Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’ Emilia Romagna
Le castagne devono rispondere a determinate caratteristiche agronomiche: numero di frutti per riccio non superiore a 3 e pezzature specifiche per le varietà Pastanesi, Ceppe, Pelose, Brovalghe, Lisanesi, Calaresi, Marroni. L’essiccazione delle castagne fresche va effettuata secondo le tecniche tradizionali e cioè con fuoco costante alimentato per 30-40 giorni, con spaccato di castagno senza aggiunta di altra specie.
Tradizionalità
Il castagno, fornitore di un alimento di primaria importanza, diventa “albero del pane” destinato a sfamare intere popolazioni dell’Appennino e non solo. Anche nell’Alta Valle del Reno si diffonde la coltivazione della “Castanea Sativa”. La storia degli insediamenti dei castagneti in questi territori non è certa, si può desumere sia stato introdotto da centinaia d’anni come ci insegna anche lo sviluppo di alcune piante pluricentenarie che ancora sopravvivono alla campagna del tannino. Attorno al 1920, infatti, nella zona fu insediata una fabbrica per la produzione di tanninoricavati dalla distillazione del legno dei castagni.
Territorio di produzione
Provincia di Bologna, territorio della Comunità Montana Alta e Media Valle del Reno, Comune di Granaglione, per la fascia compresa fra i 300 m.s.l.m. ed i 900 m.
Miacetto PAT Emilia Romagna
Castagnaccio PAT Emilia Romagna
Salame all’aglio PAT Emilia Romagna
Insaccato a base di carne di suino. Vengono utilizzate tagli di carne suina come: pancetta, spalla e altre parti magre. La carne viene sezionata, tritata, impastata con l’aggiunta di sale, abbondante aglio, aromi vari ed insaccata in budello naturale. Seguono poi le fasi di asciugatura e stagionatura. Da consumarsi affettato dopo la stagionatura consigliata.