Ciabatta di Sant’Antonio PAT Emilia Romagna

Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’Emilia Romagna

savata ed S. Antoni.

Dolce a base di farina, burro, zucchero semolato, mandorle dolci, uova e scorza di limone. Immergere per un attimo le mandorle in acqua in ebollizione, poi pelarle,metterle nel mortaio,unire una cucchiaiata di zucchero, pestarle bene riducendole in polvere. Mettere sulla spianatoia la farina, lo zucchero, la polvere di mandorle e la scorza grattugiata del limone: mescolare insieme gli ingredienti ,fare la fontana e versarvi in mezzo due uova intere più due tuorli e il burro a pezzetti. Lavorare solo quel tanto che basta per amalgamare gli ingredienti,poi fare con la pasta una palla, avvolgerla in un tovagliolo e tenerla in un luogo fresco per circa un ora. Disegnare su un cartoncino una suola e una tomaia, poi ritagliarle. Imburrare ed infarinare leggermente la placca del forno.

Con il mattarello stendere una sfoglia di pasta piuttosto alta,porvi sopra la suola e la tomaia di cartoncino e con il coltello ritagliare la pasta. Fare nella tomaia di cartoncino tre pieghe in punta e fermarle cucendole, appoggiarla poi sulla suola di pasta premendola un poco affinchè si fissi bene. Porre sulla carta la tomaia di pasta, premerla bene ai bordi affinchè aderisca alla suola. Con i ritagli di pasta fare una piccola treccia ed accomodarla sul bordo della ciabatta; sistemare attorno alla ciabatta, affinchè cuocendo non si allarghi, un cartoncino di quelli usati per rivestire le torte , badando che aderisca bene alla pasta. Indorare con un uovo sbattuto la pasta, porre poi tutto quanto sulla placca e metterla in forno già caldo lasciandovela per circa 40 minuti.

A cottura ultimata, levare il cartoncino che circonda la ciabatta e , se si riesce, anche il cartone che è nell’interno altrimenti lo si leverà quando si taglia. Accomodare la “ciabatta” su un piatto di portata e lasciarla raffreddare. Decorarla a piacere con “ghirigori” di cioccolata.

Tradizionalità

Ciò che la contraddistingue è la forma a ciabatta a ricordare, probabilmente, l’inizio di un periodo di riposo dai duri lavori della campagna. In Emilia vi era l’usanza di preparare la ciabatta in occasione della festa di Sant’Antonio; oggi però questa tradizione è pressoché scomparsa, e poche famiglie ricordano questo dolce,che faceva la gioia dei bambini.

Referenze bibliografiche

  • Gosetti della Salda Anna, Le ricette regionali italiane, Milano, La cucina italiana, 1967.

Territorio di produzione

Reggio Emilia e provincia

Fràndura PAT Liguria

La fràndura, semplice ma sostanziosa focaccia il cui ingrediente principale è rappresentato dalle patate, un tempo accompagnava gli agricoltori della zona montana della valle Argentina per il pasto frugale che si consumava nei campi.

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Sbira PAT Liguria

Dimenticato come le tripperie stesse, il brodo di trippa, a sbìra, non è un piatto solo ligure, ma è talmente antico che vale la pena di ricordarlo. Ricordarlo a chi lo ha sorseggiato, a chi ne ha sentito solo parlare, raccontarlo a chi non ne sa nulla.

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Fagiolo Cannellino PAT

La tradizionalità del prodotto è data dalla particolarità della cultivar: questo tipo di fagiolo cannellino è infatti una delle qualità antiche del luogo, conosciute e tramandate nelle famiglie da secoli. L’autoproduzione delle sementi garantisce tuttora il mantenimento delle caratteristiche dell’ecotipo autoctono.

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