Asparago bianco PAT Friuli Venezia Giulia

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Friuli Venezia Giulia

La parte edule è rappresentata dal turione, completamente bianco, che è raccolto non appena emerge dalle prose di terreno.

Metodo di lavorazione, conservazione e stagionatura

Terreno: il terreni interessati dalla coltivazione sono permeabili, leggeri o di medio impasto ma comunque ben drenati

Varietà: le varietà coltivate sono molteplici ma tutte riferibili a selezioni più o meno recenti del “Precoce d’Argenteuil”. Si caratterizzano per la buona precocità e rusticità, presentano un turione di dimensioni medie o elevate, assenza di fibrosità e apice ben serrato.

Materiali di propagazione:  l’impianto viene realizzato facendo uso, in genere, di zampe anche se saltuariamente sono effettuate coltivazioni a partire da piantine.

Modalità di impianto: Il terreno viene preparato con un’aratura profonda a volte integrata da una ripuntatura per favorire il drenaggio delle acque. In concomitanza con questa operazione viene interrato del letame (ove reperibile) e dei concimi fosfo-potassici.

Le zampe vengono messe a dimora fra marzo ed aprile, mentre se si tratta di piantine i tempi si dilatano fino ad inizio estate. L’investimento medio è di circa 10 -16.000 piante ad ettaro che corrispondono ad un sesto d’impianto variabile fra 2–3 metri tra le file e 0,3-0,4 metri sulla fila.

Operazioni colturali: Sulla prosa viene steso un film pacciamante in polietilene nero che vi rimane per tutta la durata della raccolta. A conclusione della fase produttiva si procede alla rottura delle prose, al pareggiamento della superficie e alla concimazione di mantenimento.

Raccolta: inizia a partire dalla terza stagione vegetativa ( due-tre settimane) e va a regime a partire dal quarto anno. Da questo momento in poi dura mediamente 60 giorni.  Commercializzazione: i turioni vengono dapprima lavati, toelettati e successivamente calibrati per essere venduti in mazzi o sfusi.

Tradizionalità

  • G.A. Pirona, E. Carletti, G.B. Corgnali – “Il nuovo Pirona” vocabolario friulano edito a Udine nel 1935.
  • E. Sartorelli – Uno sguardo alla gastronomia friulana in “Sot la Nape” – Bollettino trimestrale della società filologica friulana n°1 gennaio-marzo 1960 (Udine).

Territorio di produzione: Intero territorio regionale.

Cavolo cappuccio di Collina di Forni Avoltri PAT Friuli Venezia Giulia

La coltivazione del Cappuccio di Collina (nome locale: chiaput) è nota sin dai secoli scorsi. Il seme, tramandato da generazioni, è ancora quello originale e non se ne conosce la provenienza storica. Numerose sono le pubblicazioni sui giornali locali; inoltre, sono molteplici le indicazioni culinarie sull’utilizzo dei “crauti” ottenuti con questo ortaggio.

Continua a leggere

Sciroppo di olivello spinoso PAT Friuli Venezia Giulia

Da sempre le popolazioni di montagna hanno raccolto, trasformato e conservato le piante spontanee raccolte da maggio ad ottobre, per ottenere prodotti idonei al consumo e all’integrazione alimentare durante le lunghe stagioni invernali. Questo sciroppo di olivello spinoso è ricchissimo di vitamina C, può essere diluito in acqua fresca, ottenendo un ottimo e salutare rimedio…

Continua a leggere

Pestadice PAT Friuli Venezia Giulia

Si tratta di un insaccato molto particolare fatto dalla pasta del comune salame a cui vengono mescolati, in quantità variabile, ciccioli di maiale. Questo prodotto, tipico nella tradizione contadina delle Colline Moreniche ed in particolare di Fagagna (Ud), serviva come base per le frittate che venivano fatte per dare energia ai contadini che in primavera…

Continua a leggere

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *