Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’Emilia Romagna
Farina di grano tipo 0, sale fino, acqua e olio extra vergine di olive. Si amalgamano gli ingredienti fino ad ottenere un impasto omogeneo e liquido facilmente versabile. Preriscaldare la padella con l’olio, versarvi un mestolo di impasto e stenderlo uniformemente con un cucchiaio di legno fino a farne uno strato di spessore uniforme. Girare la “Suläda” per cuocere e dorare anche l’altra parte.
Tradizionalità
Il nome Suläda deriva dalla padella (Söl) utilizzata per la cottura.
Referenze bibliografiche
- Atti e Memorie del 1° Congresso di Folklore modenese del 1-2 novembre 1958;
- “Il mondo agrario tradizionale nella valle padana”, Atti del Convegno di studi sul folklore padano, Modena, 17-18-19 marzo 1962, pag. 163 vengono citate le “Sulòd” o “Fritlòz” come alimento derivato dal frumento in uso nella valle del Dragone (Casola);
- Lo storico don Augusto Banorri in “Montese e suo territorio” manoscritto del 1927, (pubblicato in 2° edizione da Golinelli editore, Formigine, 2000) cita le “zampanelle”, la cui ricetta è verosimilmente identificabile con la sölada.
Territorio di produzione
Vallata del torrente Dragone, provincia di Modena.
Panzanella PAT Emilia Romagna
Castagnole PAT Emilia Romagna
Le castagnole, come tutti gli altri dolci di carnevale venivano consumate fino alla mezzanotte del martedì grasso, prima che suonasse la lóva, la campana che indicava la fine del carnevale; dopodiché, anche se avanzavano, ci si asteneva dal mangiarle per rispettare il digiuno del primo giorno di Quaresima.