Pianta del mirto PAT Sardegna

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sardegna

Pianta del mirto (Myrtus communis L) Mulsta, Multa, Murta, Murtin, Murtizzu, Muta, Murtauccia, Murtaurci, Murtaucci.

Pianta legnosa spontanea, poco eretta dal suolo, spesso ramificata fino al piede. Viene altresì coltivata per ornamento. Si presenta con foglie opposte, intere, di un verde intenso, ovali o lanceolate, cosparse di punte glandolose, con nervatura mediana saliente. L’altezza varia da 80 centimetri a 3 metri. Il tronco si presente eretto, di forma cilindrica, i rami sono eretti e presentano colorazione grigiastra quando sono adulti.

La fioritura, che avviene nel periodo fra maggio e luglio, è costituita da fiori bianchi, regolari, profumati. Sono composti da cinque petali di forma triangolare. Il frutto è una bacca, si presenta globoso, di colore bluastro, sormontato dal calice più o meno spesso. I prodotti della pianta del mirto sono costituiti dalle bacche, cortecce, fiori e foglie che subiscono processi tesi al loro impiego medicinale, tintorio e aromatico.

La raccolta delle bacche e delle foglie avviene recidendo i rami carichi di frutto quando la pianta necessita di una potatura (piante vecchie), oppure utilizzando rastrelli di legno o plastica che, opportunamente passati sui rami, ne determinano la caduta in tinelli di raccolta. Le foglie vengono raccolte manualmente nelle ceppaie del sottobosco. Terminata l’asportazione delle suddette, le ceppaie vengono potate.

Tradizionalità

Documenti storici attestano l’utilizzo di tutte le parti della pianta del mirto per finalità medicinali, tintorie e aromatiche. L’infusione delle bacche in alcol o in acquavite per la produzione del noto liquore è solo uno dei possibili utilizzi del M. communis L.., peraltro assai più recente rispetto agli usi in ambito domestico e farmaceutico delle foglie. Infatti, le proprietà antisettiche delle foglie, sia bruciate nelle stanze per disinfettare l’aria, o sotto forma di decotto per lavaggi, hanno radici antichissime. Inoltre, l’essenza dei tannini estratti dalle foglie con l’utilizzo del vapore, è impiegata in farmacia per le note proprietà astringenti. La diffusione sul territorio del M. communis L.. e la reperibilità in grandi quantità ha anche consentito il massiccio impiego di foglie e corteccia per la concia delle pelli.

Si allegano: – – – – – –

  • Scheda tecnica: Myrtus communis L.(allegato 1/a);
  • POM, misura 3 “Sostegno dei servizi di Sviluppo Agricoli”, pubblicazione relativa al corso di riqualificazione “Le piante aromatiche, officinali e l’erboristeria”, CIFDA Sardegna (allegato 2);
  • Estratto da ACS Publications: “Composizione chimica di Volatiles in estratti sardi dell’alcolizzato del mirto (Myrtus communis L.) ed olii essenziali”(allegato 3);
  • ERSAT, Servizio ATPIA: Progetto finalizzato “Produzione di oli essenziali nelle aree rurali di montagna per l’industria dell’Aromaterapia e dei Profumi”, impieghi officinali del mirto (allegato 4);
  • Università degli Studi di Sassari: “Studio sulla valorizzazione delle piante aromatiche e officinali”, Relazione scientifica finale, volume I – Progetto PIM/Sardegna, Sottoprogramma agricoltura, Misura 4;
  • Università degli Studi di Sassari, Dipartimento di Economia e Sistemi Arborei: “Terza Giornata di Studio sul Mirto”, sezioni dedicate a :
    1. Applicazioni dei marcatori molecolari per la caratterizzazione di genotipi di Myrtus communis L..;
    2. Scelta varietale per la coltivazione del mirto;
    3. La nutrizione minerale del mirto;
    4. Nuove acquisizioni per la determinazione della qualità dei frutti di mirto;
    5. Osservazioni sullo stato della coltura del mirto. (allegato 6).

Territorio di produzione: Tutto il territorio della Regione Sardegna. L’impiego di foglie, fiori e corteccia per la preparazione di oli essenziali predilige le produzioni degli areali montuosi.

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