Rapa catozza PAT Campania

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Campania

Di questo ortaggio, tradizionalmente impiegato per l’alimentazione sia umana (parti verdi) che animale (radice), si utilizzano comunemente le foglie, le parti tenere del fusto e le infiorescenze, prelevate in più fasi grazie all’attitudine a “ricacciare” dopo la raccolta. Afferisce alla specie Brassica rapa, nell’ambito della famiglia delle Brassicacee o Crucifere. La pianta è erbacea; la coltura è a ciclo annuale. La foglia presenta un lembo lobato o lirato, caratteristico della specie, i fiori di colore giallo sono raccolti in infiorescenze (corimbi) serrate; la radice è carnosa, a polpa croccante, e di colore bianco.

La coltivazione è realizzata in pien’aria; l’epoca di semina va da luglio a settembre; la raccolta, effettuata in più riprese riunendo in mazzetti steli e foglie, è manuale e ricade nel periodo novembre-febbraio. La densità colturale è di 15-20 piante a metro quadrato; la semina si può effettuare a spaglio o a file distanti 20-30 cm. Viene coltivata senza l’ausilio dell’irrigazione e senza la presenza di tutori. Dopo ogni raccolta, operata manualmente, il prodotto viene posto in cassette di legno e/o plastica ed è inviato ai mercati.

La coltivazione di questo ortaggio è antichissima e ha diffusione prettamente locale. Benchè meno diffuso delle più comuni “cime di rapa”, alle quali è botanicamente e merceologicamente molto affine, questo prodotto si distingue per le più pregiate caratteristiche organolettiche. Dal caratteristico sapore amarognolo e dall’inconfondibile profumo che sprigiona, rappresenta il contorno ideale per molti piatti invernali, come le salsicce, la carne di maiale o la provola, fresca o alla brace.

Territorio di produzione

Aree pianeggianti del casertano, del napoletano e dell’agro nocerino-sarnese.

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