Il valore della gestione delle acque per il contrasto dei cambiamenti climatici

Area Ambiente e Territorio Confederazione Nazionale Coldiretti

L’indagine sui Consorzi di bonifica condotta dal Senato della Repubblica ha affermato il valore del carattere associativo e di autogoverno del territorio per una gestione efficace e sostenibile del governo delle acque per uso irriguo, industriale e igienico sanitario, oltre che per il controllo del rischio idrogeologico e la tutela del territorio, del paesaggio e dell’agroecosistema. La capacità progettuale, realizzativa ed operativa dei Consorzi di Bonifica è indispensabile per la re-infrastrutturazione hard (in grado di incidere profondamente sulla conformazione dell’infrastruttura) e soft (ad es. per la digitalizzazione delle reti) che consentirà una efficace azione di adattamento e contrasto al cambiamento climatico.

Alcuni degli aspetti cruciali per la conservazione dei territori di bonifica, e degli agglomerati urbani che essi incorporano, sono: il drenaggio delle acque e la difesa dalle inondazioni; l’allontanamento degli scarichi urbani e l’integrazione della acque reflue depurate nei sistemi irrigui; la manutenzione gentile e l’applicazione di tecniche basate sulla natura per il governo delle acque e per aumentare la biodiversità delle sponde dei canali; la produzione di energia rinnovabile e delle biomasse necessarie ai nuovi processi industriali basati su materie prime rinnovabili; l’infiltrazione delle acque per l’alimentazione delle falde che sostengono la vita dei suoli e ne contrastano la subsidenza e la salinizzazione. Va poi considerato che in vaste aree del Paese la rete di bonifica assolve anche al ruolo di distribuzione irrigua.

Le infrastrutture di bonifica che innervano e disegnano i territori rurali sono, quindi, da tempo multifunzionali e oggi i Consorzi ne stanno aumentando la capacità di produrre ambiente, biodiversità, energia, svolgendo un ruolo chiave nelle strategie di contrasto ai cambiamenti climatici. Sono diverse, infatti, le funzioni ambientali svolte dalla gestione collettiva dell’irrigazione. Il supporto agli habitat, approvvigionamento e produzione, la regolazione del ciclo dell’acqua e dei nutrienti, la protezione e eredità culturale e l’offerta di e attività ricreative legate agli ambienti d’acqua sono tutti benefici ambientali configurabili come servizi ecosistemici.

Scendendo nel dettaglio, l’attività di drenaggio e irrigazione influisce sul ciclo dei nutrienti nei suoli e nelle acque veicolate dai canali, opera per la conservazione di habitat umidi planiziali connessi agli alvei fluviali e mantiene la biodiversità nelle zone riparie e nei canali, funzioni essenziali al supporto degli habitat, specie in momenti di prolungata scarsità idrica o per evitare i danni causati da inondazioni. La rete di canalizzazione di Bonifica e gli impieghi dell’acqua nell’agroecosistema garantiscono la produzione di cibo e materie prime, oltre che la tutela delle falde dolci dall’intrusione salina. L’irrigazione è oggetto di un cambio di paradigma che la vede non più come uno strumento economico ma come l’indispensabile compensazione della carenza di precipitazioni e riserve idriche nei suoli necessarie alla sopravvivenza e produttività degli agroecosistemi e delle colture

In assenza di drenaggio e irrigazione, larga parte delle aree agricole che garantiscono la sicurezza alimentare del paese perderebbero dal 50 al 60% della loro capacità produttiva e, ancor di più, in futuro a causa del cambiamento climatico. La protezione dal dissesto idrogeologico e la regolazione delle acque figurano nella missione storica della Bonifica. Il nuovo corso della Bonifica, attento ai temi ambientali, opera anche per la regolazione del clima – garantendo il raffreddamento grazie ad un sufficiente flusso evapotraspirativo e aumentando le superfici umide con azione di regolazione del microclima. Ecosistemi come le risorgive e i fontanili dipendono dalla gestione consortile delle rogge e delle aree di infiltrazione a monte. La vita dei suoli richiede un livello adeguato di umidità garantito dalla supplementazione irrigua. Una manutenzione attenta delle ripe offre habitat per la biodiversità e per gli impollinatori.

Le nostre città d’arte sono sorte in seguito a magistrali opere di bonifica etrusche, romane, benedettine, sino alle grandi bonifiche del secolo scorso che hanno plasmato i territori italiani. Le opere idrauliche stesse sono parte della nostra eredità culturale e della nostra identità. Esse garantiscono la sussistenza dei paesaggi agricoli italiani e offrono grandi possibilità per attività ricreative, per l’integrazione in reti di mobilità sostenibile e sostengono quelle produzioni tipiche che fanno della cucina regionale italiana un patrimonio riconosciuto ed apprezzato globalmente.

Il succedersi di annate siccitose, ondate di calore, e tempeste di intensità e durata mai registrata in precedenza, ci ricorda che la necessità della gestione collettiva delle acque è più viva che mai. Ma le infrastrutture furono progettate per un clima, una società ed esigenze produttive e ambientali che progressivamente divergono dal quotidiano e che non corrispondono alle previsioni in un clima che cambia.

Questa crisi delle infrastrutture, piuttosto che decretarne l’obsolescenza, chiama ad una pronta azione di integrazione ed ammodernamento del reticolo idraulico e ad una nuova governance delle acque. ANBI e Coldiretti hanno proposto una soluzione che si basa sulla natura, il “Piano Laghetti”, che aumenta la capacità di stoccaggio delle acque, sostenendo tutti i servizi ecosistemici citati in precedenza, creando una rete interconnessa – strumento di resilienza e veicolo per la diffusione della biodiversità – che produce energia pulita sostenendo i processi di decarbonizzazione, la nascita di comunità energetiche e la creazione di reti digitali al servizio delle aree rurali e delle piccole comunità (leggi anche in questo stesso numero “Il piano laghetti: la proposta coldiretti e ANBI per una migliore gestione dell’acqua”.

Il nuovo modello di autogoverno dei Consorzi pone al centro la tutela del territorio e dell’ambiente, lo sviluppo dell’agricoltura, della filiera agroalimentare e delle energie rinnovabili. Una risorsa idrica sempre più scarsa richiede una gestione collettiva sostenibile ed efficiente, che eviti i conflitti tra settori produttivi e parti della società, nonché il prelievo indiscriminato dalla falda e quei danni ambientali le cui conseguenze ricadrebbero sulla collettività.

Fonte @RRN Magazine

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