Maccherone al pettine all’uso delle valli mirandolesi PAT Emilia Romagna

Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’Emilia Romagna

Macaròn col petan (all’uso) dla val mirandulesa

Farina di grano tenero, semolino e uova. Diversamente dai garganelli e dai maccheroni al pettine generici, che si presentano entrambi con le “punte” e cioè realizzati arrotolando la pasta lungo la diagonale, il maccherone al pettine all’uso delle valli mirandolesi si ottiene arrotolando la pasta lungo il lato, ottenendo così la forma di un maccherone cilindrico e senza punte.

L’impasto di farina di grano tenero, semolino e uova è tirata in sfoglia con spessore di 2 mm, viene tagliata in quadrati di 4/5 cm di lato. Ogni quadrato così ottenuto viene avvolto su di un bastoncino di legno (faggio) con diametro di 1cm e 20cm di lunghezza ottenendo così la forma di un cilindro liscio. Poi l’operazione di rotolamento del bastoncino sul “pettine”, mediante la forza del palmo delle mani sapientemente dosata, consente la rigatura trasversale della pasta e la saldatura dei due lembi sovrapposti. Il maccherone così ottenuto avrà tutta la superficie rigata da solchi distanziati di 2mm uno dall’altro.

Questo tipo di rigatura viene ottenuta dalle lamelle di canna palustre delle valli mirandolesi che formano il pettine, tradizionalmente utilizzato nei telai per la lavorazione del filato di canapa. I maccheroni vengono poi distesi su telai appositamente costruiti per l’essicazione della pasta e lasciati ad essiccare naturalmente all’aria fino al raggiungimento dell’umidità igroscopica. Il maccherone al pettine delle valli mirandolesi così ottenuto si può conservare in apposite confezioni e consumato entro 3 mesi.

Successivamente sono stati ideati pettini di minori dimensioni, fabbricati in legno, specificamente per la preparazione di questo maccherone e utilizzati anche per la preparazione dei garganelli.

 Tradizionalità

La nascita del Maccherone al Pettine è indissolubilmente legata alla lavorazione della canapa in quanto il “pettine” è quello strumento di legno che aveva la funzione, nei telai domestici, di mantenere distanziati i fili. I pettini avevano lunghezze diverse a seconda della larghezza del tessuto che si voleva realizzare. Praticamente in ogni casa colonica era presente un telaio in quanto la canapa è sempre stato un elemento importante dell’economia di sussistenza.

Referenze bibliografiche

  • “Istituto Atlante Linguistico Italiano” – didascalia foto: Quarantoli di Mirandola (MO), preparazione domestica di maccheroni rigati col pettine.
  • Camera di Commercio di Modena, “Raccolta provinciale degli usi”, capitolo 6 – anno 1985.

Territorio di produzione

Comune di Mirandola, provincia di Modena.

Crescenta fritta, cherscènta frètta PAT Emilia Romagna

È una specialità gastronomica tradizionale tipica delle provincia di Modena. Da disciplinare viene chiamata “crescenta fritta” ma è comunemente noto come “crescentine fritte”. Si tratta di un piccolo gustosissimo bocconcino di pasta leggermente lievitata fritto in strutto o olio bollente e servito ancora caldo e fragrante. La ricetta originale è depositata alla Camera di Commercio di Modena e prevede sia ingredienti obbligatori che facoltativi.

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