Pizza “bbotata” PAT Lazio

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO

Pizza bbotata (arrotolata) viene preparata con farina 00, acqua, uova intere, lievito di birra, sale e poco olio extravergine di oliva. Presenta forma arrotolata (dal dialetto “bbotata”) come una girella.

Credit Photo Laziodagustare.it

METODO DI PRODUZIONE

Si inizia a lavorare l’impasto manualmente preferibilmente su un piano di marmo fino al raggiungimento di una consistenza compatta e omogenea. Segue la fase di lievitazione a temperatura ambiente per il tempo necessario al raggiungimento del doppio del volume dell’impasto. Terminata la lievitazione l’impasto viene suddiviso in piccole pagnottine che vengono spianate con il mattarello fino a formare una
sfoglia sottile. La sfoglia viene poi cosparsa con l’olio di oliva extravergine e arrotolata (“bbotata”) a formare un cordone che poi viene girato su sé stesso a formare una girella. La cottura avviene cotta al forno a legna o elettrico per circa 10-15 minuti ad una temperatura di 250-300°C.

CENNI STORICI

La Pizza bbotata è legata alle tradizioni culinarie e contadine di Sant’Angelo Romano, paesino a soli 30 km dal centro di Roma, che sorge su una delle tre colline dei Monti Cornicolani e Monte Padulo, che è una delle prime colline che si incrociano partendo da mare e andando verso l’Appennino. La ricetta e la particolare lavorazione è tramandata di generazione in generazione ed ancora oggi alcuni forni locali la producono quasi ogni giorno. Nel libro Sant’Angelo Romano -Storia, natura, arte e cultura, a cura del Comitato Festeggiamenti della XXXIX Sagra delle Cerase 2001- tradotte in santangelese da Marco Giardini, è riportata la ricetta tradotta in dialetto locale: A pizza bbotata: 1 picchieru de oju, 1 picchieru de acqua, 20 gr de leutu de birra, a farina quella che se recoje. Se scalla l’acqua drento a ’na tigamella, po se squaja u leutu co un pizzicu de sale e se mmassenu sopre a spinatora (a pasta a da esse morbida). Se lassenu a recresce na mezz’ora po se pijenu e ce se fau e fette (na diecina de centimetri de larghezza) e se llonghenu cu stennarellu. Se fetta co un cortellacciu pe llungu tre striscie po se rebbotulicchienu drento a
lattarella m’pataccata co l’oju. Coce nu furnu finché n’se fau dorate (non ’e facete bambà)”.

Territorio di produzione

Provincia di Roma: Sant’Angelo Romano


Imbriachelle PAT Lazio

Il dolce nella tradizione gastronomica della Tuscia non era certo un alimento di uso quotidiano, infatti, la preparazione di queste ghiottonerie era sempre legata ad una festività, che nel passato rappresentava…

Continua a leggere
Sambuca romana PAT

Liquore a base di anice stellato (Illicum verum), alcool, acqua, aromi naturali (da infusione di erbe), sambuco, coriandolo. Presenta una gradazione alcolica pari al 40% ed una concentrazione zuccherina di circa…

Continua a leggere

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *