Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Veneto
Rufiolo di Costeggiola.
Il “rufiolo di Costeggiola” è una sorta di raviolo dolce disegnato su una mezzaluna di pasta, ha dunque la forma del sole nascente (o come la cresta di un gallo) ed è composto da un ripieno avvolto dalla pasta liscia e sottile. Per il ripieno si utilizzano: amaretti, uva appassita, pane grattugiato, brodo di carne, cedrini, mandorle, zucchero, uova, pinoli, rhum, noce moscata, formaggio grana; gli ingredienti della pasta sono farina, uova, latte, sale.
Il prodotto viene lavorato in tre fasi. Inizialmente si prepara il ripieno del “rufiolo”, che viene lavorato miscelando i vari ingredienti e lasciato riposare per 24 ore. La seconda fase consiste nel preparare la sfoglia di pasta e stenderla, poi si deposita la dose di ripieno richiudendolo sovrapponendo la pasta tagliandola con l’apposito stampo artigianale a forma di “rufiolo di Costeggiola”. A questo punto il dolce viene fritto in abbondante olio di semi. La conservazione deve avvenire in un luogo fresco ed asciutto e al riparo da fonti luminose e deve essere consumato preferibilmente entro 30 giorni dalla data di produzione. Il “rufiolo di Costeggiola” è un dolce particolare, che andrebbe degustato accompagnandolo con vino dolce.
Tradizionalità
Il “rufiolo di Costeggiola” è un prodotto nato nelle case contadine con ingredienti di recupero, in origine veniva cotto nel brodo e solo successivamente è stato realizzato esclusivamente come dolce. Subito dopo la seconda guerra mondiale, il 17 gennaio, in occasione di Sant’Antonio abate protettore degli animali e patrono del paese di Costeggiola gli abitanti iniziarono a festeggiare in piazza. Le osterie del paese che erano aperte in quella data portavano sui tavoli, piatti di “rufioi” di Costeggiola, accompagnati da un buon bicchiere di vino. Nel 1949 è iniziata la prima sagra paesana, chiamata appunto dei “rufioi”, che nel corso degli anni si è sviluppata sempre più.
Territorio interessato alla produzione Il paese di Costeggiola, frazione del comune di Soave, in provincia di Verona.
Luganeghe de tripan PAT Veneto
Smegiassa PAT del Veneto
La “smegiassa” è prodotta nella zona indicata da tempo indefinibile, codificato nella raccolta di ricette di cucina tipica padovana di Giuseppe Maffioli (1981) e ne “La Saccisica e le sue ricette” di Giovanni Bianco Mengotti (1976).