Castagne (fresche) della Toscana PAT

Prodotto agroalimentare tradizionale della regione Toscana

Le principali cultivar di castagne per consumo fresco sono la Bastardo rosso, la Carpinese o Carrarese, la Mazzangaia, la Rossola e la Selvana. I frutti di ogni cultivar si differenziano, più o meno marcatamente, per forma, dimensioni, colore della buccia, forma dell’ilo, pellicola interna e caratteristiche organolettiche. La produzione è concentrata prevalentemente nel mese di ottobre.

Bastardo rosso: dimensioni grandi, forma ovale con apice poco pronunciato, pericarpo persistente color rossastro con striature marroni poco evidenti, ilo piccolo, chiaro e rettangolare con contorno regolare, episperma piuttosto aderente, seme color crema chiaro di sapore dolce con invaginazioni.

Carpinese o Carrarese: pezzatura medio-piccola (100-130 frutti per kg), forma rotondeggiante con buccia color marrone chiaro ed apice conico, ilo medio, episperma mediamente aderente non molto invaginato.

Mazzangaia: pezzatura medio-grossa, forma ellittica, buccia color rosso scuro, apice arrotondato, ilo grande, episperma facilmente asportabile con poche invaginazioni.

Rossola: pezzatura media, forma rotondeggiante, buccia color marrone-rossastro, apice arrotondato, ilo medio, episperma asportabile e invaginato.

Selvana: pezzatura medio-grossa, forma ovale con buccia color marrone chiaro e striature in rilievo, apice conico, ilo grande, pellicola asportabile con qualche invaginazione.

Le varietà Carpinese, Mazzangaia, Rossola, Selvana sono inserite nell’elenco per la tutela e la valorizzazione delle razze e varietà locali (L.R. n°64/04).

Tradizionalità

La gestione tradizionale dei castagneti si ripete da secoli senza sostanziali variazioni rispetto alle pratiche colturali consuete. Rispetto al passato tali pratiche si avvalgono solo dell’ausilio di mezzi meccanici come motoseghe e decespugliatori; non prevedono l’uso di concimi chimici e di fitofarmaci e garantiscono il mantenimento delle specifiche caratteristiche organolettiche del prodotto consumato allo stato fresco o successivamente trasformato.

Produzione

La produzione di castagne negli ultimi anni ha risentito della diminuzione delle superfici a castagneto da frutto, ridottesi notevolmente dal dopoguerra ad oggi. In Toscana la superficie dei castagneti da frutto è ad oggi di circa 75.000 ettari (36% della superficie forestale). Le province maggiormente interessate alla produzione sono Lucca, Massa Carrara e Arezzo; Firenze, Grosseto e Siena hanno minori superfici castanicole ma di elevata qualità produttiva; irrisorie sono invece le superfici presenti nelle province di Pisa e di Livorno. La produzione di castagne fresche è passata da quasi 1 milione di quintali del 1950 ai circa 50-60.000 attuali.Molte località toscane in ottobre-novembre ospitano sagre che hanno come tema la castagna e i suoi prodotti: farina di castagne, castagnaccio, polenta ecc., come, ad esempio, la Sagra della castagna e del vino novello.

Territorio interessato alla produzione:

Lunigiana, Garfagnana, Appennino pistoiese, Casentino e montagna aretina, Colline Metallifere e Val di Cecina. In particolare la Bastardo rosso è maggiormente diffusa nell’Amiata senese, la Carpinese in Lunigiana, Garfagnana e Appennino pistoiese, la Rossola e la Selvana in Garfagnana.

Pane di patate della Garfagnana PAT Toscana

Pane dalla forma tondeggiante, a pagnotta se nella pezzatura da 1 kg o ovale se nella pezzatura da 2 kg. Il colore è marrone, più o meno scuro a seconda della cottura. L’aroma è intenso ma delicato, molto persistente, ricorda quello del lievito; è di consistenza morbida ed al gusto ricorda il sapore della mandorla…

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Biroldo di Lucca o della Versilia PAT Toscana

Il biroldo è un insaccato di media pezzatura (diametro di 5-7 cm), di forma tondeggiante e schiacciata (pagnotta), legato alle due estremità. È composto da frammenti ben visibili di grasso suino (lardelli) dispersi nella massa ematica rappresa; è profumato, di consistenza morbida e di colore rosso scuro. Il sapore è più o meno piccante, l’odore…

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Pinolo del Parco di Migliarino – San Rossore PAT Toscana

Il pinolo del Parco ha forma ovoidale non molto allungata; il guscio è di colore marrone scuro, il seme di colore bianco sporco. Si ottiene da pini della macchia mediterranea, di qui il sapore resinoso e il profumo molto intenso. Dopo la raccolta le pine vengono distese su teli su cui vengono lasciate per circa…

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