Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’ Emilia Romagna
Seppia, piselli, conserva di pomodoro, olio extravergine di oliva, aglio, cipolla, prezzemolo, sale e pepe. Eliminate l’osso interno delle seppie. Asportate, se ancora presente, la sacca dell’inchiostro, gli occhi e il becco che si trova fra i tentacoli. Lavate le seppie e tagliatele a striscioline. Fate rosolare la cipolla e l’aglio con un po’ di olio; unite poco sale e versatevi le seppie tagliate; lasciate cuocere 5 minuti, bagnate con il vino bianco e fatelo evaporare. Unite a questo punto i pomodori, incoperchiate e abbassate la fiamma. Dopo 25 minuti aggiungete alla preparazione i piselli scottati per 3 minuti in acqua bollente salata. Continuate la cottura ancora per 15 minuti, aggiungendo acqua calda, se necessario. Regolate di sale e pepe, spolverizzate di prezzemolo e servite.
Un po’ di storia
La seppia è buona soprattutto in maggio, quando si avvicina alla riva per deporre le uova. E’ l’epoca in cui, sulle coste romagnole, i pescatori mettono in acqua le nasse, gabbie di legno e spago, che con l’aiuto di alcuni mattoni vengono affondate ad un migliaio di metri dalla spiaggia, dopo che nell’interno si sono messe delle frasche che invitano la femmina del nostro cefalopode…. a fare il nido.
Referenze bibliografiche
- Pellegrino Artusi, La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene, introduzione e note di Piero Camporesi, Torino, Einaudi, 1995; Prima edizione «Nuova Universale Einaudi19 70;
- Quondamatteo, L. Pasquini, M. Caminiti, Mangiari di Romagna, Bologna, Guidicini e Rosa Editori, 1979;
- Contoli, Guida alla veritiera cucina romagnola, Officine Grafiche Calderini, 1972;
- Quondamatteo, Grande dizionario (e ricettario) gastronomico romagnolo, Imola, Grafiche Galeati, 1978;
- Alessandro Molinari Pradelli, La Cucina della Romagna in cento ricette tradizionali, 1998 Newton & Compton editori s.r.l..
Territorio di produzione
Provincia forlivese, in particolare nel comune di Cesenatico.