Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Toscana
Il testarolo è un antico pane senza lievito (azzimo) di forma circolare, con basso spessore (circa 2-3 mm) e diametro di circa 40-45 cm. Ha aspetto consistente ma spugnoso e pasta di colore biancastro, tendente al marroncino. Esternamente, la parte venuta a contatto con il piano di cottura presenta colorazione bruno intenso, mentre la parte superiore ha il colore della mollica del pane casalingo, di cui peraltro conserva anche il profumo. Viene venduto sfuso nei forni e nei negozi di generi alimentari della Lunigiana e commercializzato a più ampio raggio in confezioni sottovuoto, che ne preservano le caratteristiche originarie.
La farina di grano viene amalgamata con acqua tiepida e sale fino all’ottenimento di una pastella molto liquida. Si scaldano quindi i testi di ghisa o di ferro sul fuoco vivo e, una volta ben caldi, vi si stende sopra la pastella in modo da formare un disco circolare. Ogni disco viene coperto con un altro testo caldo per completare la cottura, che richiede pochi minuti. Ancora oggi per la produzione casalinga vengono utilizzati appositi locali, chiamati “gradili” e destinati sia alla produzione dei testaroli, sia all’essiccazione delle castagne.
Tradizionalità
Il prodotto deve la sua tradizionalità al processo di lavorazione, che è rimasto invariata nel tempo (l’unica modifica riguarda il metodo di riscaldamento dei testi), e all’utilizzo di particolari attrezzi, i testi in ghisa, per la trasformazione.Il “testo” è un arnese a due componenti, la teglia, con bordo di 5-6 cm, e la cupola che viene utilizzato anche per la cottura di altri cibi. Nella preparazione del testarolo, la pastella viene a contatto solo con la facciata inferiore (testo “sottano”) dell’attrezzo, mentre la parte superiore della pastella si cuoce per irradiazione del calore proveniente dalla cupola coprente (testo “soprano”).
Una volta cotto, il testarolo viene tagliato a quadratini e fatto rinvenire in acqua bollente “ferma”. Scolato, viene condito con olio extravergine di oliva e pecorino grattugiato o con pesto di basilico, pinoli, aglio e olio extravergine (pesto gentile).Il testarolo viene anche servito con formaggi freschi e molli o con salumi. È un piatto povero che veniva consumato soprattutto dai contadini, ed oggi è molto ricercato e apprezzato nei ristoranti della Lunigiana.
Produzione: I testaroli vengono prodotti sia a livello familiare, sia da forni e pastifici per la commercializzazione; si può stimare una produzione complessiva di 950-1000 quintali l’anno.La vendita avviene non solo nella zona d’origine, la Lunigiana, ma anche nel resto della regione e, in quantitativi modesti, nel resto d’Italia.
Territorio di produzione
Lunigiana e provincia di Massa-Carrara.
Cavolfiore fiorentino tardivo PAT Toscana
Il fiore, detto “palla”, è leggermente appuntito e ricoperto dalle foglie anche a maturazione. Il colore è bianco sporco; ha un sapore molto intenso. Le pezzature vanno da 1 kg a 1,5 kg. Si produce a novembre-dicembre.
Frate lucchese PAT Toscana
Il nome “frate” si deve al fatto che questo dolce ricorda nella forma la chierica che un tempo usavano portare i frati sul capo. I frati vengono prodotti a Lucca dal 1893, al “Chiosco Nelli” posto in Piazza San Michele. Il chiosco prima era fisso, oggi viene montato solo in occasione delle fiere; è stato…
Carne di cavallo o puledro di Comano PAT Toscana
La carne di cavallo di Comano, genuina e saporita, si ottiene da puledri di 6-7 mesi allevati a Comano. Gli animali crescono, insieme alle madri, allo stato brado, sui pascoli appenninici fino al periodo della vendita, che tradizionalmente coincide con la Rassegna Equina Comano Cavalli di settembre.