Antica varietà di ciliegia piacentina: Flamengo, Pavesi, Mora o Mora piacentina, Mori, Marasca di Villanova, Prima, Primissima, Smirne, Mora di Diolo, Albanotti PAT Emilia Romagna

Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’ Emilia Romagna

Portinnesti: franco e Amarena piacentina e portainnesti locali a basso sviluppo. Sesti d’impianto e forma di allevamento: le madri di tutte queste cultivar sono allevate in forma libera con sesti d’impianto di almeno8x8 m. I nuovi impianti sono innestati su Amarena piacentina, allevati a vaso, con sesti di 6×6 m, oppure in forma appiattita (palmetta) con sesti di 6×5 m. Tecniche colturali effettuate secondo le tradizioni locali.

Tradizionalità

L’istituto di Coltivazione Arboree della Facoltà di Agraria della Università Cattolica di Piacenza ha condotto accurate indagini fin dagli anni ’60 sulle caratteristiche delle antiche varietà locali di ciliegio (Fregoni M. 1962). Come risulta dall’indagine del CNR sulle cultivar di ciliegio diffuse in Italia (Baldini E. 1973 – successivamente integrato dal Prof. Roversi con le schede pomologiche di cultivar piacentine di ciliegio dolce), in provincia di Piacenza la cerasicoltura vanta antiche tradizioni comprovate dalla individuazione e caratterizzazione delle 10 cultivar piacentine documentate, oltre a numerose altre documentate più di recente, nonché dalla presenza, nelle zone di produzione di giganteschi alberi secolari.

Referenze bibliografiche

  • Fregoni M., 1962;
  • Baldini E., 1973.

Territorio di produzione

Piacenza.

Trippa di manzo alla piacentina PAT Emilia Romagna

Trippa di manzo, fagiolini bianchi di Spagna, lardo, burro, aglio, due coste di sedano, una carota, una cipolla, salvia, alloro, prezzemolo, salsa di pomodoro, vino bianco secco, sale, pepe. Si risciacqua ripetutamente in acqua corrente la trippa, poi la si taglia a fettucce larghe 1cm circa. Si mette tutto in un recipiente di terracotta unitamente…

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Pappardelle PAT Emilia Romagna

Si usava la “rotella” anche par al parpadeli, specie di tagliatelle larghe, all’uovo, che si potevano mangiare in brodo di carne (come in casa mia); oppure condire asciutte, con sugo vegetale o ragù di carne, dopo aver bollito in acqua, naturalmente. Prima d’incidere, si tendeva a spolverare di formaggio la sfoglia.

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