Pinza bolognese PAT Emilia Romagna

Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’Emilia Romagna

penza bolognese

E’ un dolce a base di farina e uova fresche, caratterizzato dalla presenza di un ripieno di mostarda tradizionale bolognese, uva sultanina ed  eventualmente pinoli. Presenta forma oblunga e bordi arrotondati. Al taglio appare la cornice chiara dell’impasto che raccoglie l’amalgama scuro del ripieno. La Pinza Bolognese presenta una pasta compatta al taglio e il caratteristico sapore di mele cotogne e di caramello proprio della mostarda tradizionale bolognese.

Si procede alla preparazione della pasta frolla impastando uova, zucchero, burro, fino ad ottenere un amalgama uniforme. L’impasto così prodotto è pronto per essere lavorato in modo da ottenere una sfoglia dello spessore di circa 1 centimetro. Terminata la preparazione della sfoglia si procede a farcirla, stendendo sulla pasta la mostarda tradizionale bolognese, l’uva sultanina ed, eventualmente, gli altri ingredienti previsti. A questo punto la pasta viene richiusa avendo cura di incorporare al suo interno il ripieno. La cottura viene fatta in forno per 20-30 minuti ad una temperatura di 180°-200°C circa.

Tradizionalità

Nel 1644 l’agronomo bolognese Vincenzo Tanara, nella sua opera “L’economia del cittadino in villa”, descrive un dolce preparato nelle campagne del contado bolognese, noto con il nome di Pinza. La Pinza descritta da Tanara ha forma ovata e un ripieno di uva secca, caratteristiche riscontrabili nel dolce ancora oggi preparato nell’ambito della provincia di Bologna. Nel tempo la Pinza si è arricchita nel ripieno, con l’aggiunta della mostarda tradizionale bolognese, prodotto a base di mele e pere cotogne prodotto fin dall’antichità e impiegato per farcire altri dolci della gastronomia bolognese.

Referenze bibliografiche

  • Vincenzo Tanara “L’economia del cittadino in villa”;
  • Gaspare Ungarelli “Vocabolario del dialetto bolognese”, 1901.

Territorio di produzione

Provincia di Bologna.

Piada coi ciccioli PAT Emilia Romagna

Farina, ciccioli freschi, uova, strutto. Si lavora la pasta di pane con strutto fresco, si uniscono all’impasto i ciccioli sbriciolati (o lardelli di pancetta già rosolati in padella). Si tira l’impasto alto 1 centimetro, si stende nella teglia unta di strutto, sulla superficie si formano con le nocche delle dita tante piccole cavità, si condisce…
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Scàpa, mnufocc, menni PAT Emilia Romagna

E’ un derivato molto più “fluido” della polenta di castagne (da qui il nome skapa ossia “che scappa dal piatto”). Veniva, e viene consumata, dopo un parziale raffreddamento, o anche fredda, con il latte o la panna. Le materie prime sono costituite da: farina di castagne, acqua, latte e/o panna.

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Cherseinta sotto le braci PAT Emilia Romagna

Focaccia bianca cotta sotto braci. Farina bianca, un trito di aglio, lardo, sale, origano e un pizzico di lievito di birra. Si amalgamano gli ingredienti e si lascia lievitare. Si spiana all’altezza di un dito e si cuoce nel caminetto, sotto le braci, per almeno mezz’ora.

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