Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’ Emilia Romagna
Bacche di rosa canina, miele o zucchero, limone. Si presenta come una purea dal colore rosso-vinaccia con riflessi arancio-dorati. Sapore moderatamente dolce, leggermente acidulo che denota la ricchezza di vitamina C. Le bacche sono raccolte dopo la prima gelata invernale. Si nettano con cura e si svuotano della peluria interna e dei semi. Si aggiunge il miele o zucchero e qualche goccia di limone e si lascia riposare una notte. Il giorno successivo il composto deve essere bollito fino a completa perdita d’acqua. Si invasa e si conserva al buio.
Tradizionalità
La rosa canina è un arbusto spontaneo della Famiglia delle Rosacee. Fiori a 5 petali che sbocciano da maggio a luglio, mentre i “falsi frutti” rossi nascono in autunno. Oltre alle bacche venivano raccolti anche i fiori ed i loro petali utilizzati per i più svariati usi gastronomici, incluso la produzione del rosolio.
Referenze bibliografiche
- Pozzetto G., “Carta dei sapori, sagre gastronomiche, prodotti e piatti tipici della Comunità Montana del Montefeltro”, La Griffe, Carpegna, 1999;
- Pozzetto G., “La cucina del Montefeltro”, Franco Muzzio Ed, Padova 1998.
Territorio di produzione
Area del Montefeltro, Rimini.
Tortelli di verza PAT Emilia Romagna
I tortelli di verza, tipici della cucina emiliana, sono caratterizzati da un ripieno che include verza, ricotta, parmigiano-reggiano, uova e spezie. La pasta fresca, che avvolge il ripieno, è spesso preparata con farina e uova.
Pane a lievitazione naturale PAT Emilia Romagna
Farina di grano tenero, acqua, sale, lievito acido. Pezzatura da 0.5 a 1 Kg, forma ovale-allungata, crosta di colore dal dorato al marrone scuro, con mollica da elastica a compatta al tatto, porosa.
Fave dei morti PAT Emilia Romagna
Un tempo, forse retaggio di un’offerta rituale, erano una consuetudine ai primi di novembre, e si preparavano con molta pazienza per offrirle ai parenti che, nella ricorrenza dei morti, facevano visita a casa. Questi dolci di pasta di mandorle sono evocativi del frutto, le fave per l’appunto, che erano considerate come nutrimento dei “lemuresì” ovvero le anime dei morti, nella festività…