Prodotto agroalimentare tradizionale della regione Toscana
Il pomodoro canestrino ha la tipica forma a canestro con solcature più o meno pronunciate. La polpa è soda, piena non acquosa , a bassa acidità ed elevato contenuto zuccherino; la buccia è sottile. La pianta presenta più palchi molto distanti fra loro (caratteristica che indica una grande crescita della pianta a scapito della produttività). I frutti spesso sono periformi sui primi palchi e diventano poi costoluti sui palchi più alti; la costolatura è molto marcata.
Viene colto maturo e resiste più giorni nello stadio di maturazione completa. Ciò presenta più vantaggi: il frutto giunge a maturazione sulla pianta e ne acquista in profumo e sapore, viene messo sul mercato di colore rosso e non verde, riempiendo l’occhio del consumatore. Coltivato prevalentemente in pianura, in terreni limoso-sabbiosi, necessita di terreni ben drenati e con fertilità abbastanza elevata, oltre che di un’abbondante concimazione organica. La coltivazione si effettua solo “in piedi” su canna o su filo, per questo richiede più cure di altre varietà. Può essere effettuata sia in campo che in serra. In quest’ultima situazione squilibri idrici possono causare spaccature dei frutti e accentuare il fenomeno dei marciumi apicali. In serra, questo pomodoro viene piantato a gennaio con rese fino a settembre ed in campo dal 20 aprile con rese fino alla fine di ottobre salvo gelate.
Tradizionalità
Il successo del canestrino è dovuto alla sua versatilità dato che può essere usato in insalata, fresco su piatti di pasta, per conserve o sughi pronti, e data la scarsa presenza di acqua e la forza della polpa si presta ad essere anche congelato. Non era diffuso prima della guerra. Ha sostituito il pomodoro detto Molgogle francese, che aveva la caratteristica di essere estremamente resistente al freddo ( la produzione arrivava fino a natale salvo forti gelate). Questa varietà è inserita nell’elenco per la tutela e la valorizzazione delle razze e varietà locali (L.R. n°64/04).
Produzione: Il pomodoro canestrino veniva coltivato da pochi produttori delle province di Pisa e di Lucca ed era considerata una produzione a rischio. Dopo il 2002 c’è stata una inversione di tendenza e grazie ad un lavoro di selezione in purezza, la produzione è in forte crescita, curata da una cooperativa locale lucchese. Ogni pianta produce 4.5 kg con rese di circa 300-500 kg/1000mq in campo e di 400-600 kg /100 mq in serra. Attualmente la produzione nella provincia si aggira sulle 200 t. con un totale di 60 produttori. La commercializzazione avviene prevalentemente in zona anche se una buona parte viene destinata a grosse catene di supermercati.
Territorio interessato alla produzione:
Utilizzato per il consumo anche in altre parti della Toscana, province di Lucca e Pisa.
Carne salata o nel bigoncio PAT Toscana
La carne viene tagliata in grossi pezzi e confezionata in vasi di vetro insieme a salamoia naturale. La consistenza è simile a quella del prosciutto, il colore è rosso scuro grazie all’assenza di conservanti. Per la preparazione si utilizza la parte inferiore del prosciutto, che viene tagliata in pezzi di circa 400 gr ciascuno e…
Rapo del Valdarno PAT Toscana
Ortiva tipica della cucina invernale, si consuma abbinata al maiale o alle preparazioni in umido dopo averla lessata. Seminato a spaglio a luglio o a settembre dopo il grano, nei primi mesi produce broccoletti, poi le piante vengono a poco a poco diradate fino a lasciarne una ogni metro, affinché possano formare una bella infiorescenza….
Sassi della Calvana PAT Toscana
Il prodotto in questione si richiama ai sassi dei Monti della Calvana e rispecchia la forma e le varianti di colore ed aspetto dei sassi stessi. Per ottenere ciò si utilizzano 4 diverse combinazioni di ingredienti naturali della Val di Bisenzio, che producono 4 diverse tipologie di biscotti, tutte comunque denominate Sassi della Calvana.