Prodotto agroalimentare tradizionale della regione Toscana
I fichi sott’olio sono in realtà una conserva dolce di fichi e succo di limone. Una volta terminato il processo di preparazione, i fichi hanno l’aspetto di un sott’olio (da cui il nome) anche se la particolare trasformazione crea uno sciroppo che ha solo le sembianze dell’olio. La buona riuscita del processo dipende dalla quantità di miele che, se eccessiva, rende il prodotto stuccchevole e dalla durata della bollitura finale che se troppo lunga potrebbe indurire i fichi. Hanno un sapore molto dolce.
I fichi vengono raccolti manualmente (selezionando solo i frutti integri) e lasciati per 24 ore in infusione in succo di limone e zucchero. Vengono poi fatti bollire per un’ora e lasciati nuovamente in infusione nello stesso succo per altre 24 ore e infine fatti bollire ancora per un’ora. Segue la fase di cottura vera e propria, dopo la quale vengono collocati in vasetti ancora caldi con un normale mestolo da cucina. I vasetti vengono sterilizzati per 40 minuti. La produzione avviene nei mesi di agosto e settembre fintanto che c’è la produzione del fico. Vengono scelti i fichi non troppo maturi; i mieli ritenuti migliori per questa preparazione sono quelli di sulla, robinia o girasole, mentre vengono scartati quelli aromatici.
Tradizionalità
Il prodotto deve la sua tipicità alla particolare tecnica di trasformazione che si cerca di recuperare dopo aver rischiato di perderla. La ricetta è stata recuperata attraverso interviste agli abitanti della zona che sinora l’avevano tramandata oralmente. I fichi sott’olio erano consumati durante il periodo natalizio insieme al raviggiolo.
Produzione
I fichi sott’olio sono una produzione hobbistica, stimabile in circa 1 quintale l’anno destinato totalmente all’autoconsumo familiare.
Territorio interessato alla produzione:
Si producono nella provincia di Livorno.
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