Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Campania
La pianta si presenta di grandi dimensioni, a portamento libero, innestata su polloni scelti direttamente in campo, a gemma o a spacco. La castagna ha dimensioni notevoli (40-50 frutti per Kg), con buccia di colore marrone chiaro con striature poco evidenti, da cui il nome (Jonna = Bionda o Giallanella = di colore giallo). L’episperma (pellicola interna) avvolge in modo regolare la polpa, che non è settata; da questo deriva la facile pelabilità dei frutti privati dall’epicarpo e la spiccata attitudine per la produzione di maron glaces.
Descrizione delle metodiche di lavorazione, condizionamento, stagionatura
L’allevamento tradizionale con forma naturale, assenza di trattamenti fitosanitari e di concimazione, mantenimento di ottime condizioni di naturalità, con presenza di inerbimento naturale; le cure colturali si riducono alla preparazione pre raccolta, con lo sfalcio del sotobosco e la bruciatura dei residui colturali (ricci e foglie) dell’anno precedente previa rastrellatura. mediamente resistene al cancro corticale, nonché al cinipide del castagno, che viene tollerato in modo sufficiente rispetto ad altre varietà presenti nella zona. I sesti sono variabili, con una densità che è in media di 60-70 piante/ha.
La raccolta avviene al suolo in autunno (dall’ultima settimana di settembre alla prima di novembre, secondo la posizione del castagneto); solo in alcuni casi vengono adoperate soffiatrici per allontanare le foglie secche dalle castagne. Dopo la raccolta, vengono eliminate quelle attaccate da parassiti (bucate) ed attualmente direttamente vendute senza alcun trattamento, destinate al mercato regionale e nazionale, oppure trasformate da laboratori locali in prodotti dolciari tipici.
La resa è di circa 30-40 qli/ha (prima della cernitura); i quantitativi attualemnte prodotti, con notevole variabilità da un anno all’altro, sono compresi fra i 1500 ed i 2000 qli. In passato venivano conservate, senza estrarle dai “ricci”, in fosse realizzate direttamente nel castagneto, dette “ricciaie”, e quindi ricoperte con strati di felci (athyrium filix-femina) e di terreno. In alternativa, veniva adoperata sabbia di fiume. Ciò permetteva di conservare le castagne per diversi mesi.
Osservazioni sulla tradizionalità
La cultivar è specifica dell’areale e costituiva assieme all’allevamento ovicaprino, alla produzione di carbone, alle patate, all’olivo ed alla vite il cardine dell’economia locale.
Territorio di produzione
Località Fontanelle, Pisciarelli, Campate, Cese, Faito della frazione Civitella Licinio (Comune di Cusano Mutri) (BN)
Fleppa PAT Campania
Peperoni quagliettani PAT Campania
Pancotto dei foresi PAT
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