tempo tanta dignità e popolarità da entrare nel quarto libro del De re coquinaria di Apicio. Egli ne descrive minuziosamente i condimenti, tralasciando le istruzioni per la sua preparazione, fatto che lascia supporre che fosse ampiamente conosciuto. Fra gli ingredienti non è previsto l’uso delle uova, ciò risponde all’esigenza di ottenere un prodotto non deteriorabile. La preparazione di paste senza l’aggiunta di uova si perde nella notte dei tempi e c’è chi sostiene che sia stata la base, alla fine del 1800, della diffusione dei pastifici.
Territorio di produzione
Provincia di Latina: Norma
Spalla di suino PAT Lazio
Pancetta tesa stagionata alle erbe al maiale nero PAT Lazio
Farina di marroni di Antrodoco PAT Lazio
Farina ottenuta dalla lavorazione del Marrone Antrodocano. Di colore nocciola chiaro e sapore dolciastro, utilizzata per preparare pani, minestre, focacce, polente, oltreché per la realizzazione del tradizionale Castagnaccio.