Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’ Emilia Romagna
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Susina dalla forma ellittica; buccia di colore giallo-aranciato, sovracolore rosso – viola, polpa gialla; media resistenza alle manipolazioni, albero di portamento espanso. Curiosità Inserita nel catalogo “Tutela del patrimonio di razze e varietà locali di interesse agrario del territorio emiliano-romagnolo” ai sensi della Legge regionale n. 1/2008.
Tradizionalità
Il nome “Vacazza Zabeo” appare per la prima volta nel 1920 in un catalogo di vivaisti padovani, gli Sgaravatti di Saonara (PD). La definizione in Romagna di una prugna come “Vacca” sembra essere limitata alle prugne europee del tipo Regina Claudia (tale uso semantico non sembra essere diffuso in altre zone d’Italia). La sua presenza nel territorio romagnolo risale agli anni ’60, ed è pertanto relativamente recente. Piuttosto diffusa fino alla fine degli anni ’80, si è molto ridimensionata causa dei numerosi abbattimenti di vecchi impianti da parte dei frutticoltori locali.
Referenze bibliografiche
- Basso M., Faccioli F. (1978). Le principali prugne coltivate in Italia. Bologna;
- Bevilacqua G. (1963). Dati e notizie su alcuni settori frutticoli e vitivinicoli della regione emiliana: anno 1962. Relazione presentata all’Accademia nazionale di agricoltura nella pubblica adunanza del 16 febbraio- Compositori, Bologna, 1963.
Territorio di produzione
Provincia di Forlì-Cesena.
Amaretti PAT Emilia Romagna
Antiche varietà di nocciola piacentina: Tonda piacentina, nisola dmestiga PAT Emilia Romagna
La cultuivar nota in origine anche come “Tonda della Val Tidone” sembra originaria di quelle zone dalla quale si è diffusa negli ultimi cento anni. Qualche cespuglio particolarmente vecchio è visibile nelle vallate Tidone e Luretta.