Fagiolo bonèl di Fonzaso PAT Veneto

 Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Veneto

Fagiolo bonèl di Fonzaso, bonèl de Fondaso.

È un agro-ecotipo di fagiolo consumato sia fresco che secco. La pianta è rampicante di colore verde intenso, annuale e raggiunge altezze medie di 2,5 m. I baccelli sono distribuiti uniformemente sulla pianta che abbisogna di sostegni. Il baccello fresco, di lunghezza pari a circa 15 cm e di colore giallognolo chiaro, maturando assume una colorazione più marcatamente gialla fino a diventare di un colore nocciola quando è secco. I semi, del peso di circa 0,65 g, sono presenti mediamente in numero di 6 per baccello, di forma schiacciata oblunga-compressa, colore biancastro-nocciola chiaro uniforme. Tra i parametri correlati alle caratteristiche culinarie, è riconosciuto il sapore delicato e raffinato, l’elevata digeribilità e l’ottima attitudine ad essere utilizzato in deliziose creme di fagioli.

Le tecniche di coltivazione sono le stesse da svariati decenni. La selezione delle sementi viene fatta a livello familiare seguendo criteri immutati nel tempo. La semina viene fatta nel mese di aprile/maggio a seconda delle condizioni climatiche. La forma di allevamento più frequente è quella in consociazione col mais. Solitamente si seminano 1 o 2 semi di “fagiolo bonel” in una pianta di mais e si evita di seminare fagioli nelle successive 3 piante, mentre si ripete l’operazione nella quarta pianta. La semina avviene quando la pianta di mais è alta circa 12-15 cm.

I tutori

Successivamente quando il mais ha raggiunto l’altezza di 50 cm e il fagiolo è già arrampicato adesso si “dà terra”. Vengono anche usati i classici tutori di nocciolo, legati con uno o due fil di ferro (che corrono a metà e nella parte alta del tutore) fissati a due o più pali portanti. Per ogni tutore si seminano 5 fagioli. La raccolta del primo prodotto fresco avviene solitamente ad agosto e prosegue fino a novembre.

Viene raccolto e mangiato fresco (agosto-settembre) oppure conservato in congelatore. Il prodotto si raccoglie anche secco (settembre-ottobre), si sbaccella e seleziona, poi dopo 10 giorni in congelatore, si conserva all’asciutto in sacchi di tela. Viene utilizzato in deliziose creme di fagioli.

Tradizionalità

L’agronomo Filippo Re, così presenta all’inizio del 1800 lo stato della coltura nel Feltrino: “I nostri fagioli bianchi sono molto ricercati, e danno un rifl essibile commercio attivo al paese. Si traducono per Piave a Venezia, indi si imbarcano per Cadice, e Lisbona ecc”. Nell’elenco del commercio della Provincia del 1833, i fagioli figurano come genere d’esportazione e nel 1880, parlando dei fagioli, Riccardo Volpe, segretario della Camera di commercio ed Arti di Belluno, li definisce una “Importante merce di esportazione”. Quest’ultimo richiama genericamente la loro estrema varietà e afferma che vi è una certa regressione delle varietà bianche, che risulterebbero meno resistenti al clima della provincia.” Il “fagiolo bonèl di Fonzaso” è rimasto con il suo antico nome, anzi si è legato indissolubilmente al suo paese, tanto da essere indicato con il nome dialettale di “bonèl de Fondaso“ ed essere, agli inizi del 1900 e a cavallo tra i due conflitti mondiali, il fagiolo più coltivato nel territorio fonzasino.

Territorio interessato alla produzione Provincia di Belluno, in particolare il comune di Fonzaso e l’intero territorio della Comunità Montana Feltrina che comprende i comuni di Alano di Piave, Arsiè, Cesiomaggiore, Feltre, Lamon, Pedavena, Quero, San Gregorio nelle Alpi, Santa Giustina, Seren del Grappa, Sovramonte e Vas

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