Melone Verde PAT Sardegna

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sardegna

Melone Verde (Melone Inodorus – Melone d’inverno) – Melone Inodorus – Melone d’inverno

Frutti di pezzatura medio-grande, con un peso compreso tra 1,4 e 4 Kg caratterizzati da una forma ellissoidale ovoidale, con buccia color verde intenso dalla superficie liscia o leggermente rugosa con rettatura più o meno marcata e macchie più scure tendenti al giallo, giallo-verdastro. La polpa è bianca, o bianca cremosa croccante con un alto contenuto di zucchero ed un’ottima conservabilità. Per le diverse esigenze commerciali può essere confezionato in imballaggi di plastica o di cartone.

I meloni sono coltivati sia in pieno campo che in situazione di semiforzatura e in strutture protette quali serre in ferro-vetro, ferro-plastica, legno-plastica. Il processo comincia con la sistemazione del terreno che deve essere fresco e ben drenato. La preparazione avviene con largo anticipo e in modo da evitare ristagni idrici. La concimazione dei terreni durante il periodo produttivo avviene in genere attraverso la distribuzione di letame o altra sostanza organica in fase di pre-aratura. Nella maggior parte delle aree di produzione, le piantine di melone sono preparate in vivai specializzati e successivamente trapiantate. Il trapianto, eseguito a mano o mediante l’ausilio di trapiantatrici meccaniche, in genere su terreno pacciamato, avviene in epoche diverse a seconda del periodo e del tipo di coltivazione praticata, verosimilmente rispettando questo calendario: precoce (sotto strutture di forzatura o di semiforzatura) da metà gennaio a metà aprile; pieno campo precoce da fine aprile sino a tutto maggio; pieno campo tardivo da giugno in poi.

I sesti di impianto utilizzati variano in relazione al tipo di piantine utilizzate, convenzionali o innestate, alla natura del terreno e alla tradizione colturale localmente adottata. L’allegagione dei fiori, sia nelle coltivazioni in pieno campo che in quelle semiforzate e protette, avviene grazie all’opera di insetti pronubi nel rispetto dei parametri della produzione integrata. L’irrigazione, avviene attraverso impianti microirrigui a manichetta forata o ali gocciolanti. La raccolta, effettuata manualmente, è eseguita nelle prime ore del mattino, quando le temperature sono più fresche. I frutti sono depositati tra le file di coltivazione e successivamente riposti con cura in contenitori idonei al trasporto e inviati presso il magazzino di lavorazione.

I frutti, raccolti e trasportati nei magazzini di lavorazione, sono puliti e disposti all’interno di apposite casse o confezioni di vendita. I meloni non immediatamente destinati alla vendita sono conservati in luoghi freschi e asciutti o in celle frigorifere, per periodi di tempo variabili, in base all’epoca di coltivazione e alla varietà, ma che possono durare anche alcuni mesi.

Tradizionalità

La produzione dei meloni verdi nelle aree vocate e con le tecniche produttive sopradescritte, avviene da oltre 25 anni, in quanto, nella naturale evoluzione della pratica colturale, la tecnica irrigua era andata gradualmente a innovare e sostituire la produzione praticata in asciutto, peraltro ancora presente in diversi areali tradizionalmente vocati. La coltivazione del melone verde, quindi, viene realizzata secondo metodiche che, pur migliorandosi nel tempo, conservano comunque la loro tradizionalità.

La tradizione emerge già dalla descrizione che Goffredo Casalis, nella sua memorabile opera del 1840 (Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna) fa di alcuni paesi dell’Isola, specificandone le attività agricole.

Testimonianze storiche

Testimonianze storiche della presenza della produzione del melone nell’Isola sono ancora precedenti rispetto a quanto riportato dal Casalis. Nell’opera Agricoltura in Sardegna di Andrea Manca dell’Arca, edita nel 1780, l’autore descrive in maniera precisa le varietà e le tecniche produttive e di raccolta del melone, soffermandosi anche sugli usi gastronomici tipici dell’epoca; nell’opera precedentemente citata Andrea Manca parla di melone utilizzato nelle minestre di magro e di grasso e di scorze confettate con miele, mosto cotto o zucchero. Un’altra particolare ricetta di antica origine è costituita dalle “bucce di melone sott’olio”, preparazione tipica della zona di Orune, in provincia di Nuoro. La ricetta di questa conserva risale alla prima guerra mondiale ed è stata suggerita dalla scarsità delle risorse alimentari durante quel periodo. Allora, infatti, la Sardegna era ricca di olio di oliva ma povera di alimenti; si pensò alle bucce di melone bollite in acqua e aceto, asciugate e conservate in barattoli con olio, aglio, prezzemolo e origano. Si producono d’ estate, quando i meloni sono freschi e saporiti, e sono pronte dopo un mese di riposo in cantine fresche e buie. Si conservano a lungo.

Territorio di produzione Tutto il territorio regionale

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