Fonte @Raggruppamento Carabinieri Biodiversità
La Riserva Naturale Statale di “Serra Nicolino – Piano d’Albero”, istituita con Decreto del Ministero dell’Agricoltura e Foreste 28 dicembre 1971, faceva parte del vecchio complesso un tempo interamente di proprietà dell’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, oggi per la maggior parte transitato alla Regione Calabria, denominato “Montagna Magna-Pellegrina e Cinquemiglia”. L’area della Riserva è stata anche proposta per l’istituzione del “Parco Regionale di Monte Caloria e della Catena Costiera”, con delibera G.R. Calabria n. 261 dell’11 luglio 2013.
La foresta Montagna Magna è pervenuta all’Azienda con contratto 22 giugno 1918 per notaro Filadoro Donato di Frascati, e fu presa in consegna l’11 ottobre dello stesso anno. Il legname della foresta venne utilizzato principalmente per la realizzazione di traverse ferroviarie da utilizzare per l’allora costruenda linea ferroviaria tirrenica Napoli-Reggio Calabria.
È situata nel Comune di Mongrassano a circa 50 km a NW di Cosenza, è posta sul versante ionico della Catena Costiero o Appennino Paolano; la sua altitudine oscilla da quota 930 a 1257 m s.l.m. di Serra Nicolino. Il 90% della riserva si trova oltre i mille metri d’altezza sul livello del mare. La superficie complessiva è di 151 ha, composta in prevalenza da una rigogliosa fustaia di faggio con sporadici nuclei di cerro e specie igrofile lungo gli impluvi.
La Riserva si estende su terreni a notevole pendenza, con prevalente esposizione a Nord, ed è compresa tra la quota minima di circa 450 metri nel fondovalle, e la massima di 1250 di Serra Nicolino. Il complesso boscato Montagna Magna-Pellegrina e Cinquemiglia è di notevole importanza in quanto si identifica con l’importante corridoio ecologico costituito dalla Catena Costiera, di cui la Riserva Naturale Statale costituisce il principale, se non addirittura l’unico, snodo tra versante Ionico e versante Tirrenico, oltre che tra Massiccio del Pollino ed Altopiano della Sila.
Con Decreto del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste del 13 luglio del 1977, il bosco è stato iscritto alla scheda n. 124 del Libro nazionale Boschi da Seme, per la produzione di seme di faggio.
Habitat
Gli habitat d’interesse comunitario segnalati nella scheda Natura 2000 del sito “IT9310065” sono:
Cod. | Denominazione |
9210* | Faggete degli Appennini con Taxus e Ilex |
Ad essi vanno aggiunti
vegetazione igrofila dell’Asperulo-Alnetum cordatae.Questa tipologia di vegetazione è tipica delle situazioni di impluvio dei massicci cristallini del versante tirrenico calabrese e rappresenta un’associazione finale di stazioni umide in ambiente montano, spesso a contatto con la faggeta o boschi misti di querce e altre latifoglie. In molti casi la classificazione viene giustificata dalla sola presenza dell’Alnus cordata nello strato dominante.
cerrete riferibili al gruppo Physospermo verticillati-Querco cervidi sigmentum, tipica dell’Appennino meridionale; essa include, sempre con presenza sporadica, anche il castagno; inoltre Ilex aquifolium è presente nello strato arbustivo.
stagni temporanei. Queste fitocenosi si affermano in ambienti ove sono in atto moti franosi e fenomeni di disordine idrico superficiale.
Flora
La sola specie vegetale d’interesse comunitario segnalata nella scheda Natura 2000 del sito “IT9310065”, che ingloba quasi totalmente la Riserva, è il pungitopo (Ruscus aculeatus), riportato in All. V della Direttiva Habitat.
Ad esso vanno aggiunti, oltre al faggio (Fagus sylvatica), che domina allo stato puro oltre i 900 metri di quota su vaste aree coperte da fustaie, il cerro (Quercus cerris) e il castagno (Castanea sativa) governato a ceduo e in minima parte a fustaia.
A queste, sono sempre più o meno frammiste e subordinate altre specie secondarie quali Carpino nero (Ostrya carpinifolia) e Carpino bianco (Carpinus betulus), l’ontano napoletano (Alnus cordata), l’ontano nero (Alnus glutinosa), l’acero montano (Acer pseudoplatanus), e l’orniello (Fraxinus ornus).
Il cerro, in genere, si presenta allo stato puro sui crinali e sui dossi, mentre il castagno vegeta nelle vallette e dove il terreno è di maggiore profondità e freschezza.
L’orniello concorre prevalentemente nella formazione del sottobosco con soggetti di sviluppo notevole, mentre, a tratti, assume l’aspetto di densa intricata vegetazione che copre letteralmente il terreno.
Fra gli arbusti, anche se con scarsa frequenza, si incontrano il salicone, il biancospino, l’agrifoglio (anche con portamento arboreo), il pungitopo, le ginestre.
Fauna
La fauna è quella tipica dell’Appennino meridionale. Tra i mammiferi significativa è la presenza di cinghiali, lupi, volpi, scoiattoli, caprioli, martore, tassi, puzzole, gatto selvatico, ricci, ghiri e lepri. Sparvieri, gufi, allocchi, civette costituiscono l’avifauna stanziale. Tra gli uccelli migratori si segnala la presenza di tordi, cesene, beccacce.
Le zone umide sono frequentate da numerosi anfibi come l’ululone dal ventre giallo (Bombina pachypus), la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), la salamadra pezzata (Salamandra salamandra), il tritone crestato (Triturus carnifex), il tritone italico (Triturus italicus), la rana appenninica (Rana italica) e la raganella italiana (Hyla intermedia), tutte specie protette dalla Direttiva Habitat. Estremamente interessante, a quest’ultimo riguardo, è la presenza della salamandra pezzata (Salamandra salamandra subsp. gigliolii), sottospecie endemica del mezzogiorno d’Italia ed anch’essa strettamente protetta dalla Direttiva Habitat.
Tra i rettili, si registra la presenza della lucertola campestre (Podarcis sicula), del ramarro (Lacerta viridis), dell’orbettino (Angius fragilis), della vipera (Vipera aspis), della testuggine di Herman (Testudo hermanni), tutte specie protette dalla Direttiva Habitat.
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Per ulteriori informazioni riguardo le norme di fruizione della riserva, il centro visita e le attività in corso visita rgpbio.it Serra Nicolino – Piano d’Albero
Vedi Classificazione Aree Naturali Protette
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