Comune di RAFFADALI Agrigento Sicilia

  • Regione: Sicilia
  • Provincia: Agrigento (AG)
  • Zona: Italia Insulare
  • Popolazione Residente 2022: 12.184 (M 5.866, F 6.318)
  • Densità per Kmq: 574,0 e Superficie: 22,19 Kmq
  • CAP 92015 Prefisso Telefonico 0922
  • Codice Istat 084030 e Codice Catastale H159
  • Denominazione Abitanti: raffadalesi
  • Santo Patrono: Sant’Oliva e Festa Patronale seconda domenica di luglio

Origini del Nome

Tradizionalmente si faceva derivare il toponimo “Raffadali” dall’unione del termine saraceno raffa, che significa “terra”, con il nome “Alì”. L’area in cui sorge l’attuale cittadina avrebbe fatto parte della Terra di Alì, comandante della fortezza araba di Guastanella.

Di questa leggenda si servì la famiglia dei signori feudali di Raffadali per legittimare la propria antichità e nobiltà. Un documento dei Montaperto del 1481 riproduce quello che si credeva essere un privilegio del 1095, in cui si riporta che, quando la fortezza fu assediata e conquista dai normanni guidati dal Gran Conte Ruggero I di Sicilia, tra gli assedianti si distinsero Giovanni Matteo Montaperto, e Giorlando Montaperto, suo figlio. Per premiare il loro valore il Gran Conte Ruggero avrebbe infeudato i Montaperto della Terra di Alì.

Al di là della leggenda, è stato ipotizzato che il toponimo Raffadali derivi dall’arabo “Rahl-Afdal” (Villaggio eccellentissimo). Le forme antiche del toponimo furono: Rafadalis nell’opera di Francesco Maurolico; Raphadalis in Filippo Briezio, Claudio Mario Arezzo, Tommaso Fazello; Raffadale negli atti pubblici.

Storia

Nel periodo greco, probabilmente, nel territorio dell’odierna Raffadali sorgevano svariati casali agricoli, popolati da contadini. Della presenza romana, emergono testimonianze nel sito di Terravecchia. Secondo il Picone tali luoghi costituivano l’antica Erbesso. Ad avvalorare la tesi vi è la presenza delle fondamenta di edifici. Tra gli importanti reperti ritrovati si ricordano il sarcofago con Ratto di Proserpina, ritrovato nel Cinquecento in contrada Grotticelle, dove sono note anche altre testimonianze del periodo romano, e il Rilievo delle Vestali, raffigurante sacerdotesse nell’atto di offrire un sacrificio, in presenza di una figura maschile togata. Il sarcofago venne custodito prima nel palazzo dei principi di Montaperto, che in seguito lo donarono alla chiesa madre del paese, dove è tuttora conservato. Risalente al periodo bizantino è la necropoli di Grotticelle, nella quale si trovano diverse decine di tombe cristiane a loculo.

Età medievale

Gli arabi giunsero nel territorio intorno al primo quarto del IX secolo: introdussero la coltura degli agrumi, delle rosacee (pero, albicocco, pistacchio) e forse del carrubo ed organizzarono e realizzarono la canalizzazione delle scarse riserve idriche.

Sul finire dell’XI secolo con il castello di Monte Guastanella, il feudo è concesso alla famiglia Montaperto. Nel 1177 compare per la prima volta nei registri della diocesi di Agrigento e nel Trecento il villaggio aveva una parrocchia dedicata a San Leonardo, oggi scomparsa. Compare anche la denominazione di “Raalfala” nei registri delle rendite ecclesiastiche della diocesi.
Passata nel secolo XIII con gli Angioini alla famiglia Nigrell e poi a Bonmartino di Agrigento, tornò da questo per permuta nel 1289 ai Montaperto che la tennero con alterne vicende fino alla fine del secolo XIV; appartenne nel XIV secolo anche a Scaloro degli Uberti per eredità Montaperto.

Età moderna

L’odierna cittadina venne fondata sulle rovine dell’antico casale. Nel 1507 Pietro Montaperto ottenne dal re Ferdinando lo “ius populandi” per la espansione dell’agglomerato urbano, e iniziò i lavori di consolidamento del castello e di costruzione della chiesa madre.

Nel 1649 Giuseppe Nicolò Montaperto intervenne per reprimere una rivolta degli agrigentini contro il vescovo Trajna, accusato di costringere la popolazione alla fame. Per premiare il coraggio e la fedeltà dei Montaperto, Filippo IV di Spagna insignì la famiglia feudataria di Raffadali del titolo principesco. L’ultimo signore di Raffadali fu Salvatore Montaperto Valguarnera.

Età contemporanea

Agli inizi dell’Ottocento Raffadali si trasformò da borgo del feudo a borgo rurale di piccoli e medi proprietari, rimanendo ai vecchi feudatari il diritto enfiteutico sulle frazioni del fondo. Nel 1909 Raffadali divenne di nuovo sede di pretura, dopo che questa era stata soppressa nel 1892.

Raffadali è stato uno dei centri siciliani maggiormente attivi nella storia del movimento contadino a partire dai Fasci siciliani e fino alle lotte contadine che caratterizzano il primo e soprattutto il secondo dopoguerra, quando la cittadina divenne una delle roccaforti del Partito Comunista Italiano in Sicilia. Raffadali ha dato i natali a due personaggi di primo piano nella storia del PCI, Cesare Sessa e Salvatore Di Benedetto, che ne furono entrambi sindaci. Divenne famosa in quegli anni anche per il corteo che veniva organizzato il 1º maggio per la Festa dei Lavoratori

(Fonte Wikipedia)

– Comuni Confinanti

  • Agrigento
  • Joppolo Giancaxio
  • Santa Elisabetta
  • Sant’Angelo Muxaro

– Ville e Palazzi

Palazzo del Principe (XVIII secolo)

Chiese e altri edifici religiosi raffadalesi

  • Chiesa del SS Crocifisso
  • Chiesa della Madonna del Carmelo
  • Chiesa di San Giovanni
  • Chiesa di Santa Maria del Rosario
  • Chiesa di Sant’Antonio Abate
  • Chiesa di Sant’Antonio da PAdova

Cittadini illustri

  • Leonardo Sciascia (1921-1989), scrittore

Comune di SANTA ELISABETTA Agrigento Sicilia

Santa Elisabetta fu fondata nel 1620 dal signore di Raffadali Nicolò Giuseppe Montaperto nel territorio del feudo di Canniti, in seguito alla concessione della licentia populandi nel 1610. Nel XVII secolo è possedimento della famiglia Bonanno e in seguito dei nobili Lanza. Fino al 1955 il paese fece parte del comune di Aragona, dal quale fu distaccato con…

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