Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’Emilia Romagna
miacet
Dolce a base di noci sgusciate, uva sultanina, mandorle sgusciate e tostate, pinoli, miele, zucchero, rumgiulen piuttosto farinoso (cruschello), scorza limone, scorze arancio, olio extravergine d’oliva, acqua e un pizzico di cannella e sale. Sciogliere il miele nell’olio, unire l’acqua tiepida e lo zucchero, sale, cannella, l’uva (ammollata e ben scolata), le noci tritate grossolanamente, mandorle, pinoli, scorze tritata di arance e limoni. Aggiungere il rumgiulen poco alla volta fino ad ottenere una consistenza tale per cui un cucchiaio di legno rimane “in piedi”. Ungere gli stampi (padelle larghe e basse) con abbondante olio d’oliva, versare il composto in modo che si spanda bene sul fondo e cuocere in forno caldissimo, preferibilmente dal fornaio.
Tradizionalità
Il miacetto è il tipico dolce della vigilia di Natale che si prepara solo a Cattolica, confezionato rigorosamente con ingredienti che non “rompono” l’astinenza richiesta dalla Chiesa nei tempi quaresimali, con tutta probabilità è da collegarsi al migliacito termine del gergo culinario veneziano usato ad indicare dolci realizzati con l’aggiunta di farine “leganti” (rumgiolèn, crusca, miglio brillato farina di castagna, ecc.) e descritto nella sua esecuzione già in un anonimo trattato di cucina del secolo XV.
Curiosità
Si fa solo a Cattolica, “Dal port a li culonie” (dal porto alle colonie). Maria Lucia De Nicolò, storico, scrive: “Il miacetto, la cui etimologia è stata spiegata da alcuni come torta formata da mille acini, da altri come derivazione di mnàcia, mosto, è il dolce della Vigilia di Natale”.
Referenze bibliografiche
- Paolo Zacchia, “Il vitto quaresimale”, 1637.
Territorio di produzione
Comune di Cattolica, provincia di Rimini.
Frittata di funghi prugnoli PAT Emilia Romagna
Funghi spinarò, acqua, latte, panna, burro, uova, sale. Si puliscono e scottano i funghi, si strizzano e si fanno bollire con latte, (o panna) e burro, si sala leggermente e si unisce al tutto le uova.