La Cioccolata a squajo è una gustosa bevanda dolce, densa e servita rigorosamente calda a base di cacao in polvere e latte, la cui preparazione a Tuscania era tradizionalmente legata a eventi religiosi ma in modo particolare ai matrimoni e alle comunioni presso quelle famiglie che in passato non potevano permettersi di organizzare un costoso…
Liquore ottenuto mediante infusione enoalcolica (alcool con aggiunta di vino bianco) della radice essiccata della pianta di genziana (presente in commercio) ed altri aromi naturali: chiodi di garofano, cannella, ginepro etc.
La preparazione del liquore fragolino prevede la macerazione delle fragoline di bosco in alcool puro per circa 40 giorni. L’infuso, filtrato e diluito con sciroppo di acqua e zucchero, viene imbottigliato e lasciato riposare per circa 30 giorni.
Liquore di colore verdastro e sapore amarognolo. Per la preparazione del nocino vengono impiegati i frutti immaturi del noce, suddivisi in quattro parti e posti a macerare in vino bianco per 40 giorni circa. Successivamente l’infuso viene filtrato e diluito alcool puro, acqua e zucchero. Il liquore viene imbottigliato e lasciato riposare per circa 1…
Liquore secco a base di anice stallato (Lllicum verum), alcol, acqua ed aromi naturali (da infusione di erbe). Il mistrà ha una gradaziona alcolica pari al 42%.
Si tratta di un liquore a base di amarene selvatiche (visciole) raccolte in ambienti incontaminati e lontani da fonti di inquinamento. Si caratterizza per una gradazione alcolica variabile 20°-22° in quanto preparata con l’aggiunta di alcol per liquori o vino rosso Il colore è rosso più o meno intenso, l’odore è quello caratteristico di amarene…
Liquore a base di anice stellato (Illicum verum), alcool, acqua, aromi naturali (da infusione di erbe), sambuco, coriandolo. Presenta una gradazione alcolica pari al 40% ed una concentrazione zuccherina di circa il 38% .
Liquore dolce a base di distillato di fiori di Sambuco (Sambucus nigra) ed infuso di diverse specie di anice, presentata con una gradazione ottimale di 42°. La Sambuca vecchia Ciociara si caratterizza per un bouquet ormai collaudato da secoli che si esprime al meglio grazie alla ricchezza delle proprietà aromatiche e terapeutiche delle piante utilizzate….
Distillato a base di anice stellato, fiori di sambuco, alcool, zucchero ed acqua, Presenta colore trasperente, gradazione alcolica di 40 – 43°, spiccato aroma di anice e gusto dolce. Per la sua preparazione è prevista un’infusione per una intera nottata ed al mattino seguente il distillato viene portato prima ad ebollizione e poi raffreddato mediante…
Bistecche di maiale sottoposte a salatura per 24 ore e successivamente cotte alla brace. Dopo la cottura è previsto un periodo di raffreddamento a temperatura ambiente. Le bistecche vegono poi conservate sott’olio extravergine di oliva in barattoli di vetro.
La bresaola di bufala è un salume magro, stagionato per 20-40 giorni e ricavata dalla lavorazione dei tagli pregiati della carne di bufala come il girello e la lombata. Si presenta di colore rosso vivo e particolarmente aromatica alla tecnica della marinatura sottovuoto, praticata prima della stagionatura vera e propria, a base di sale, peperoncino,…
Il consumo di budella di maiale è noto sin dal tempo dei romani. E’ un alimento tipico della cucina popolare abituata a utilizzare ogni parte del maiale. A Viterbo i budellucci sono chiamati “viarelli” ed in alcuni paesi della Provincia prendono anche il nome di “beverelli” (perché, essendo salati, invitano a bere). Prodotto storico della…
Salume di peso variabile da 1,2 a 2 kg che presenta colore interno rosso screziato bianco e forma è cilindrica. Il processo di preparazione prevede la rifilatura del taglio, la salatura ed il condimento con sale, pepe, aglio ed eventualmente peperoncino e noce moscata. Prima della stagionatura, che dura circa 2 mesi, è prevista, presso…
La Maremmana è una razza di grande fascino e straordinaria bellezza, svolge un ruolo fondamentale sul territorio, assicurando il presidio dell’uomo e la conservazione del più tipico paesaggio della Maremma Tosco-Laziale. La razza bovina Maremmana, allevata da secoli nella maremma Tosco-Laziale, un tempo paludosa e malarica, è indubbiamente il prodotto dell’ambiente in cui vive. Secondo…
La carne di bufala Pontina si caratterizza per una notevole tenerezza (legata alla presenza della idrossiprolina), maggiore succosità, colore rosso vivo (per la maggiore quantità di ferro rispetto agli altri tipi di carne), una minore presenza di grasso d’infiltrazione ma una notevole quantità di grasso di copertura facilmente separabile dal tessuto magro.
La carne del Coniglio Leprino di Viterbo allevato all’aperto con il sistema delle celle interrate ed alimentato con mangimi non medicati senza uso di antibiotici, risulta particolarmente saporita, con una buona consistenza alla cottura e senza la presenza di odori sgradevoli. Si tratta di una razza costituita geneticamente da nuclei di animali appartenenti alla razza…
Si utilizza per questa lavorazione, prevalentemente, il coscio della pecora disossato che, arrotolato, si condisce con sale, pepe, peperoncino e si strofina con aglio. Si pone ad asciugare vicino al camino e si lascia stagionare in cantina.
Il carpaccio di bufala è una carne semi poco essiccata, magra e particolarmente tenera, ottenuto dalla lavorazione dei tagli pregiati della carne di bufala come il girello e la lombata. E’ un prodotto particolarmente aromatico, fresco e profumato grazie alla tecnica della marinatura sottovuoto a base di sale, peperoncino, aglio, ginepro, rosmarino e alloro.
La produzione della coppa reatina è piuttosto antica. Nasce dall’impiego di quelle parti di carne suina scartate dopo il sezionamento, in quanto non utilizzabili per la preparazione di salumi conservati. La lavorazione delle carni suine e la loro trasformazione in prodotti della salumeria fanno parte della tradizione norcina, che, soprattutto nel comprensorio dell’alto reatino, grazie…
Selvaggina e teste di maiali o di cinghiali sono, nel basso medioevo, le pietanze più apprezzate o le più gratificanti per i convitati nobili. In Viterbo, in questo periodo, il capo del maiale ha la stessa importanza del resto dell’animale come si evince dallo “Statuto dei macellari” del 1384. Tale preparazione potrebbe, pertanto, affondare le…
Le Coppiette affumicate di bufala sono listarelle di carne più o meno grandi, di colore variabile dal rosso vivo al marrone scuro, ottenute dalla lavorazione di carne magra di bufala ricavate dalle rifilature dei tagli di seconda scelta. Sono particolarmente saporite e aromatiche grazie al condimento con il sale, peperoncino, abbondante aglio e vino bianco…
Carne magra di suino, bovino (anche di pura razza Maremmana e relativi incroci) ed equino, essiccata ed aromatizzata con peperoncino, semi di finocchio, aglio, rosmarino e vino bianco. Il prodotto presenta la caratteristica forma irregolare a listarelle più o meno grandi e colore da rosso vivo a marrone scuro. Generalmente confezionata in vaschette o in…
Il filetto di Leonessa presenta forma parallelepipeda e colore interno bianco roseo screziato di rosso. Per la sua preparazione la materia prima deriva da suini nazionali pesanti alimentati a secco. Entro 24 ore dall’arrivo della mezzena viene effettuato il sezionamento dei tagli, mantenuti poi in cella frigo. Scelto il taglio idoneo, ossia il filetto, si…
Dalla caratteristica forma triangolare, il guanciale amatriciano è tra i PAT – Prodotti Agroalimentari Tradizionali, con il suo sapore intenso e deciso e il tipico colore bianco nella parte grassa e rosso vivo nella parte magra.
Prodotto tradizionalmente nei mesi invernali, il Guanciale dei Monti Lepini al maiale nero si ottiene dalle guance di maiali della razza locale “maiale nero dei Monti Lepini” condite e aromatizzate con pepe, peperoncino, finocchio, timo e rosmarino. Presenta la classica forma triangolare e pezzatura da 0,5 a 1kg. La stagionatura va da 20 a 120…
Il guanciale si ricava dal guancia del maiale di razza Casertana macellato al peso vivo di 130-150 kg. Si tratta di un salume di circa 3 Kg di peso posto a stagionato 4 mesi circa, che presenta la caratteristica forma anatomica della guancia, ovvero forma triangolare. Il colore è rosso, con la parte di tessuto…
Salume di circa 1Kg di pezzatura. Forma anatomica della guancia (triangolare); colore rosso screziato di bianco, a volte la parte di tessuto adiposo appare di colore roseo. Sapore da sapido delicato a sapido piccante. In alcuni casi aromatizzato con fumo di asciugatura o di specifica affumicatura.
Il Lardo del campo prende il nome dalla consuetudine, ormai difusa da oltre cinquant’anni, di aromatizzare la superficie con essenze prelevate direttamente “dal campo”. Tali essenze conservano qualità antiossidanti che consentono di conservare a lungo il prodotto. La produzione tradizionale di questo gustoso insaccato trae origine dall’abitudine degli abitanti di Olevano Romano di allevare in…
O Lardo di forma parallelepipeda, stagionato per 90 giorni, sottoposto a salatura a secco ed aromatizzato. La tradizionalità del Lardo di Leonessa è legata al tipo di materia prima utilizzata, che deriva da suini pesanti alimentati a secco e soprattutto alla tecnica della speziatura efettuata anche con essenze spontanee locali.
Il Lardo di San Nicola nasce da un’antica ricetta tramandata oralmente di padre in figlio. Non si conosce il periodo preciso al quale attribuire le origini di tale produzione. Nei racconti degli anziani del posto resta vivo il ricordo dei festeggiamenti in occasione dell’uccisione del maiale. C’è chi fa risalire la preparazione al primo Novecento;…
I suini “neri dei Monti Lepini”, alimentati al pascolo e con successivo finissaggio a base di cereali, vengono macellati a 130-150 kg di peso vivo; dalle carcasse, entro 24 ore dalla macellazione, si ricava il lardo di pancetta e di lombo. La salatura, associata alla marinatura al vino Cesanese, avviene per 7 giorni in cella…
Lombetto della Sabina e un salume impostato sulla trasformazione dell’intero muscolo lombare e dorsale prelevato dalla sesta vertebra ed oltre. Differenziato nel condimento tra la zona della Sabina (uso dell’aglio strofinato e del vino) e quella dei Monti della Laga (uso del solo pepe nero). Il prodotto, di pezzatura media di 1 Kg, è caratterizzato…
Nell’Italia centrale si usa indiferentemente il termine “lombetto” o “lonza” per indicare l’insaccato ricavato utilizzando i muscoli paravertebrali del tratto dorsale inferiore e lombare del maiale. La Lonza si diferenzia dal capocollo, (fatto con i muscoli paravertebrali del collo e del primo tratto delle vertebre dorsali), perché si presenta più piccola di circonferenza e con…
Insaccati ricavato dalla lavorazione dei muscoli pregiati e magri paravertebrali del tratto dorsale inferiore e lombare del suino di razza Casertana, stagionati per un periodo di circa un mese e mezzo. Presentano la caratteristica forma allungata, rotonda, compatta e con una superficie di taglio piuttosto magra e con poca presenza di grasso intramuscolare. Il colore…
La produzione della Mortadella di Accumoli vanta una antica tradizione in quanto connessa all’allevamento del suino che avveniva presso le famiglie contadine che risiedevano nelle zone di montagna dell’alto reatino. La Mortadella di Accumoli è storicamente presente presso le norcinerie e i ristoranti locali. Le origini del prodotto si fanno risalire al 1700.
L’appellativo di mortadella deriva da “mortaio” che evoca l’immagine di carne sminuzzata e pestata. La produzione delle Mortadelline di Amatrice, chiamate localmente “marotta”, è legata da più di tre secoli al territorio, come si evince dalle testimonianze orali raccolte. La peculiarità di questo insaccato è di potersi conservare più a lungo di altri e di…
Si tratta di un salume ottenuto macinando molto finemente la carne (pancia e spuntature) di cavallo. Si presenta di forma cilindrica, con colore roseo dell’impasto, arricchito con lardelli di grasso; pesa 350 g e ha un sapore dolciastro.
Salume cotto tipo mortadella a grana finissima, a base di carne di bovino maremmano, grasso suino tagliato a cubetti o lardelli, sale, pepe nero, pistacchi ed aromi naturali. La forma è cilindrica o parallelepipeda, il colore dell’impasto è rosa intenso screziato di bianco. Salume particolarmente gustoso nato dall’unione tra il bovino e suino.
La Mortadella romana, conosciuta anche come “spianata”, è un salame tipico del Lazio dal sapore dolce al vino e pepe nero e dal particolare aspetto “schiacciato”. Si caratterizza per un impasto macinato fine con aggiunta di lardelli grossi e peso di 2-3 kg.
La Mortadella viterbese si presenta con una forma cilindrica schiacciata, dalla circonferenza di 5-10 cm, peso di circa 3-6 Kg. La superficie di taglio ha colore rosso vivo con grani sparsi di colore bianco (grasso) e nero (pepe). Il prodotto presenta gusto sapido al palato con lieve retrogusto di aglio.
L’omento è una membrana ricavata dalla parte superiore dell’anteriore dell’addome su cui s’inserisce l’intestino del maiale, dialettalmente detta corallina. Sottoposto a salatura e aromatizzato con erbe, peperoncino ed aglio, l’omento viene successivamente steccato con legno di nocciolo ed appeso in ambienti asciutti e ben ventilati dove si lascia stagionare per circa 30 giorni. Presenta sapore…
La Pancetta di suino è un alimento conosciuto ed apprezzato sin dal tempo degli antichi Romani. In epoca imperiale i legionari ricevevano ogni tre giorni una razione di Pancetta, mentre nel periodo Longobardo i muratori, all’inizio del lavoro stagionale, ne ottenevano per ciascuno una dose di circa cinque kg. Con le invasioni barbariche si trasforma…
La Pancetta tesa si ricava dal ventre e dal costato del maiale di razza Casertana macellato al peso vivo di 130-150 kg. Grazie alla giusta venatura di grasso la pancetta tesa di suino di razza Casertana risulta morbida, delicata, poco salata con sapore pepato e leggermente di aglio. Il colore è bianco rosato con particolari…
Preparata solo nella stagione invernale, nella tipologia “classica” a base di pepe e peperoncino e/o nelle tipologia “alle erbe” con pepe, finocchio, timo e rosmarino, la Pancetta tesa stagionata alle erbe al maiale nero, si presenta di forma rettangolare, con strati alternati di parti grasse e magre, più o meno sottili. La consistenza è compatta…
Poggio Bustone, raggiungibile attraverso una tortuosa stradina che si inerpica in salita, appoggiato sul fianco della montagna, deve la sua notorietà al fatto che vi soggiornò S. Francesco. Ma Poggio Bustone è anche la patria della Porchetta, una preparazione alimentare derivata dalla cottura in forno, per alcune ore. Ricca è la documentazione storica raccolta che…
La Porchetta di Selci è una gustosa preparazione alimentare ottenuta dalla cottura del suino intero (provvisto anche della testa), condita con sale ed aromatizzato con pepe nero, rosmarino, aglio fresco o essiccato. La fetta al taglio è omogenea di colore chiaro che tende al rosa nella parte centrale della fetta; il sapore è delicato ed…
La Porchetta di Viterbo deriva dal maialino intero, con o senza testa, privato delle interiora, tranne che del fegato; attualmente anche disossato, infilzato in uno spiedo per essere trasportato agevolmente e cotto al forno, dopo essere stato riempito con le sue frattaglie tagliate a pezzi e condito con spicchi d’aglio, sale, pepe, finocchio selvatico fresco…
Il Prosciutto cotto al vino di Cori vanta un’antica tradizione. Una ricetta semplice e genuina, custodita gelosamente e tramandata di padre in figlio ha permesso di mantenere viva questa tradizione e di portare sulla nostra tavola questa specialità gastronomica tradizionale del Lazio, che racchiude in sé colori, profumi e sapori intrisi d’antica cultura. Non si…
Il Prosciutto crudo “bauletto”, il cui peso finale è mediamente 6 kg, presenta una caratteristica forma a bauletto, privo dello zampetto, disossato e con uno spessore di grasso non superiore ai 2 cm. La stagionatura, che avviene anche in modo del tutto naturale, è di 7 mesi e garantisce l’ottenimento di un sapore intenso e…
Prodotto di nicchia, che nasce dal perfetto equilibrio climatico della zona di produzione e dalla lavorazione ancora artigianale. Il Prosciutto dei Monti Lepini, ricavato dalle cosce del maiale autoctono “nero dei Monti Lepini”, si caratterizza per colore rosso cupo intramezzato da lievissime marezzature e dal profumo inconfondibile di spezie aromatiche. La stagionatura dura almeno 24…
Il Prosciutto di Bassiano presenta forma compatta tronco conica a pera e un pò appiattita, a volte privo dello zampetto, con la parte muscolare scoperta oltre la testa del femore. Il colore al taglio è rosa nella parte superficiale, e rosa screziato bianco nella parte centrale; il sapore è intenso cromatico e poco salato. Il…
La produzione del Prosciutto di Guarcino è concentrata nel paese di Guarcino, centro agricolo della provincia di Frosinone, che sorge a circa 363 m s.l.m., tra i Monti Cantari e gli Ernici a ridosso di Fiuggi ed Alatri. Il paese, posto alla confluenza di due grandi vallate, gode di un microclima ideale per la stagionatura…
Il prosciutto di montagna della Tuscia è un prodotto di antica tradizione artigianale, ricavato da coscia e stinco di suini allevati allo stato brado nei boschi dei Monti Cimini e dell’entroterra maremmano, sede, oggi, di numerosi prosciuttifici. La preparazione è legata ad una tradizione medievale, quando le parti migliori del maiale si conservavano, dopo la…
Salame magrissimo di puro suino, prodotto senza aggiunta di lattosio. Si caratterizza per la macinatura dell’impasto medio-grande. La parte magra deriva dalla spalla di suino, mentre la parte grassa dalla pancetta. Il sapore è sapido, gustoso e aromatizzato grazie al condimento con sale marino e spezie (cannella, pepe e aglio). Di peso medio (0.500-0.600 Kg),…
Il Salame cotto della Tuscia è un salume di antica tradizione viterbese, insaccato in un involucro naturale di origine suina (colon e sigma) o bovina, legato a mano con imbracatura a due fili per tutta la lunghezza. Morbido al tatto, è composto di magro di spalla suina, grasso di gola, costato, coscia e pancetta, sale…
Tradizionalmente il Salame paesano veniva prodotto nei soli mesi invernali: da novembre a marzo. Oggi la produzione è garantita tutto l’anno. Si tratta di un salume ottenuto dalla trasformazione delle parti magre e grasse del costato, delle rifilature di spalla, prosciutto e lonza. Il prodotto risulta principalmente caratterizzato da forma cilindrica, grana mediogrande, colore rosso…
Insaccato di carne suina, asciutto e compatto, di colore rosso rubino, nel quale i granelli di grasso sono distribuiti in maniera uniforme. La stagionatura è variabile da un minimo di 20 a circa 60 giorni. Viene prodotta esclusivamente con carni selezionate di suini pesanti italiani, insaccata in budello naturale di suino, asciugata lentamente con l’aria…
Il Salamino tuscolano è un insaccato di carne suina, di piccola taglia (peso massimo 200 g), asciutto e compatto, di colore rosso rubino, nel quale i granelli di grasso sono distribuiti in maniera uniforme. La componente grassa rappresenta solo il 23-24% dell’impasto. Questo salume, prodotto esclusivamente con carni selezionate (prosciutto, spalla e pancetta) di suini…
Si tratta di un salume ottenuto dalla lavorazione dell’intestino tenue di suini locali alimentati a secco. Tipica la sua presentazione a lasagnette, speziate con finocchio. La forma è cilindrica e “sfettucciata”, colore rosso cupo screziato di bianco, sapore sapido ed aromatico.
Le Salsicce secche di suino di razza Casertana si ottengono dalla trasformazione delle rifilature delle parti magre e parti grasse. Presentano forma cilindrica allungata circa 10-15 cm o forma a “U”. Peso variabile tra 80 e 200 g, colore rosso chiaro o cupo con piccole macchie bianche e la fetta al taglio si presenta compatta,…
Le Salsicce secche (semplici e aromatiche) si ottengono dalla trasformazione del magro del costato e rifilature di spalla, prosciutto e lonza; hanno forma cilindrica o a “U”, peso variabile tra 60 e 100 g, colore rosso. Il sapore va da sapido a aromatico per la presenza di alcune spezie come pepe, aglio tritato, finocchio, noce…
La salsiccia è ricavata dall’impasto ben amalgamato della carne dell’intero suino, tagliata preferibilmente a mano con il coltello. Il grasso contenuto nell’impasto non supera il 25 per cento e gli altri ingredienti usati sono: sale, peperoncino piccante, pepe rosso dolce, vino moscato di Terracina e semi di coriandolo passati in forno per essere più croccanti…
L’allevamento del maiale, nel Lazio meridionale, ha origini lontanissime ed è collegato alla presenza delle vaste sugherete che per secoli hanno fornito ghiande e radici per l’alimentazione di questo animale. Il caratteristico uso del coriandolo sembrerebbe risalire all’epoca della dominazione saracena. Si pensa, infatti, che questa spezia, dall’aroma molto forte, fosse utilizzata per coprire il…
La Corallina romana, prende il nome dal tipo di budello impiegato per insaccare l’impasto, ossia dal corallo budello gentile, che rappresenta il primo tratto del colon. Deriva dalla trasformazione delle parti magre del costato e delle rifilature di spalla, prosciutto e lonza a cui viene aggiunta una quota del 20-25% di lardello. Può essere condito…
Salume fresco aromatizzato prodotto con carne suina del maiale nero dei Monti Lepini. Forma cilindrica (“a cacchietto”); colore rosso più o meno scuro con piccole screziature bianche (per la presenza di grasso); sapore sapido con leggero aroma di limone. Pezzatura 80 – 100 g. Utilizzo del maiale nero dei Monti Lepini di 12 o 24…
La salsiccia di bufala è un insaccato consumato fresco (previa cottura) o essiccato preparato con le rifilature magre della carne di bufalo, in genere dai tagli di seconda scelta come ad esempio le guance e il petto, con l’aggiunta del 20-30% di grasso di maiale. L’aspetto è quello classico si un salume, colore rosso scuro…
La Salsiccia di Castro dei Volsci è un insaccato di carne suina e grasso suino, condita con sale, peperoncino, aglio e buccia di arancia. Il sapore è sapido, aromatizzato con buccia di arancia e leggermente afumicato grazie al trattamento con fumo di quercia e carpino. Salume di piccola taglia (100 – 200 g), presenta forma…
Con il termine “mazzafegato” si indica, nella provincia di Viterbo, la salsiccia nera che ha come condimento principale il fegato, insieme con altre interiora (milza, rene, cuore) e l’aggiunta di piccole quantità di carne bianca e grasso di maiale. A seconda delle località, la parola viene trasformata e storpiata. Da questo impasto, che costituisce la…
La preparazione delle salsicce consiste nell’impasto delle frattaglie del maiale tagliate a mano (fegato, cuore, polmone, milza, rene, grasso colonnare) con sugna, alloro, peperoncino seccato al forno e sbriciolato, uva passa, coriandolo, pinoli, aglio, bucce d’arancia, sale.
Salume fresco aromatizzato, prodotto con fegato di suino, carne magra di spalla e pancetta; grasso di guanciale e pancetta, aromatizzato con pepe, aglio, finocchio, limone (versione semplice) o prodotto con corata, rifilature di lardo di guanciale e pancetta e ulteriormente arricchito con pinoli, uva passa e pepe. La materia prima deriva dal maiale nero dei…
Salume a base di carne e grasso suino, prodotto nella tipologia fresca, stagionato e conservato sott’olio e/o sotto sugna. La salsiccia insaccata con budello naturale presenta: impasto a grana medio-grossa, dovuto al taglio a “punta di coltello” o con tritacarne a stampi a fori grandi; forma cosiddetta a catenella e/o “a ferro di cavallo”; peso…
Salume ricavato di tagli magri ricavati dal costato e dalle rifilature di spalla, prosciutto e lonza. Normalmente utilizzata fresca o, più tradizionalmente, dopo breve asciugatura in camera calda. Pepe, aglio tritato e finocchio sono gli aromi più utilizzati, anche se in misura diversa, tra le diverse zone. Il prodotto è caratterizzato principalmente da forma cilindrica…
Le salsicce conservate sott’olio o sotto strutto sono un salume prelibato ricavato dal magro del costato e dalle rifilature di spalla, prosciutto e lonza di suini locali alimentati a secco. Il prodotto è principalmente caratterizzato da forma cilindrica o a “U”, colore rosso, sapore lievemente salato, peso di circa 70-350 g, stagionatura secca di 30…
Salume stagionato 7 – 11 mesi, ottenuto dalla lavorazione dell’intera spalla di suino, condita con aglio strofinato e pepe. Il prodotto risulta principalmente caratterizzato da profilo morfologico della spalla, colore rosso cupo screziato bianco, sapore sapido con leggera aromatizzazione. Peso finale di 7-8 Kg.
Lo speck di bufala è un salume ottenuto dalla lavorazione dei tagli pregiati della carne di bufala come il girello e la lombata particolarmente aromatici e profumato grazie alla tecnica della marinatura sottovuoto a base di sale, peperoncino, aglio, ginepro, rosmarino e alloro. Inoltre nel caso di una asciugatura con il fumo naturale (affumicatura) lo…
È un insaccato tradizionale della città di Viterbo. Il nome di questo salume sembrerebbe suggerito dalla sua forma (come una larga ciambella), per analogia con le ciambelle tipiche napoletane, i Susamielli, citati nei testi del Latini (1694) e dell’Agnoletti (1803). La preferenza per le frattaglie rispetto ai pezzi di carne scelta, risale agli albori della…
Il Tordo matto di Zagarolo è un involtino di carne di cavallo Maremmano laziale, allevato localmente allo stato brado. L’involtino, ricavato da fettine di carne tenera e pregiata, viene condito e aromatizzato con sale, peperoncino macinato e coriandolo e farcito internamente con lardo suino tritato finemente e insaporito con prezzemolo, salvia e aglio fresco.
Salume di grosso calibro che presenta forma a palla o tendente all’ovale, il cui peso varia a seconda delle diverse pezzature e del tipo di budello utilizzato: tra 500 g – 1 kg e 3-5 kg. La Ventricina Olevanese si ottiene dalla lavorazione delle parti nobili del maiale, prosciutto e spalla per la componente magra,…
La Vitellina di bufala di Amaseno è un prodotto tradizionale del paese di Amaseno, ma riscontrata anche in luoghi limitrofi delle province di Frosinone e Latina. I vitelli sono alimentati solo a latte naturale per circa 75 – 90 giorni. La produzione principale è concentrata nei mesi invernali anche in funzione della tradizione gastronomica che…
Si tratta di vitelli meticci con base Maremmana e Podolica su cui si incrocia normalmente la razza
Marchigiana come F1 od in parziale sostituzione Marchigiano su F1; comunque non si rinuncia mai a sangue Maremmano o Podolico con eventuali incroci di “ritorno”. La produzione normalmente prevede parti in febbraio-aprile e macellazioni da maggio a dicembre.
Gli Zampetti di suino, sottoposti a bollitura e condimento con sale e aromi naturali sono commercializzati interi o tagliati a listarelle (tipo cotiche). Presentano aspetto tendineo, colore marrone chiaro e sapore sapido con eventuale aroma di limone. Il peso finale è di 10-20 g.
Salume dal profumo intenso e deciso per la presenza di particolari spezie, fra cui il coriandolo, il peperone dolce ed il peperoncino. L’insaccatura avviene con involucro naturale, approntato nella caratteristica forma a catenella ricavata tramite legatura con spago o a forma cilindrica. Tale salume può essere consumato fresco o sottoposto ad una fase di stagionatura….
La “Zazzicchia” di Patrica è un salume a base di carne e grasso suino, prodotta nella tipologia fresca, stagionata e conservata sott’olio. Insaccata con budello naturale, presenta impasto a grana medio-grossa, dovuto al taglio a “punta di coltello” o con tritacarne a stampi a fori grandi, forma a catenella, peso che va da 100 a…
Tra i prodotti tipici del Lazio ce n’è uno in particolare, famoso in tutta l’Italia, che è il guanciale. Ottenuto dalla gola e dalla guancia del maiale stagionate con sale e pepe, trova largo uso nella cucina laziale: è infatti tra gli ingredienti degli spaghetti alla carbonara e dei bucatini all’amatriciana.
La Pasta di olive si ottiene dalle olive mature di media grandezza, attualmente viene preferita la varietà Leccino. Presenta colore dal verde al marrone scuro e sapore leggermente amarognolo e piccante.
Il pestato di olive di Gaeta è un composto per condimenti a base di olive, alici, capperi ed olio extravergine di oliva. Il colore è marrone violaceo. La materia prima è costituita dall’oliva di Gaeta (in salamoia, prodotto secondo il tradizionale sistema alla Itrana), alici sotto sale del Golfo di Gaeta conservate in vasi di…
È una salsa semplice e genuina, preparata come condimento immediato o anche diferito, per la famosa pasta all’amatriciana. È a base di pomodoro (passata di pomodoro e/o pomodori pelati in pezzi: polpa) , olio extravergine di oliva, vino bianco, sale e guanciale del tipo Amatriciano, stagionato almeno 90 giorni dalla salatura. È possibile aggiungere peperoncino…
Sono le uve di Malvasia Puntinata, Malvasia di Candia e di Trebbiano Toscano, lo zucchero e gli aromi naturali, come il pepe nero e il rosmarino, i principali ingredienti che danno vita a questo particolare e interessante prodotto. Il quale si caratterizza per il sapore di uva leggermente acido, con eccellente equilibrio di zuccheri che…
La burrata di bufala è un formaggio fresco a pasta filata lavorato a latte crudo, non stagionato, farcito con panna e straccetti di mozzarella di bufala; è simile alla mozzarella ma ha una consistenza molto più morbida e filamentosa. Si presenta come un piccolo sacco dalla superficie liscia di colore bianco lucente; pesa circa 400…
Il Cacio di Genazzano, ottenuto dalla lavorazione a latte crudo ovino, è un formaggio semicotto, in quanto la cagliata subisce un riscaldamento a 41-43°C, che presenta crosta sottile di colore giallo paglierino, pasta interna biancastra e compatta, a volte con piccole occhiature. Il sapore è piuttosto intenso e più o meno salato. Presenta forma cilindrica…
Il cacio di nonno nino è un pecorino che viene prodotto con il latte raccolto presso un’unica stalla selezionata in base alla qualità del latte, alle condizioni igieniche della stalla e al tipo di alimentazione e alla salute del bestiame, in modo da garantire la qualità del prodotto finale.
Prodotto tradizionalmente da ottobre a giugno, il Cacio fiore presenta la caratteristica forma di una mattonella, con uno scalzo convesso di circa 5 cm, peso da 0,5 a 1 kg, crosta grinzosa e giallognola. La pasta è morbida e cremosa con occhiatura leggera e diforme; il profumo è deciso con sentori di carciofo e verdure…
Trattasi di una produzione recuperata in riferimento ad una tradizione orale della bassa Sabina ed a documenti secolari; se ne ha traccia in archivi comunali; il prodotto è presente da almeno 25 anni nei negozi della zona e nei ristoranti. Il Cacio Magno è stato rilevato anche dalle riviste di settore (Caseus – Anfosc). Una…
Il Caciocavallo di bufala (semplice e affumicato) ha una tipica forma rotondeggiante-globosa con testina dovuta alla caratteristica legatura con lo spago. È un formaggio a pasta filata, compatta, priva di occhiatura e più o meno morbida a seconda del periodo di stagionatura. La crosta è sottile e liscia di colore giallo paglierino. Pezzatura da 0,5…
Il Caciocavallo di Supino è un formaggio semiduro a pasta filata, prodotto con latte vaccino proveniente dagli allevamenti della Ciociaria. Presenta forma ovale e testa tonda, crosta sottile, liscia, di colore giallo paglierino e pasta omogenea e compatta. Ha un sapore delicato che diventa piccante nel corso della stagionatura.
Il Caciocavallo vaccino, semplice e affumicato è uno dei formaggi italiani più noti, ottenuto dalla lavorazione del latte vaccino intero. La pasta filata dura, in genere salata in salamoia, si presenta omogenea e compatta, di colore bianco o giallo paglierino più carico verso l’esterno e meno carico all’interno. La crosta è sottile, liscia e di…
Formaggio dalla forma cilindrica e pezzatura da 100-300 g, stagionato da un minimo di 60 giorni fino a 1 anno (tipologia da grattugia). Ha sapore da dolce a salato a seconda della stagionatura. La Cacioricotta di bufala è prodotta con una tecnica di lavorazione ibrida, a metà tra quella del formaggio e quella della ricotta.
La caciotta dei Monti della Laga è un Formaggio di antica origine, legato ai territori più in quota dell’Appennino centrale, catena montuosa che univa luoghi anche lontani tra loro grazie alla pratica della transumanza. Una certa similitudine, infatti, di questo con altri formaggi abruzzesi e pugliesi è data proprio da tale pratica. Se ne ritrovano…
La caciotta della Sabina è un Tipico formaggio reatino la cui preparazione anticamente avveniva direttamente presso gli stazzi ubicati in alta quota. L’uso dei pascoli montani e la tecnica di trasformazione tradizionale, fanno sì che l’attuale Caciotta della Sabina conservi ancora le antiche caratteristiche di prodotto della transumanza.
Prodotta con il latte intero di bufala, fermenti lattici, caglio e sale, la Caciotta di bufala pontina si distingue per il sapore delicato e gradevole con retrogusto leggermente acidulo, tipico del latte di bufala. La pasta interna è bianco latte; la crosta è sottile di colore giallo chiaro. Le forme sono da 1 a 5…
Formaggio a base di latte vaccino a pasta molle o dura a seconda del periodo di stagionatura: da 15 giorni fino a un massimo di 6 mesi. Di modesta pezzatura (da 1,5 a 4 kg) la Caciotta di mucca presenta colore della pasta da bianco latte a giallo paglierino, tendente all’imbrunimento nel formaggio stagionato 6…
Formaggio in forma a pasta filata molle, di pezzatura variabile da 1-0,6 e 0,3 kg, di forma cilindrica e colore bianco, dal sapore dolce, per la caciotta semplice, e dolce con aggiunta di aromi, per quella aromatizzata.
La caciotta genuina romana è un prodotto storicamente legato alla Campagna Romana e ai suoi prati-pascoli naturali. Ha conservato inalterate nel tempo le metodiche di lavorazione e stagionatura. Come vuole la tradizione si utilizza solo latte ovino e si è soliti diversificare la pezzatura in funzione del periodo di produzione. La Caciotta genuina romana è…
Variante del Pecorino ai bronzi, la Caciotta mista ai bronzi è prodotta con latte misto ovi-vaccino (50% – 50%). Si tratta di un formaggio a pasta dura e grassa, di forma cilindrica, a scalzo. Presenta colore della pasta giallo paglierino. Il sapore va da leggermente salato a salato con lipolisi accentuata.
Le forme si presentano di diametro variabile tra 20 e 25 centimetri, l’altezza di norma non è superiore a 10 centimetri. Il peso oscilla da 0.8 a 3 kg. La pasta al taglio è compatta, chiusa o con piccole e rare occhiature sparse. Il gusto, tendente al dolciastro, varia notevolmente a seconda della composizione e…
Formaggio misto ovi-vaccino a pasta cruda e semicotta, a volte aromatizzato al peperoncino. La pasta, di colore variabile da bianco latte a giallo paglierino, compatta e più o meno morbida, è avvolta da una crosta sottile. Il sapore va da dolce a piccante, a seconda della durata della stagionatura.
Peculiare formaggio ottenuto dalla trasformazione del latte di bufala, presenta forma cilindrica, colore dal bianco al giallo paglierino. La caciottina, dalla pasta friabile e cremosa, subisce una salatura a secco per 10 ore nella caldaia calda con residuo della lavorazione della mozzarella.
Il Caprino “presamico” di Supino, nonostante il nome faccia pensare ad un formaggio di capra, è prodotto con il latte vaccino o a volte latte misto di capra e mucca. Il nome deriva dall’antica lavorazione del formaggio di capra per essere facilmente identificato dalla gente del posto. Ma con il passare del tempo, e soprattutto…
Formaggio vaccino affumicato a pasta filata semicotta e molle, con la tipica forma a ciambella, prodotto con latte crudo vaccino. La pasta interna è di colore giallo chiaro o paglierino a seconda della durata della stagionatura; la struttura è liscia con presenza di qualche occhiatura e il sapore è affumicato e leggermente salato e deciso….
Conciato di San Vittore è un formaggio antichissimo, originario della civiltà sannitica, una vera rarità, decantata da Cicerone e Marziale (Epigrammi, XIII,30). Proprio i Sanniti, primi abitanti della zona, noti agli autori latini, classici e cristiani, come un popolo di “montani atque agrestes” (Livio IX 13.7; Giustino XXIII 1.7), avevano la necessità di lavorare i…
Formaggio fresco a pasta filata, ottenuto dal latte fresco vaccino intero, che presenta la caratteristica forma tondeggiante con testina, chiamata anche forma a fiaschetta per la presenza di una strozzatura apicale. Si tratta di un formaggio privo di crosta, ma con presenza di pelle di consistenza tenera e con superficie omogenea, liscia e lucente di…
Tra i formaggi laziali più antichi c’è sicuramente quello di capra, munto e consumato molto prima di quello di pecora e parte integrante della cultura romana. Omero nel racconto dell’Odissea evoca il ciclope Polifemo che “seduto mungeva pecore e capre belanti”. Marco Terenzio Varrone descrive i principali tipi di formaggi consumati a Roma nel I…
Formaggio ovino a pasta dura, stagionato da 30 giorni a 3 mesi e conservato sott’olio per ulteriori 6-12 mesi. Il colore della pasta è giallo paglierino tendente all’imbrunimento e il sapore è piccante più o meno intenso con sentore di olio di conservazione. Presso alcune aziende il formaggio sott’olio viene aromatizzato con il pepe.
Rarissimo formaggio frutto della tradizione storica casearia della Ciociara e soprattutto del comune di Morolo, antico borgo collocato sulla destra del fiume Sacco, entrando in Ciociaria. Con Sgurgola, Supino e Patrica fece parte dei domini della potente famiglia Colonna di Paliano e di Palestrina, per secoli in lotta per il papato. La produzione casearia artigianale…
Il formaggio Marzolina ha una presenza plurisecolare nella produzione e nei mercati locali, riscontrabile anche da documenti storici. Censito, inoltre, nell’Atlante dei Prodotti Tipici Italiani redatto dall’Istituto Nazionale di Sociologia Rurale (1991) e viene brevemente riportato da Salvatori del Parato (2001) nel trattato di Tecnologia Casearia. Nel primo caso è descritto come formaggio di latte…
Prodotto tra marzo e settembre il Pecorino ai bronzi è un formaggio a pasta dura e grassa ottenuto da latte di pecora. La forma è cilindrica a facce piane; la pasta è compatta di colore giallo paglierino, con leggere occhiature. Il sapore va da leggermente salato a salato. Peso 700 -800 g.
Il Pecorino ciociaro è un formaggio semicotto, a pasta dura e compatta di colore giallo pallido, che si produce da luglio ad aprile per il pecorino stagionato 3 mesi e da maggio ad agosto per lo stagionato di 6 mesi, ma può essere immesso sul mercato anche dopo appena trenta giorni. Il sapore non è…
Si tratta di un formaggio a latte misto ovino e caprino, dal sapore piccante e piuttosto saporito. Il
latte di capra è aggiunto nella quantità massima del 30%. La pasta è dura e grassa, di colore giallo paglierino con leggere occhiature, la crosta è sottile, di colore giallo ocra. Peso da 2 a 3 kg.
Il pecorino della Sabina e un formaggio a pasta dura e grassa; forma cilindrica a scalzo; pezzatura da piccola a molto grande (1, 2, 3, 4, 7 e 23 kg); colore della pasta giallo pagliarino; stagionatura da 3 a 6 mesi; sapore leggermente salato e piccante.
Il Pecorino di Amatrice è un formaggio ovino a pasta dura e grassa, fatto stagionare da un minimo di 6 ad un massimo di 12 mesi. Presenta forma cilindrica a scalzo, colore della pasta interna giallo paglierino e giallo intenso quello della parte esterna dovuto ai trattamenti con olio ed aceto. La pezzatura è di…
Il Pecorino di Ferentino è ottenuto dal latte ovino di quattro mungiture delle pecore di razza Sarda, Comisana e relativi incroci. Presenta forma cilindrica a facce piane, diametro del piatto variabile e una pezzatura che va da 500 g a 7-8 kg. La crosta è di colore giallo o giallo scuro con uno spessore variabile…
O Formaggio ovino a pasta dura che dopo circa 15 giorni di conservazione in cella a 9 – 10°C viene affinato in grotte tufacee o di lapillo vulcanico per 60 – 90 giorni a 10-11°C circa e 90% di UR. La pezzatura va da 1,8 a 3,5 kg; presenta colore giallo paglierino e crosta rugosa,…
Tra i prodotti che vantano una produzione secolare nella provincia di Viterbo è presente, senza dubbio, il Pecorino viterbese che risale al tempo degli Etruschi. Il prodotto è oggi censito anche nell’Atlante dei Prodotti Tipici: I Formaggi redatto dall’Istituto Nazionale di Sociologia Rurale.
Il “manu pressum” è un formaggio di pecora pressato, sottoposto ad afumicatura con legno di melo, con consistenza simile alle odierne paste filate. Così ce ne parla Lucio Giunio Moderato Columella nel Libro VII “De caseo faciendo” del “De Re Rustica”, 50 d.C: “Conosciutissima è la maniera di fare il cacio che diciamo “pressato a…
Formaggio OVINO, prodotto dalla Piccola Formaggeria Artigiana di Viterbo, ricavato con latte da allevamenti ovini della Tuscia100%. Semplicemente formaggio da tavola, appena tolto dal suo sale, sapore di latte cagliato e massima adattabilità, tal quale o utilizzato in qualsiasi forma in cucina.
Si tratta di un formaggio a pasta filata, di consistenza tenera o semi-dura, a base di latte bufalino.
Si presenta di forma piriforme o ovale con crosta sottile, liscia, di colore bianco-giallo o nocciola nella variante affumicata. La stagionatura dura al massimo 1 settimana. Pezzatura da 1 a 4 kg.
Formaggio a pasta filata dura tradizionalmente stagionata oltre 30 giorni fino a 6 mesi. Recentemente viene commercializzato anche fresco nella tipologia primo sale a seguito di 1-2 giorni di asciugatura. Ha la forma classica ovoidale o tronco-conica; la crosta, lucida e liscia, è di colore giallo paglierino nella provola bianca o color ambra in quella…
Il provolone invecchiato di bufala è un prodotto esclusivamente a Formello in provincia di Roma, è un formaggio a pasta semidura di latte vaccino. Dal profumo intenso e caratteristico, ha un sapore dolce e di farfalla, con un sapore gradevole e speziato che si intensifica con l’invecchiamento. Consigliato di degustarlo da solo, oppure in abbinamento…
La produzione del provolone, formaggio a pasta filata dura, ottenuto dalla trasformazione del latte vaccino, ha origine meridionale, ma le sue peculiarità hanno fatto sì che la lavorazione si difondesse anche in altre regioni d’Italia, fra cui il Lazio. La lavorazione del Provolone vaccino, attraverso un processo più tradizionale, che vede ad esempio l’uso del…
La Scamorza appassita di Supino ha una storia che risale agli inizi dell’800. È un formaggio simile agli altri locali, frutto della tradizione storica ciociara tramandata da generazioni. La produzione casearia artigianale risulta censita dal 1940 allorquando un produttore inizia a caseificare utilizzando una vecchia fornace per mattoni e una caldaia in rame (il callaro)…
Il termine “scamorza” sembra che derivi da “scamozzare” che significa eliminare una parte; si riferisce al lavoro del casaro, quando con le mani spezza la pasta per dare la forma caratteristica del formaggio, con una strozzatura nella parte superiore. Senza dubbio si tratta di un formaggio originario del sud d’Italia, che oggi viene prodotto in…
Formaggio fresco e molle aromatizzato al miele dei Monti Lepini e noci, ottenuto dalla lavorazione a latte crudo ovino. La forma è cilindrica, il colore bianco con noci e miele. Non salato.
Lo Stracchino di capra, ottenuto dal solo latte intero di capra, lavorato crudo o pastorizzato, è un formaggio fresco e di brevissima stagionatura. Presenta con crosta sottile a volte fiorita o privo di crosta, colore bianco porcellanato e pasta interna omogenea, a volte con leggere occhiature, morbida, cremosa e spalmabile. La forma può essere variabile…
Burro di forma rettangolare, di colore biancastro e sapore di panna. Il burro di San Filippo in origine la preparazione del burro avveniva per semplice affioramento della crema recuperata con un mestolo forato.
La varietà Carboncella è diffusa soprattutto nell’areale della Sabina reatina e romana, sporadicamente nelle altre province. La pianta ha portamento assurgente e limitata vigoria, presenta chioma poco voluminosa a media densità, rami a frutto brevi e ramificati, foglie piccole di colore verde grigio nella pagina superiore e drupa di forma tondeggiante e di modeste dimensioni…
L’olio monovarietale extravergine di Ciera si ottiene dagli ulivi della varietà locale, particolarmente vigorosi, che presentano un portamento assurgente, una chioma folta, rami lunghi e sottili, foglie ellittico-lanceolate di grandezza media e di colore verde scuro. Il frutto di medie dimensioni e forma ovoidale, matura nella prima decade di novembre. La resa media è del…
L’Itrana è una cultivar autoctona a duplice attitudine, utilizzata prevalentemente per la produzione di olive da mensa verdi, e più comunemente cangianti o nere, oltre che per l’estrazione dell’olio, con resa media del 18-21%. La pianta, a portamento assurgente ed elevata vigoria, ha chioma voluminosa ad elevata densità, rami a frutto brevi e ramificati, foglie…
L’olio extravergine monovarietale di Marina, di colore verde, si caratterizza per un fruttato medio intenso e un gusto armonico con sensazioni appena percepibili di foglia e amaro, con una netta denotazione di piccante. I risultati del Panel Test indicano: Fruttato di oliva: 3; Amaro: 2; Piccante:3; Erba: La drupa, varietà locale Marina, di forma ovoidale…
L’olio monovarietale extravergine di Olivastrone deriva dalla varietà autoctona Olivastrone, Olea europea sativa. Il frutto (drupa) si presenta di grandezza media, di colore da verde a viola scuro, di forma ellissoidale un po’ allungata, poco pruinosa, con numerose lenticelle piccole. La pianta si caratterizza per grandi dimensioni, elevata vigoria e produttività buona ma non costante;…
L’olio monovarietale extravergine di Rosciola si presenta leggermente velato, di colore giallo dorato con riflessi verdi. All’olfatto è di buona intensità e persistenza ed è caratterizzato da sentori di fruttato verde; il profumo principale è di mela ed erba. Al gusto, è armonico e fruttato, con note decise di amaro e piccante in chiusura, legato…
L’olio monovarietale extravergine di Salviana è ottenuto dalle varietà Salviana, presente soprattutto nel comprensorio della Sabina romana e reatina. La pianta, a portamento espanso e media vigoria, ha chioma voluminosa a media densità, rami a frutto brevi e ramificati, dimensione delle foglie piccole di forma ellitticolanceolate, di colore verde scuro nella pagina superiore e drupa…
La presenza della varietà Sirole risale a tempi remoti. Nel 1568 il famoso architetto Jacopo Barozzi, detto il Vignola, in una lettera chiedeva di essere pagato per i suoi lavori e consulenza, con l’olio buono “come se usa farse in S. Resto”. Nel 1888 il marchese Canali ha partecipato, con l’olio dei suoi oliveti, all’Esposizione…
La provincia di Latina è tra le prime in Italia ad ospitare impianti specializzati nella coltura dell’Actinidia a partire dai primi anni ‘70. Nel 1971 viene realizzata una piantagione sperimentale a Borgo Montenero di San Felice Circeo, mentre nel 1974 a Borgo Flora si mettono a coltura i primi due ettari, descritti in un articolo…
Anticamente, essendo Castelliri comune del Circondario di Sora in provincia di Terra di lavoro del Regno di Napoli, le direttrici del commercio dell’aglio raggiungevano più facilmente la capitale del Regno di Napoli. Dalla Statistica del Regno di Napoli nel 1811, Terra di Lavoro, VII Agricoltura e suoi prodotti, si apprende che: “Fra le cepacee coltiviamo:…
In queste zone del comune in provincia di Viterbo, la pianta viene coltivata da novembre a febbraio, in lunghi solchi dentro cui vengono inseriti bulbilli. Successivamente (dopo la raccolta) si lascia asciugare al sole, per poi lavorare, le piante secche, in lunghe trecce. La tradizione vuole che parte della produzione sia conservata, come seme, per…
L’”Arancia Rossa di Suio” è uno dei prodotti agricoli più noti e caratteristici dell’area di Suio. La varietà locale strettamente legata alle condizioni pedo-climatiche del territorio di Suio viene coltivata in terreni di origine tipicamente di origine vulcanica: la presenza di zolfo e l’alcalinità permettono la crescita di un prodotto che nell’immaginario comune è legato solo…
Dal punto di vista storico, il maggior numero di testimonianze si registra intorno al XVIII secolo, periodo in cui il prodotto assume un’importanza commerciale tale che Fondi diviene sinonimo di arancio. Gli aranceti di Fondi caratterizzavano a tal punto il territorio che i famosi viaggiatori dell’800, in Italia per i Gran Tour, non poterono fare…
Nell’antichità era già apprezzato in cucina dai greci e dai romani, che nei loro scritti ne hanno lasciato numerose testimonianze. Tra i romani fu Catone, nel suo De agru cultura intorno al 200 a.c. ad illustrarne la coltivazione con molta chiarezza alpunto che possiamo dire che le tecniche di allora non erano molto diverse da…
Asparagus officinalis L., appartenente alla famiglia della Liliaceae, tipologia verde. Le varietà impiegate sono: Atlas, Grande, UC157, quest’ultima considerata la più “antica”. L’Asparago verde di Canino e Montalto di Castro è un ortaggio destinato al consumo alimentare fresco e surgelato e, solo in minima parte, al trasformato. Presenta dimensioni medio/grandi, ha portamento eretto, con apice…
È un broccoletto verde chiaro, sottile, a foglia allungata, caratterizzato da sapore amaro e piacevolissimo. Si semina in agosto ed è raccolto fra gennaio e febbraio. Secondo le testimonianze orali raccolte il Broccoletto sezzese “sini” è coltivato nel territorio del comune di Sezze da tempo immemorabile. Oggi la coltivazione avviene a livello familiare.
La pianta del Broccoletto di Anguillara presenta un fusto centrale da cui dipartono ampie foglie irregolarmente lobate e dentate di colore verde intenso. Alla base di ciascuna foglia si sviluppa lo scapo fiorale che, una volta sviluppato, viene raccolto tagliando il fusto a 8-10 cm da terra. Le varietà che vengono utilizzate si possono dividere…
Ortaggio poco aristocratico, il Broccolo romanesco non ha timore di dichiarare la sua età. Fin dai tempi del console romano Cincinnato, che lo coltivava nel suo orticello, Roma lo tenne in grande considerazione sulle sue mense. Catone raccontava di mangiarlo crudo con l’aceto; Plinio il Vecchio consigliava di nutrirsi di broccoli domestici quale cibo genuino…
La preparazione dei Carciofini sott’olio vanta un’antica tradizione. La lavorazione era piuttosto particolare: si lessavano i carciofini in una piccola “caldarella” con acqua ed aceto, si lasciavano ad asciugare sopra grossi panni e, quando erano ben asciutti, si mettevano dentro buste di plastica per venderli a Roma. In passato era un’attività che le famiglie svolgevano…
Nel comprensorio di Orte, sulle sponde del fiume Tevere, dove è più rilevante la superficie pianeggiante, la coltura del carciofo si sviluppa negli anni immediatamente successivi all’ultimo dopoguerra e raggiunge il massimo di espansione negli anni ‘50, quando viene impiantato in orti attigui alle case coloniche di aziende a conduzione mezzadrile. Le località di maggior…
Carciofo del tipo “romanesco” con capolino di grossa pezzatura, sferico, compatto, con brattee verdi tendenti al violaceo. Si tratta di una coltura pluriennale. Si impiantano i carducci da agosto a fine ottobre e si raccolgono i carciofi a marzo-aprile. La sua tipica fragranza, la morbidezza del “cuore”, i teneri petali lo rendono apprezzatissimo sulle tavole…
Carciofo del tipo “romanesco”. Il capolino, di media compattezza, presenta una forma sferico-appiattita, globosa, con caratteristico foro all’apice. Le brattee sono di colore verde tendente al violaceo. Questo carciofo è noto ed apprezzato per le sue caratteristiche qualitative legate sia alle varietà utilizzate, ma soprattutto alla sua compattezza, consistenza e sapore indotti dalle caratteristiche dei…
La carota di Fiumicino è caratterizzata da colore della radice arancio intenso e brillante, una concentrazione d’acqua del 95% e una bassa percentuale di sostanza secca che la rende croccante, poco calorica e ricca di fibre (solo 35 calorie/100 grammi). Questo prodotto è commercializzato con una lunghezza della radice compresa tra i 15 e i…
Le carote utilizzate nella preparazione in bagno aromatico sono più grandi delle più diffuse carote gialle, con foglie larghe, verdognole, striate di rosso e radici che stanno tra il rosso-viola ed il giallo-bruno della cannella. Attualmente di questa varietà non è più possibile reperire il seme. La preparazione avviene in ambito domestico: occorre tagliare le…
La Castagna di Terelle presenta, a seconda dell’ecotipo, colore marrone chiaro (Primutica, così chiamata perché si raccoglie prima delle altre, ossia a metà settembre), marrone cupo (Pelosella, così chiamata per l’abbondanza di peli bianchi intorno al picciolo) o rossiccio (Pizzutella, riconoscibile dalla forma arcuata ed appuntita). La pezzatura che va da piccola (Pelosella e Pizzutella)…
La Castagna Rossa del Cicolano si ottiene da fustaie di castagno da frutto appartenente alla specie Castanea Sativa Mill. varietà conosciuta come “Rossa del Cicolano”. Di taglia superiore rispetto ai marroni e alle altre castagne, la Rossa del Cicolano presenta numero di frutti per riccio non più di tre; forma rotondeggiante e globosa, apice provvisto…
La tradizione orale più leggendaria è quella che vede nel solco il passaggio creato da un bifolco per agevolare il transito della Vergine e del Bambino, in fuga verso l’Egitto o quella che vi individua il viaggio percorso dalla Vergine per ascendere al cielo. L’accezione più accreditata è, invece, quella che individua nel tracciato rettilineo…
Leguminosa da granella caratterizzata da semi di forma globosa e bitorzoluta. La forma del seme, di colore beige, ricorda la testa di ariete. La semina avviene in primavera, la raccolta si effettua nella seconda metà di agosto. Così come le altre leguminose da granella, il Cece viene da sempre coltivato per il fondamentale apporto proteico…
Situato sulla cima di un ripido colle di origine carsica, circondato da colline boscose e montagne brulle, sulle estreme propaggini dei monti Ausoni, Campodimele offre l’habitat ideale per la coltivazione della Cicerchia che vanta antiche tradizioni. Ampiamente diffusa nelle colline interne laziali fino al dopoguerra, costituiva, grazie al fondamentale apporto proteico, una importante fonte alimentare…
La cicerchia è un Legume secco, coltivato nell’altopiano di Rascino a circa 1200 metri s.l.m. Presenta forma lenticolare irregolare, colore beige non uniforme. È una pianta piuttosto rustica e, quindi, non ha bisogno di cure particolari: cresce anche in condizioni difcili e resiste benissimo alla siccità. La semina avviene in primavera, la raccolta si efettua…
Questo ecotipo locale viene tradizionalmente coltivato nei comprensori orticoli dei comuni di Formia, Fondi e Gaeta da lungo tempo. Già gli antichi romani apprezzavano la sua bontà. A Roma furono Plinio e Galeno a lodare la pianta: Galeno la diceva soprattutto “amica del fegato” e Plinio le attribuiva preziose virtù rinfrescanti. Sia Columella che Plinio,…
Le piante di ciliegio (Prunus avium L.), coltivate nel comune di Celleno appartengono a varietà di antica tradizione locale, del tipo Maggiolina, Ravenna a gambo corto, Ravenna a gambo lungo e, in maniera minore, Buonora e Cuore (Durona). Presentano alberi mediamente vigorosi, a portamento espanso. I frutti si presentano, in genere, di pezzatura medio-piccola, con…
Ai tempi del Papa Re, sulle colline della Romagna comprese nello Stato Pontificio, iniziava un processo di specializzazione produttiva rivolto alla coltivazione di ciliegie che si sarebbe protratto fino al XX secolo. A fine ‘800 una ciliegia tonda, dalla polpa rosa e dal sapore dolcissimo, anche se originaria di Ravenna, trovò nel clima dolce della…
In passato, la produzione di cipolle nel territorio del comune di Nepi era florida. Attorno alla cipolla ruotava l’intera economia del paese, tanto che i nepesini erano conosciuti, in tutta l’area dell’alto Lazio, come “cipollari”. Per secoli, infatti, in questo territorio etrusco ricco di acque minerali, la principale fonte di reddito era rappresentata dalla produzione…
Le pere e i peperoni sono lavati e tagliati a pezzi, alle cipolle vengono eliminati gli strati superficiali ed accorciate le radici e, successivamente, vengono immersi in barattoli di vetro contenenti aceto, prodotto dal vino rosso preparato artigianalmente. La frutta e le verdure da usare per le preparazioni sott’aceto devono essere leggermente acerbe, sode e…
Il cocomero Pontino, meglio conosciuto anche come anguria, è una pianta annuale della famiglia Cucurbitacee (Citrullus lanatus). Presenta un fusto ramoso, prostrato, con grandi cirri semplici, foglie a contorno cuoriforme, profondamente divise, fiori monoici a corolla gialla. Dal punto di vista botanico può essere definito una falsa bacca o peponide: un frutto rivestito da un…
Il nome “cesanese” deriva probabilmente da “cesarese” a significare appunto la sua millenaria presenza sul territorio laziale. Il Cesanese di Castelfranco è una variante tipica e autoctona delle colline che sormontano la Città di Rieti.
La Fagiolina arsolana è un particolare ecotipo di fagiolo, appartenente alla famiglia delle Papilionaceae, genere Phaseolus, specie P. Vulgari L. o fagiolo comune. I semi della fagiolina arsolana, presenti in numero di 3-4 per baccello, si presentano di colore bianco, forma reniforme molto appiattita e calibro variabile dai 5 ai 7 mm. Il contenuto proteico…
Varietà locale denominata “Fagiolo a carne”; appartenete alla famiglia delle Papilionaceae, genere Phaseolus, specie Phaseolus vulgaris L. La pianta, dalle foglie color verde brillante, presenta accrescimento determinato (che dà luogo ad altezze ridotte) e colore dello stendardo bianco, bianco-rosato. Il seme si caratterizza per un peso medio: 290 g /1000 semi; forma ellittica e medio…
Si tratta di un fagiolo di forma rotondo-ovale e di piccole dimensioni, tanto da ricordare un pisello (da cui la denominazione); di colore bianco, con buccia particolarmente sottile che, con la cottura, diventa quasi impercettibile ma resta aderente al seme. Ha un gusto delicato, una consistenza pastosa e tempi di cottura estremamente rapidi. La pianta…
Nei comuni di Paliano (FR), in cui ricade la Riserva Naturale de La Selva, e di San Vito Romano (RM) viene coltivato da sempre una specie di legume che localmente viene chiamato “fagiolo a suricchio” il cui nome deriva dalla forma a falce del baccello. Fino a circa 50-60 anni fa il seme del fagiolo…
La coltivazione del fagiolo, connessa a tutte le economie povere, ha trovato nel territorio di Borbona (da cui prende il nome) il luogo ideale, grazie alla composizione e alla giacitura dei terreni e all’attaccamento a tradizioni familiari di un’economia montana di sopravvivenza, che ha portato ad una selezione naturale della varietà, destinata esclusivamente all’autoconsumo. L’esigua…
Il territorio interessato alla produzione del Fagiolo Cappellette di Vallepietra si trova all’interno del territorio del Parco Regionale dei Monti Simbruini e della Comunità Montana dell’Aniene, alle pendici del monte Autore (1855 m slm) e a valle del centro abitato, lungo la stretta lingua di terreno formatasi in seguito all’azione del fiume Simbrivio ove vengono…
I fagioli diffusi nella provincia di Viterbo rappresentano antiche varietà locali i cui semi sono stati gelosamente custoditi per anni e riprodotti per uso personale da anziani agricoltori della zona. Le loro particolari caratteristiche organolettiche e nutrizionali sono determinate dalle condizioni climatiche e dalla composizione dei suoli in cui crescono. La coltivazione avviene su terreni…
Il Fagiolo Cioncone è un ecotipo locale appartenente alla famiglia delle Papilionaceae, genere Phaseolus, specie P. Vulgari. Il seme del Fagiolo Cioncone presenta forma ovale, colore beige e calibro da 8 a 10 mm. Il contenuto proteico è intorno al 23%. Attualmente la coltivazione del Fagiolo cioncone avviene prevalentemente in orti a conduzione familiare pertanto…
Particolare considerazione per i legumi mostrano, nel XIV secolo, gli Statuti di Gradoli, i quali dedicano un’apposita rubrica a “de pena colligentium cicera et alia legumina”. I fagioli prodotti in questo comune sono legati storicamente all’uso che se ne fa nel Pranzo del mercoledì delle Ceneri, organizzato dalla Confraternita del Purgatorio, reiterando un’antichissima tradizione.
Sutri, situata su un colle tufaceo, tra due torrenti che scorrono in profondissimi valloni con pareti a strapiombo, è caratterizzata da terreni sciolti, di origine vulcanica, ricchi di elementi nutritivi, molto fertili lungo le vallate alluvionali, poste a circa 280 m di quota e datate di acqua per uso irriguo. L’acidità dei terreni della zona,…
Specie erbacea appartenente alla famiglia delle Papilionaceae, genere Phaseolus, specie P. Vulgaris L., entità sottospecifica ecotipo “fagiolo gentile”. La varietà è rampicante, caratterizzata da pianta a fusto volubile con radice fittonante, foglie composte da tre foglioline peduncolate e fiori piccoli bianchi con sfumature violacee; il baccello di colore verde alla maturazione assume una colorazione giallastra…
Il Fagiolo Regina di Marano Equo è una varietà locale appartenente alla famiglia delle Papilionaceae, genere Phaseolus specie P. Vulgari L.. Si tratta di un ecotipo a sviluppo indeterminato; anche la fioritura termina con l’inizio della senescenza. La pianta, a portamento prostrato-rampicante, presenta foglie trilobate con foglioline cuoriformi di medie dimensioni e fiore papilionaceo, di…
Il Phaseolus coccineous è nettamente diverso dal Phaseolus vulgaris. Originariamente questa specie era coltivata solo a scopo ornamentale per il gran numero di fiori scarlatti che compaiono alla fioritura. Successivamente sono stati selezionati per il consumo umano i tipi a fiore bianco come, appunto, il ‘fasciolone’. Il nome deriva dalla forma del seme bianco, molto…
Nell’economia agricola bellegrana, per secoli, il fico secco è stato d’importanza fondamentale, infatti veniva prodotto ed utilizzato come merce di scambio con le popolazioni delle zone più interne fino a quasi tutta la metà del ‘900. A partire dagli anni ’40-’50 del XX secolo, invece si è manifestato un notevole interesse economico per il fico…
Farina ottenuta dalla lavorazione del Marrone Antrodocano. Di colore nocciola chiaro e sapore dolciastro, utilizzata per preparare pani, minestre, focacce, polente, oltreché per la realizzazione del tradizionale Castagnaccio.
Il Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili presenta un paesaggio di tipo spiccatamente pre-appenninico, che ha concorso alla formazione e alla coesistenza di particolari produzioni come quella del Farro. Elemento essenziale nella dieta delle popolazioni arcaiche, tanto che anche i prigionieri o gli schiavi della Roma Repubblicana, si narra, avessero diritto a una libbra (circa…
Il Farro del Pungolo di Acquapendente ad oggi viene coltivato in un’area ristretta di 3-4 ettari e si ottiene da una varietà locale coltivata da tempo immemore.
La caratteristica del Farro di Posta (RI) risiede nella granella che presenta i tegumenti seminali fortemente aderenti all’endosperma. La semina avviene in autunno e la raccolta nel mese di agosto. Prima che si conoscesse il grano duro, il farro (grano vestito) era l’elemento essenziale nella dieta delle popolazioni arcaiche. Nella penisola italica cominciò a circolare…
Ad Aquino, il 2 novembre di ogni anno si svolge nella piazza di San Tommaso, una manifestazione che richiama numerose persone attratte dalla storia dell’evento. Il rito ha origini antiche e risale ad oltre 200 anni quando un’antica famiglia di Aquino i Pelagalli, preparava nella notte tra il 1 ed il 2 novembre, una minestra…
Ferlengo è il nome con il quale nel Viterbese si identifica il Pleurotus eryngii, varietà pherulae, della famiglia delle Pleurotacee, genere Pleurotus, noto come “fungo della ferla”, perché cresce nelle ceppaie di ferula, piante spontanee diffuse nei campi incolti del territorio di Tarquinia e Monteromano, simili al finocchio selvatico. Il Ferlengo ha un cappello carnoso,…
I Fichi, divisi a metà, dopo essere stati essiccati al sole vengono farciti con nocciole, collocati in vasi di vetro e conditi con succo di limone, zucchero e liquore, quindi, serrati ermeticamente e bolliti a bagnomaria per un’ora. Si tratta di una preparazione tipica di alcuni paesi afacciati sul lago di Bracciano la cui presenza…
I fichi del terzo fiore (quelli più piccoli che si sviluppano da luglio in poi) vengono essiccati, interi o divisi in due, prima al sole e successivamente in un forno a legna. Vengono conservati infilzandoli in una canna, tagliata a listarelle: in questo modo possono essere consumati anche fino alla successiva stagione. La metodologia di…
Sodo, particolarmente croccante e decisamente bianco, il Finocchio della maremma viterbese presenta una pianta di forma compatta e taglia media, con apparato radicale fittonante, a produzione medio-tardiva, con una buona resistenza al freddo e alla pre-fioritura. Il fusto è cilindrico, le foglie sono lungamente picciolate, tri o tetra pennatosette, con larga guaina basale ispessita ed…
Il prodotto deriva dall’impiego di una varietà di origine francese “Favette”, introdotta nel territorio in esame circa 50 anni fa e ancora oggi presente, grazie alle favorevoli condizioni pedo-climatiche che le hanno consentito di attecchire esclusivamente in questa zona. Ciò potrebbe essere erroneamente ritenuto un punto debole del sistema, considerato il rapido turnover degli standard…
La Fragolina coltivata tradizionalmente a Nemi appartiene alla specie Fragaria vesca varietà semperflorens Duch. (fragola di bosco di origine europea). I frutti primari e secondari hanno forma allungata e fusiforme, a volte conico arrotondata, sono di dimensioni piuttosto ridotte ed hanno un peso medio ponderato di 1,2 g (minimo 0,5-massimo 2,2). Il colore superficiale del…
Il nome Lattuga Signorinella deriva dall’aspetto simile “ad una giovane donna vestita di gonne e merletti”. Viene anche chiamata “Erba dei saggi” o “Erba dei filosofi”. È un ortaggio di antica origine su cui numerose sono le testimonianze orali degli agricoltori locali che attestano, fin da tempi remoti, la coltivazione di questo prodotto
Altra citazione ci è data dal Senatore Giulio Andreotti nel suo libro “La sciarada di Papa Mastai”, ove si ricorda che, a seguito della perdita del potere temporale, avvenuta nel 1870, Pio IX, alla vigilia del capodanno del 1871, si consolava “domani alla sua mensa avrebbe avuto sempre le buone lenticchie onanesi del Cardinale Prospero…
La Lenticchia di Rascino, ecotipo autoctono, appartiene alla famiglia delle Leguminose, genere Lens, specie Lens culinaris Med. Presenta dimensioni piccole e colore non uniforme che va dal rosa al rossiccio, al giallo verdastro, marrone chiaro, raramente ocra, con o senza ornamenti (a chiazze, a punti). Viene coltivata sull’Altopiano di Rascino a circa 1.200 m s.l.m.;…
La Lenticchia di Ventotene è un ecotipo appartiene alla famiglia delle Leguminose, genere Lens, specie Lens culinaris Med. Si caratterizza per le dimensioni medio-piccole, colore marrone chiaro con leggere venature rosate, a volte verde o giallo verdastro. La semina avviene dal mese di gennaio fino a febbraio, a seconda della tipologia di terreno: prima i…
In passato la granella di mais era particolarmente utilizzata nell’alimentazione degli animali e per l’ingrasso di agnelli e vitelli. Oggi il suo utilizzo sia nella alimentazione umana che animale è minato dalla possibile introduzione di varietà ibride molto produttive. Grazie alla granella vitrea questo mais è da lungo tempo utilizzato per la produzione della farina…
La preparazione delle Marmellate è legata sia alla conservazione di un prodotto facilmente deperibile come la frutta, sia alla possibilità di utilizzare il trasformato nella farcitura dei dolci. Si tratta, quindi, di una conserva, analogamente a quanto si faceva con la salatura delle carni o dei pesci. La conservabilità è garantita dalla lunga cottura a…
I comuni affacciati alla Valle del Velino presentano un paesaggio fortemente connotato dalla presenza di castagneti. È questa la zona d’elezione del Marrone Antrodocano, risultato di un secolare, intelligente lavoro dell’uomo. Fin dall’VIII secolo la castagna diviene una componente principale della dieta delle popolazioni montane della zona. Nella metà del secolo XII, all’indomani della conquista…
Il comprensorio dei Monti Cimini rappresenta un luogo storicamente vocato alla castanicoltura; la specie si è diffusa a tal punto da caratterizzare il paesaggio. Sin dal Medioevo nella zona erano presenti vecchie costruzioni a due piani, chiamate “metati” o “raticci”, in cui le castagne venivano essiccate. Nelle vallate, lungo i torrenti, numerosi mulini con mole…
Nell’economia dell’area dei Monti Simbruini il marrone ha sempre avuto un ruolo fondamentale, tanto che il castagno era chiamato “albero del pane” e la castagna “pane dei poveri”. La coltivazione del castagno è presente nel comune di Arcinazzo Romano da tempi remoti. Numerosi sono, infatti, oltre alle testimonianze orali e fotografiche, gli esemplari di piante…
Già dall’inizio del ‘900 i Marroni di Cave erano esportati in tutto il mondo e soprattutto in Francia dove erano destinati principalmente alla produzione dei celeberrimi Marrons Glacés. Si ha notizia della costituzione nel 1900 di una cooperativa che riuniva tutti i produttori locali di marroni, denominata “Società”, che esportava il prodotto in America, Germania…
Latera, collocata ad ovest del crinale del Lago di Bolsena, a 508 m. sul livello del mare, presenta il microclima ideale per la coltura del castagno. Il circondario, infatti, è disseminato di numerosissimi castagneti da frutto plurisecolari. La varietà più nota presente è il Marrone che nel territorio produce frutti di ottimo sapore. Nel ‘400…
L’introduzione nel territorio di Segni del Marrone Fiorentino su castagneti già esistenti, si fa risalire alla metà del XVI sec., quando in occasione del matrimonio di Mario Sforza e Fulvia Conti vennero introdotte piante di castagno prelevate dal territorio di Santa Fiora, sulle pendici dell’Amiata. Una leggenda, invece, attribuisce al pontefice segnino Vitaliano (657-672) l’introduzione…
Le melanzane, opportunamente pulite e tagliate a fette o a listarelle, vengono prima gettate in acqua con limone e, successivamente, messe in infusione in aceto freddo per 24 ore circa, dopo averle risciacquate per 2 o 3 volte. Al termine di tale periodo vengono sgocciolate e conservate direttamente in barattoli di vetro in olio extravergine…
I rilievi della Ciociaria sono disseminati di erbe aromatiche che emettono caratteristici odori. La Mentuccia, in particolare, ha una profumazione molto intensa ed è da sempre utilizzata come ingrediente base di numerose ricette tradizionali. Per questo motivo si aveva cura di raccoglierla nei periodi di fioritura, essiccarla, per poi consumarla all’occorrenza fuori stagione. Un proverbio…
Ci parla di una “castagna prenestina” già Catone nel suo “De Agri Cultura”, includendola nella categoria “Noci”. Le considera più pregiate di quelle del napoletano. La leggenda vuole che siano state l’unico strumento di sopravvivenza per i Prenestini nel corso del lungo assedio di Silla. Testimonianza della loro consolidata presenza sul territorio in esame è…
La Nocciola dei Monti Cimini è riferibile alla specie Corylus avellana cultivar “Tonda Gentile Romana”. Tale cultivar presenta guscio di medio spessore, subsferoidale con l’apice leggermente a punta; colore nocciola e scarsa lucentezza. Il seme è medio-piccolo, di forma variabile subsferoidale, colore molto vicino a quello del guscio, per lo più ricoperto di fibre. La…
Olive calce e cenere: tale preparazione si è affermata nell’area dei Monti Lepini, ricchi di rocce calcaree da cui si è soliti ricavare la calce. Ancora oggi si possono individuare le fornaci costruite a secco, disposte su terrazzamenti a due livelli, in cui le pietre erano cotte fino alla trasformazione in calce. Olive al fumo:…
L’Oliva bianca di Itri è un prodotto che deriva dalla varietà Itrana. Viene raccolta e messa in salamoia, prima di maturare, dunque tra novembre e dicembre. Il processo di lavorazione prevede la selezione manuale dei frutti dal calibro minimo di 1,5 cm e la conservazione per almeno 5 mesi in una soluzione di acqua e…
Olive in salamoia: la tecnica della salamoia è uno tra i più antichi metodi di conservazione che preserva da cambiamenti di sapore e di turgore i frutti, anche fino a quattro anni. Tradizionalmente le Olive in salamoia venivano commercializzate esclusivamente nei mercati locali settimanali, attualmente è possibile trovarle anche presso gli alimentari o direttamente presso…
Olive sott’olio: oliva della varietà Carboncella, di colore marronescuro tendente al nero e dal sapore fruttato, raccolta tra novembre e gennaio e utilizzata con il pane e come stuzzichino per aperitivi. Le olive, raccolte manualmente e disposte in una cesta, vengono selezionate, poi essiccate in sacchetti di tela appesi nel camino, avendo cura di muoverle…
La presenza di coltivazioni cerealicole nell’Alto Lazio risale agli Etruschi che, dotati di un alto grado tecnico, mettono a coltura i fertili terreni della Valdilago. L’Orzo era considerato il grano degli Etruschi che lo usavano per preparare la famosa puls, una specie di polenta. I chicchi vestiti venivano tostati in forno per eliminare il rivestimento,…
Passata di pomodoro prodotta con il pomodoro Spagnoletta di Gaeta e Formia, varietà autoctona a rischio di erosione genetica, tutelata dalla L.R. 1 marzo 2000 n.15 Dal punto di vista organolettico la passata di questo pomodoro si contraddistingue per il suo sapore agrodolce. Il periodo di produzione è legato alla raccolta del pomodoro Spagnoletta, che…
La patata (Solanum tuberosum) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle solanacee. Il tubero presenta forma sub-sferica, buccia di colore variabile dal beige al rossiccio e pasta variabile dal bianco al giallo, a seconda della varietà utilizzata. Nel comprensorio leonessano le varietà attualmente impegate e più produttive, sono: désirée a buccia rossa e pasta…
Sul finire del Settecento la Patata Turchesa fa la sua comparsa nell’area del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ed ha rappresentato per le popolazioni montane locali una vera e propria “garanzia alimentare” come dimostra un detto popolare ancora presente in molti comuni abruzzesi:“ La patane è mezze pane”. Per la prima…
Per questa preparazione si utilizzano i peperoni seminati tardivamente, in modo da posticipare la raccolta e farla coincidere con la vendemmia. Dopo la raccolta, i peperoni si dispongono in un unico strato, su ripiani di legno mantenuti in ambiente fresco e ventilato per circa 10 giorni, al fine di farli asciugare. Successivamente si trasferiscono in…
Il peperone essiccato è un prodotto unico nel suo genere. Anticamente era commercializzato nei mercati settimanali della zona, ma attualmente ha varcato i confini naturali rappresentati dalle montagne che separano Fondi, Monte San Biagio e Sperlonga, da Terracina e Gaeta. Come per altri prodotti essiccati, tra cui i pomodori del Sud Italia, la preparazione è…
La Pera Spadona di Castel Madama è una varietà diffusa nelle aziende frutticole e negli orti familiari dell’Agro di Castel Madama e nella zona pedemontana della Sabina. In quest’area è conosciuta con l’appellativo di stuvaletta (o stualetta) poiché sembrerebbe essere stata prodotta per la prima volta in loco nella prima metà dell’800 da un contadino…
Pere sciroppate al mosto. Le pere, sbucciate e tagliate a spicchi, vengono lasciate cuocere per qualche minuto nel mosto di vino bianco precedentemente sottoposto a bollitura, fino al raggiungimento di una consistenza densa. Terminata la cottura, le pere vengono conservate in vasetti di vetro. Pesche o percoche sciroppate. Si prepara uno sciroppo di acqua e…
Consumati in Europa sin dal periodo Paleolitico, i pinoli sono stati da sempre considerati elemento tanto nobile e genuino da essere ricordati anche nella mitologia come frutto amato da Bacco, Dio della vegetazione e della fertilità, mentre in Giappone il frutto compare nelle cerimonie nuziali, come simbolo della costanza dell’amore coniugale. Plinio ne esaltava le…
Il Pomodoretto appeso dell’Etruria Meridionale, appartenete alla famiglia delle Solanaceae, specie Lycopersicon esculentum (L.). Presenta un frutto piccolo dalla caratteristica forma tondeggiante con peculiarità merceologiche eccellenti. L’epicarpo risulta essere particolarmente spesso tanto da favorire una notevole resistenza alle avversità ed alla serbevolezza; è molto consistente e ha un’ottima tolleranza alle spaccature.
Il Pomodoro corno di toro presenta una caratteristica forma allungata, generalmente di 14-16 cm che termina a punta leggermente ricurva, da cui deriva il nome Corno di Toro. La buccia è molto sottile ma croccante e presenta colore rosso vivo. La polpa è compatta. Ogni bacca presenta una piccola cavità interna con poco seme. Caratteristica…
Il Pomodoro Fiaschetta di Fondi, è un ecotipo locale appartenete alla famiglia delle Solanaceae, specie Lycopersicon esculentum (L.). Presenta una caratteristica forma a “fiaschetta” od ovata di colore rosso intenso uniforme e senza depigmentazione. La buccia è resistente, robusta e consistente. Il frutto, particolarmente pieno di polpa, presenta il caratteristico sapore acidulo del pomodoro tendente…
Il pomodoro Ovalone Reatino presenta una doppia attitudine al consumo (da industria per salsa e/o pelati, da consumo fresco) ma soprattutto un’alta resistenza alle avversità di tipo crittogamico e di quelle parassitiche. È caratterizzato da una pianta a sviluppo determinato che a maturità raggiunta non supera i 60 cm di altezza. Presenta una buona ramificazione…
Il Pomodoro Perino di Sperlonga appartenete alla famiglia delle Solanaceae, specie Lycopersicon esculentum (L.), presenta un frutto piccolo con una forma caratteristica; stratta all’apice e arrotondata alla base, leggermente allungata “a pera”. L’epicarpo, di è di colore rosso intenso uniforme e risulta essere particolarmente spesso tanto da favorire una notevole resistenza alle avversità ed alla…
Il Pomodoro Scatolone di Bolsena, dalla caratteristica forma globosa a rosetta e costoluta, presenta un ridotto sviluppo di polpa, semi e placenta, così da lasciare, internamente una cavità. Ha un sapore gradevole ed armonico, grazie ad un equilibrato contenuto in zuccheri ed acidi. Ha forma schiacciata ed infossata in corrispondenza della zona peziolare e di…
Coltivata tradizionalmente nei comprensori orticoli dei comuni di Formia e Gaeta, si ritiene che questa varietà locale abbia origini molto antiche. Ciò è avvalorato dal fatto che molte delle prime introduzioni di pomodoro dalle Americhe in Europa avevano tipologia costoluta e dal nome che richiama una diretta introduzione dalla Spagna o da parte degli spagnoli….
La Prugna chiamate localmente “pizzutella” per la sua forma allungata, è un frutto antico, presente in alcuni comuni del comprensorio della Valle di Comino, allo stato prevalentemente selvatico. La pianta appartenente alla famiglia delle Rosaceae, genere Prunus, specie P. domestica L., è diffusa soprattutto in area collinare a circa 400-600 metri slm, quale habitat altamente…
“Triste è quella rapa che d’agosto non è nata”. Così recita un antico proverbio del Frusinate, che viene tramandato anche a Roccasecca, caratteristico centro dall’aspetto medievale, della provincia di Frosinone, posizionato a 245 m. slm. Il paese prende il nome dal suo castello “Rocca Sicca”, fatto costruire nel 994 dall’abate di Montecassino Mansone, per cautelarsi…
La roncoletta labicana è una varietà di pisello che si caratterizza per la forma particolarmente incurvata del baccello che viene coltivata nella zona di Labico. Nella prima metà del Novecento la produzione della roncoletta godeva di una grande notorietà, tanto che durante gli anni Trenta (in pieno regime fascista) l’area fu destinata a zona sperimentale…
Si tratta di un “ortaggio da radice” chiamato scorzobianca o in gergo zagarolese “sarzefine”. Molto più conosciute in passato, quando erano utilizzate come alimento invernale perché ricco in sali minerali e vitamine. Con il passare del tempo la coltivazione delle sarzefine è stata un po’ abbandonata, ma oggi, grazie a qualche temerario coltivatore locale, questo…
Gli antichi romani sono tra i primi estimatori di tartufi. Considerato, insieme al farro, un importante corroborante in tempi di guerra e di pace. Nella provincia di Viterbo, da Tarquinia a Blera attraverso Monteromano e Vetralla si crea l’ambiente adatto per la proliferazione di questi tuberi. Il territorio, infatti, presenta terreni di medio impasto, con…
La produzione di Aglio Rosso, nell’antico centro di Proceno, risale agli Etruschi che lo preferivano alla cipolla e impararono a concimarlo con la cenere. Non è altrettanto noto, invece, a quando risalga l’uso di consumare gli scapi fiorali di questo aglio, conservati sott’olio. A detta dei più anziani agricoltori locali, tale operazione, chiamata starlatura (da…
La raccolta del Tartufo dei Monti Lepini viene effettuata da molti anni sia da raccoglitori professionisti che amatoriali. Alcune informazioni storiche si possono attingere dagli Annali del cardinale Pietro Aldobrandini, della fine del XVI secolo, e da documenti archiviati presso il comune di Carpineto Romano in cui si fa riferimento ai pranzi, le cui pietanze…
Il Tartufo di Campoli Appennino è un fungo ipogeo a forma di tubero irregolare, appartenente alla famiglia delle Tuberaceae, classe degli Ascomiceti, che cresce spontaneamente in simbiosi con le radici di alcuni alberi e arbusti: quercia, cerro, leccio, tiglio, nocciolo, carpino, pioppo. Di colore bianco e nero si caratterizza per un profumo intenso, sapore di…
Situata nel Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, Cervara è il paese più alto della provincia di Roma, dopo Guadagnolo. Il verde delle sue faggete, il paesaggio mozzafiato sulla sottostante Valle dell’Aniene e sui monti limitrofi colpiscono il visitatore e lo inducono ad apprezzare questo ambiente unico e suggestivo. Fin dal passato il paese di…
Prodotto dolciario a base di farina, lievito naturale e lievito di birra, limone grattugiato e in succo,
uvetta, latte, sambuca, mandorle, pinoli, acqua, vanillina, cannella e sale. L’impasto, ben amalgamato, viene fatto lievitare fino a quando non ha raggiunto un aspetto voluminoso. Vengono preparati dei bastoncini, successivamente fritti in olio e cosparsi di zucchero.
Gli ‘Ndremmappi rappresentano l’eccellente risultato di un matrimonio che dura centinaia di anni tra il mare e la montagna. L’introduzione delle alici nel condimento si deve ai pastori locali. Si narra infatti che un tempo quando in autunno le piane dei Fondi di Jenne e di Campitelli si coprivano di neve, i pastori portavano le…
Dolce tipo meringa con forma a cupola, di colore biancastro, ottenuto lavorando insieme le chiare d’uovo montate a neve, lo zucchero e le nocciole, tostate e macinate. All’impasto si aggiunge l’essenza di mandorle amare e un pizzico di vanillina. Si dispongono le forme in teglie e si lasciano cuocere in forno a 200-210°C per 10-15…
Dolci di forma tondeggiante e colore dorato, ottenuti dalla lavorazione di mandorle dolci e amare, albume e zucchero. Le mandorle, previa macinatura vengono amalgamate con gli altri ingredienti e una volta pronto l’impasto questo viene posta sull’ostia a piccole porzioni. La cottura avviene per 20 minuti a 180°C. Gli Amaretti vantano una lunga tradizione: introdotti…
La produzione di questo dolce avviene da circa un secolo. La storia racconta che la ricetta del prodotto è stata donata da un vecchio frate, come riconoscenza nei confronti di chi, dopo chilometri e chilometri di marcia, fermatosi a Guarcino, gli aveva offerto cibo e riposo. Nel Medio Evo, nel periodo di caccia, i signori…
Le Anse del Tevere sono biscotti a base di farina 00, zucchero, vino e semi di anice. Nella sua semplicità degli ingredienti risulta un biscotto dal caratteristico sapore misto tra il dolce della pasta e l’aroma di anice e vino. Si presentano con una caratteristica forma a S, di colore biancastro e piuttosto friabili e…
La barachia e una crostatina di pasta frolla dalla forma a rosetta farcita internamente con marmellata di prugne, racchiusa fra i due dischi di pasta i cui bordi vengono sollevati e sapientemente manipolati, fino ad ottenere un’artistica cornice circolare. La barachia, ricavata dalla miscelazione di farina, uova, zucchero, strutto e appunto la marmellata, presenta come…
Biscotti dolci a forma di bastone, (da cui il nome) lunghi circa 15 cm e dal diametro di circa 2 cm. Presentano colore marroncino e sono ottenuti dalla lavorazione di farina di grano tenero tipo 00, zucchero, uova, limone e vaniglia. La cottura dei bastoni avviene in forno alla temperatura di 200°C per 10-15 minuti….
Prodotto dolciario preparato con farina tipo 00, uova, latte, zucchero, lievito per dolci, scorza di limone grattugiata e olio extravergine di oliva Sabina DOP, amalgamati fino ad ottenere una pasta liscia da cui, con le mani leggermente unte, si ricavano biscotti allungati. Le forme vengono successivamente cotte in forno a 260-270 °C per 5-10 minuti…
Biscotti di forma allungata, spessi 2 cm circa e lunghi 10-12 cm, a base di farina, uova, zucchero, latte, strutto, scorza di limone grattugiata e lievito. Gli ingredienti vengono impastati manualmente su una tavola di legno. I bastoncini che si ricavano dall’impasto, spennellati in superficie con uovo battuto e posti in una teglia distanziati fra…
Nella tradizione popolare è molto diffuso il culto di S. Antonio, protettore degli animali e dei lavori agricoli. Presso Acquapendente il 17 gennaio di ogni anno si organizza una grande festa, nel corso della quale i protagonisti sono i Biscotti di Sant’Antonio. La tradizione risulta presente fin dal 1588, come attesta un manoscritto, (Biondo, Pietro…
Il Biscotto di Bomarzo o “Pane di Sant’Anselmo” è una ciambella ricavata attenendosi scrupolosamente a ricette antichissime tramandate oralmente di madre in figlia. Un sapiente dosaggio degli ingredienti ed una lievitazione che dura circa 1 giorno, costituiscono la particolarità di questo gustoso prodotto.
Biscotti a forma di ciambella o di savoiardo, a base di farina tipo 00, zucchero, uova intere, burro, latte, lievito in polvere e bicarbonato di sodio, lievito naturale. Dopo aver amalgamato gli ingredienti e aver ottenuto biscotti o ciambelle, le forme vengono disposte su teglie, precedentemente ricoperte con carta da forno e cotte in forno…
Biscotti tipo tozzetti, di forma romboidale, con crosta di colore dorato scuro, a base di farina tipo
00, miele, nocciole intere, buccia d’arancia a cubetti, mandorle, olio di oliva, aromi naturali.
Tradizionalmente le Cacchiarelle venivano cotte al forno a legna prima della cottura del pane casereccio di Montelibretti; lo scopo principale era quello di verificare se il forno era sufficientemente caldo e pronto per la cottura del pane. La denominazione deriva dal fatto che la massaia recuperava con le mani un pezzo di pasta pane detto…
Crostata di forma tondeggiante preparata con una pasta frolla a base di uova, zucchero, strutto, farina, buccia di limone e farcita con ricotta ovina. Dall’impasto, lavorato manualmente su tavole di legno, si ricava una sfoglia per rivestire il fondo e i bordi di una teglia imburrata. Sulla pasta si versa il ripieno costituito da ricotta…
Prodotto dolciario di pasta frolla a base di ricotta aromatizzata alla sambuca e cannella. Si prepara una sfoglia di pasta all’uovo salata e la si stende a mano rivestendo poi una teglia: si riempie con un impasto di ricotta, zucchero, uova intere, sambuca e cannella e si chiude con strisce di sfoglia, tipo crostata. Si…
Preparazione a forma di raviolo, ripiena di polpa di zucca, mandorle e nocciole macinate, cacao amaro in polvere, cannella, vanillina, liquori ed aromi naturali.
Il Calzone di verdure, localmente detto fallone, nasceva dalla tradizione della cucina più povera, quando con la rimanenza della pasta del pane, che si faceva una volta a settimana, venivano cotte queste piccole mezzelune ripiene delle verdure di cui si disponeva al momento.
I Canasciunetti sono tra i più diffusi e noti dolci tipici ciociari. Preparati particolarmente nel periodo natalizio, si presentano con una forma simile ai ravioli, dorati in superficie, con una massa friabile e un ripieno composto da un impasto di castagne, ceci, noci, nocciole e miele; il tutto aromatizzato con noce moscata e pepe. Nella…
Dolce particolare e interessante sia nel sapore misto fra il dolce e il salato, sia nell’aspetto tricolore. La Casata Pontecorvese al taglio presenta tre strati ben evidenti e differenziati di colore giallo, bianco e marrone.
È usanza, nelle zone castanicole, preparare ricette a base di questo prelibato frutto. La ricetta è antichissima e tramandata oralmente da generazioni. Si tratta di un piatto “povero”, diffusissimo un tempo nelle zone appenniniche dove le castagne erano alla base dell’alimentazione delle popolazioni contadine. Dopo un periodo di oblio, iniziato nel secondo dopoguerra e dovuto…
Preparazione a base di castagne, messe in ammollo per diverse ore con foglie di alloro poi lessate col sale. Le castagne così preparate presentano una profumazione intensa data dalle foglie di alloro. Hanno sapore dolciastro, si consumano calde, a mò di minestra, subito dopo cena.
A Palestrina, il lunedì dopo Pasqua, non era in uso fare la scampagnata tradizionale, anzi, i fedeli erano trattenuti in chiesa per la commemorazione del Santo protettore Agapito. C’era tuttavia, come nei fuochi d’artificio, un’ultima esplosione di festa e di gioia, la domenica dopo la Pasqua: la scampagnata “allo Pisciariello”, toponimo che deriva da una…
Pasta alimentare a base di farina, uovo, sale ed acqua tiepida. L’impasto viene fatto riposare per qualche minuto e, quindi, viene tirata la sfoglia fino ad uno spessore di circa un millimetro. La sfoglia viene tagliata in striscioline successivamente arrotolate con le mani. Pasto semplice delle famiglie contadine la cui preparazione avviene tradizionalmente nelle cucine…
Dolce povero, senza zucchero, della tradizione di Mentana che si potrebbe ricollegare a quei “pani rituali”, (di cui parla Camporesi studioso delle tradizioni popolari), frutto dell’ingegno delle massaie che, alla ricetta tradizionale del pane, hanno aggiunto, in occasione delle feste, speciali ingredienti dolcificanti quali l’anice. Le prime testimonianze storiche legate a questo prodotto risalgono alla…
Una storia a sé, sebbene la preparazione sia la stessa della Ciambella al mosto di Marino, celebrata dal 1997, nel mese di ottobre, con l’omonima sagra. In questo caso le prime tracce si ritrovano in occasione di una visita di San Francesco alla discepola marinese Jacopa dé Settesoli. Ancora prima, si racconta (Anonimo Laziale) che…
Preparate con farina, zucchero, acqua ed olio extravergine di oliva, le Ciambelle all’acqua sono da sempre consumate nei giorni di festa e tradizionalmente servite col vino. La forma è quella caratteristica della ciambella ed il colore è marrone chiaro, mentre le dimensioni variano a seconda della ricetta.
Ciambelle alta a forma circolare schiacciata su un lato con un taglio lungo tutta la parte alta, colore dorato, ottenute dalla lavorazione di farina di grano tenero tipo 00, vino bianco, olio d’oliva, anice e sale. Il prodotto vanta una lunga tradizione a Cineto Romano ed è consuetudine offrirlo in occasione delle varie sagre locali
Ciambella di 20 cm di diametro, dalla crosta marrone chiaro, con aroma di anice. Si impastano gli ingredienti (farina tipo 00, acqua, sale, lievito di birra, semi di anice) per 20-30 minuti. Si lascia riposare l’impasto per alcuni minuti, poi si spezzano a mano dei pezzi di pasta e si formano strisce, successivamente pressate a…
La tradizionale Ciambella degli sposi di Rocca di Papa è di media grandezza, spennellata in superficie con la chiara d’uovo e arricchita con i granelli bianchi di zucchero. Gli ingredienti per la sua preparazione sono: olio extravergine di oliva, uova, zucchero, farina, liquore anisetta e cherry stock, limone grattugiato, lievito in polvere, un pizzico di…
Le ciambelle e i cornettini di Ponzano Romano sono il risultato di un’antica ricetta che prevede la mescolanza di ingredienti dolci e salati. Il sapore risulta essere dolce in superficie grazie alla presenza della glassa di acqua e zucchero che contrasta con il sapore salato all’interno dell’impasto. Alla degustazione l’impasto è morbido all’interno, con aroma…
La ricetta delle Ciambelle scottolate di Cori risale agli anni 50, ovvero da quando la signora Luisetta, con il marito Quinto Ciardi, avviarono la gestione di un piccolo forno a legna sito nel centro di Cori. È all’interno di questo piccolo forno a legna che nonna Luisetta inizia ad impastare, con i pochi ingredienti a…
Queste piccole ciambelle, dorate in superficie, leggere e friabili si ottengono dall’impasto di farina, zucchero, olio, vino Moscato di Terracina DOC, semi di anice e cannella. Dopo aver amalgamato tutti gli ingredienti si formano, a mano, le ciambelle e si passa la parte superiore nello zucchero semolato. Si cucinano in forno già caldo a 170°C…
Si tratta di un dolce tipico dell’intera regione Lazio, frutto di una cucina povera e fatto di ingredienti di facile reperibilità. La ricetta, tramandata oralmente, risale ai tempi in cui il contadino si concedeva il lusso di trattenere per sé un po’ di vino per le varie preparazioni casalinghe, mentre la restante quantità era costretto…
Le Ciambelle all’olio di Sant’Angelo Romano sono preparate con un impasto semplice e pochi ingredienti: farina 00, acqua, olio extravergine di oliva e sale. Non è prevista l’aggiunta di lievito. Il sapore è salato e ricco di olio di oliva; presenta una forma caratteristica circolare con decorazioni a mezza luna poste sopra. Attualmente vengono elaborate…
Prodotto dolciario a base di farina tipo 00, olio, zucchero, uova ed acqua che dopo la cottura sono spennellate con uno sciroppo caldo di zucchero che, rafreddandosi, assume colore bianco, da cui il nome “con gelo”.
Ciambelle dolci e fragranti di forma tondeggiante di colore dorato, ottenute dalla lavorazione di farina di grano tenero tipo 00, vino bianco, olio extravergine d’oliva, anice e sale.
La preparazione delle Ciambelle da sposa vanta una lunga tradizione. La metodologia di preparazione è rimasta invariata dai tempi in cui la madre della sposa le preparava e le mandava a casa dello sposo insieme alla dote. I tagli sull’impasto venivano effettuati alcuni giorni prima del matrimonio, in occasione del rito di preparazione del letto…
Prodotto dolciario a base di farina, zucchero, anice, vino bianco, lievito naturale, vaniglia, olio extravergine d’oliva e scorza di limone grattugiata. Prima della cottura le ciambelle vengono “lucidate” con vino e zucchero.
Ciambella a base di farina tipo 00, zucchero, olio di oliva, vino bianco, semi di anice. Tutti gli ingredienti vengono miscelati per 5 minuti nell’impastatrice, poi a mano si formano delle strisce di pasta, unite all’estremità e si cucinano in forno ben caldo (200 -260°C) per 20 minuti circa. Prima della cottura le ciambelle vengono…
Prodotto a base di farina tipo 00, vino rosso, olio extravergine d’oliva, sale, anice, lievito di birra e lievito naturale. L’impasto, lavorato manualmente a forma di ciambelle, viene sottoposto a bollitura in acqua per circa 10 minuti. Il sapore è salato con aroma di anice. La cottura in forno avviene a 240°C. La ricetta locale…
La consuetudine di preparare ciambelle o “pani rituali” in occasione delle feste in onore di un santo è una tradizione molto antica, che in alcuni casi risale alle origini del Cristianesimo. Le Ciambelle salate, prodotte in alcuni comuni della provincia di Rieti nel mese di gennaio, sono dette localmente anche Coelle o Ciambelle di Sant’Antonio,…
Ciambelle a base di farina, zucchero, olio, acqua, ed eventualmente uova, limone grattugiato e anice. Con tutti gli ingredienti si forma un impasto da cui si ottengono delle ciambelle che, cotte in acqua bollente per circa 5 minuti e lasciate asciugare all’aria, il giorno successivo vengono cotte al forno preriscaldato a 250°C per tre quarti…
Le Ciambelline al vino nocciolate di Cori vantano una lunga tradizione fondate su antiche ricette. A Cori è consuetudine offrirle in occasione delle varie ricorrenze, delle feste private (matrimoni, battesimi e comunioni) o a fine pasto. Anche la produzione di queste ciambelline è legata alla storia della famiglia Ciardi che dal 1950 dedica la sua…
Ciambelline dolci dall’aroma di anice o vino, preparate con zucchero, poche uova, liquore d’anice, olio extravergine, vino bianco, semi d’anice, buccia grattugiata di limone, farina tipo 00 e poco lievito.
Il Ciambellone di Sant’Antonio presenta forma a ciambella con le due estremità intrecciate al centro (chiamata forma a nodo). L’uso dell’anice nei biscotti salati è diffuso in Italia centrale fin da tempi antichi. Il consumo del ciambellone e le ritualità laiche ad esso connesse (sagre) sono state associate in passato (non è possibile per ora…
La festa del santo patrono invece si celebra a tavola con la Ciambella di San Famiano, che essendo un dolce secco viene realizzato in gran quantità e poi conservato nelle fresche cantine su letti di paglia. In occasione dei Festeggiamenti per il Patrono viene preparata la ciambella fatta con farina, acqua, uova, zucchero, olio, Alchermes,…
CIammella ellenese Si ha notizia della preparazione di questa singolare ciambella sin dal 1800, secondo quanto affermano i pasticceri locali, i quali raccontano di aver ereditato la ricetta dai loro avi. È un dolce tipico delle festività natalizie e ancora oggi spicca, bianca e tenera, tra le altre preparazioni di dolci, nel bancone delle pasticcerie…
Ciambelle secche a base di uova, farina, olio, zucchero, scorza di limone grattugiata. Con tutti gli ingredienti si forma un impasto da cui si otterranno delle ciambelle che verranno versate nell’acqua bollente e lasciate lì finché non tornano a galla. Il giorno successivo, dopo alcune ore di riposo, le Ciammelle d’ova vengono cotte al forno…
Il Ciammellocco di Cretone, particolarmente ricco di ingredienti, quali farina, lievito madre di antica produzione, anice, olio extravergine di oliva, vino bianco, buccia di limone grattugiato e spremuto, liquore di anisetta, mistrà, sale, lievito per dolci, uova, si caratterizza per una lievitazione naturale e piuttosto lunga. Occorrono circa due giorni per preparare il Ciammellocco di…
Il Ciammellone morolano è un dolce tipico della tradizione pasquale di Morolo. In nessun altro paese dei Monti Lepini si trova, infatti, un prodotto come questo. La peculiarità fondamentale risiede nella lavorazione, lunga e articolata, che richiede ben due giorni, ma grazie alla quale si può gustare un dolce morbido, fragrante, aromatico e facilmente abbinabile…
Ciambellone a base di uova, farina, lievito, vino, olio di semi, zucchero, latte, buccia grattugiata di limone e succo, mandorle tostate. Dall’impasto degli ingredienti si ottengono delle ciambelle che, messe in una teglia dai bordi alti e già imburrata, si passano al forno già riscaldato a 200°C per circa un’ora. Cotto nel forno a legna…
Varia è l’etimologia del nome riconducibile a questo gustoso panino. Alcuni autori fanno riferimento alla locuzione latina cereola (candela), che richiamerebbe il colore giallo della mollica; secondo altri è forte il richiamo alla ciriola, un tipo di anguilla che anticamente si pescava nel Tevere. Da qui, anche, la parola romana ‘ciriolare’, ovvero sgusciare di mano…
Il dolce nella tradizione gastronomica della Tuscia non era certo un alimento di uso quotidiano, infatti, la preparazione di queste ghiottonerie era sempre legata ad una festività, che nel passato rappresentava l’unica occasione per mangiare più abbondantemente e, soprattutto, piatti più elaborati e costosi. Alle festività natalizie del comune di Acquapendente è legata la tradizione…
Gli “corneglie” sono dolci di Natale tipici della tradizione di Coreno a forma di ciambella. Si portano ad ebollizione, in abbondante acqua le patate di media grandezza; una volta bollite, si stemperano in acqua fredda, senza raffreddarle del tutto, sbucciamo e passiamo allo schiacciapatate. Uniamo al composto sale, pepe e noce moscata e se gli…
Prodotto dolciario a base di farina, lievito naturale e lievito di birra, limone grattugiato e in succo,
uvetta, latte, sambuca, mandorle, pinoli, acqua, vanillina, cannella e sale. L’impasto, ben amalgamato, viene fatto lievitare fino a quando non ha raggiunto un aspetto voluminoso. Vengono preparati dei bastoncini, successivamente fritti in olio e cosparsi di zucchero.
Crostate e Paste di visciole di Sezze presentano la medesima forma ovale o tonda e si differenziano solo per le dimensioni. Gli ingredienti e la metodologia di preparazione sono i medesimi. Composte da uova, zucchero, strutto, buccia di limone grattugiato, farina e marmellata di visciole. Uniscono alla dolcezza della pasta frolla il gusto ricco, pungente…
Si impastano farina di grano tenero, uova, zucchero, latte, olio di oliva, sugna di maiale. Si riveste con questa pasta l’interno di formelle di carta, aggiungendovi sopra marmellata di albicocche o prugne locali. Le formelle ripiene vengono messe a cuocere nel forno a legna preriscaldato per 5 minuti. Si tratta di una preparazione domestica la…
Dolci preparati mescolando farina, uova, zucchero, latte, grappa, sale, strutto e lievito chimico fino ad ottenere una sfoglia, da cui si ritagliano dei pezzi di forma e grandezza variabile che vengono fritti in olio extravergine e cosparsi di zucchero a velo. Si tratta di una preparazione domestica la cui tradizione, tramandata oralmente da generazioni, è…
Pasta fresca, lavorata a mano e dal caratteristico taglio tipo strozzapreti, tonnarello o alla chitarra. Le farine miscelate sono: grano tenero, grano duro, granturco (in quantità variabile), con aggiunta di acqua e uova intere.
La tradizionale preparazione del Dolce alle fave di San Giuseppe è legata alla figura del Santo Patrono di Leonessa. Particolare rilevanza assume la farina di fave che, associata alla farina di farro ed a tutti gli altri ingredienti, dà forma a un prodotto di particolare gusto e dolcezza. Le fave rappresentavano il vitto semplice e…
Prelibatezza della cucina leonessana, il dolce di patate ha la classica forma di un ciambellone ed è ricco di ingredienti: cioccolato a pezzetti, uvetta, noci tritate, patate lesse, rigorosamente di Leonessa, uova e lievito per dolci. Viene prodotto lavorando il burro con lo zucchero ed aggiungendo man mano tutti gli ingredienti. Successivamente, l’impasto così ottenuto,…
La denominazione di Falia si affermò alla fine del XIX secolo ad indicare l’evoluzione di una pizza fatta in casa, in uso almeno dall’inizio del XVIII secolo, quando era tradizione a Priverno consumarla in campagna per il pranzo, soprattutto insieme ai broccoletti, ortaggi tipici di questa area dei Lepini. Secondo una versione popolare il suo…
Prodotto dolciario di antica tradizione la cui preparazione è connessa alla commemorazione dei defunti. Un importante riscontro storico risale al 1891 nel libro “La scienza in cucina” di Pellegrino Artusi. L’autore scriveva: “Queste pastine sogliono farsi per la commemorazione dei morti e tengono luogo della fava baggiana, ossia d’orto, che si usa in questa occasione…
Dolce tipico abruzzese rimasto da lungo tempo nella tradizione di questo territorio reatino che fino al 1927 era inserito nell’Abruzzo aquilano, condividendone usi e abitudini culinarie. Si realizza con un impasto simile a quello del biscotto, cotto in una doppia piastra arroventata sul fuoco che, stringendo la pasta sopra e sotto per mezzo di due…
Biscotti dolci di forma trapezoidale, dalla crosta di colore nocciola-dorato, ottenuti dalla lavorazione di farina di grano tenero, uova, strutto, nocciole, zucchero, olio extravergine d’oliva, lievito e scorza di limone grattugiata. Vengono consumati insieme a latte e the, vino e liquori.
Sono biscotti secchi la cui preparazione è legata alle feste natalizie. Si presentano nella caratteristica forma cilindrica e di colore marrone (Fetticciole nere) e beige (Fetticciole bianche). La loro consistenza è abbastanza compatta per le presenza del miele, il sapore è particolarmente dolce.
Antica e varia è la cucina dei primi piatti laziali. La gastronomia del Lazio, più che a quella raffinata dei ceti elevati, deve molto alla tradizione popolare. Sembra che l’origine delle fettuccine sia da attribuire alla tradizione popolare ciociara che fin dal passato ha favorito la diffusione di infinite varietà di “fettuccine”, che ad Anagni…
Il fiaone, sia nella forma che nella grandezza può essere paragonato ad un grosso “Raviolo di ricotta”. La pasta sfoglia racchiude un impasto fatto con formaggio di pecora unitamente a grana o parmigiano amalgamati con uova fresche.
Filone da 1 kg preparato con la farina tipo 0, l’acqua, il lievito naturale di produzione aziendale e rigorosamente senza sale. La crosta è sottile di colore marrone chiaro; la pasta interna è bianca abbastanza omogenea e con poche alveolature.
I Frascarelli sono una pasta alimentare tipica della cucina povera reatina che viene preparata semplicemente con acqua, farina e sale per formare un impasto che viene poi sbriciolato manualmente in pezzettini e condito con sughi di magro o utilizzata per minestre.
Dette localmente frittelli di San Giuseppe, per via della loro preparazione tradizionale in occasione della festa di San Giuseppe, il 19 marzo, ma divenute oggi un classico della cucina delle feste. La loro preparazione avviene esclusivamente a livello domestico. San Giuseppe era chiamato affettuosamente “San Giuseppe frittellaro” in ricordo, forse, del fatto che, oltre che…
Si tratta di pizzette ottenute sciogliendo della farina di grano in acqua, con aggiunta di sale, in modo da ottenere un impasto omogeneo, di consistenza semi- liquida, lasciata riposare qualche ora, si prelevano delle cucchiaiate e si lasciano cuocere sul fondo di una padella di ferro unta con olio. La ricetta tradizionale prevede l’aggiunta finale…
Biscotto secco avente una forma variabile a seconda del territorio di produzione. I Giglietti di Sermoneta si presentano rotondeggianti e di colore bianco pallido; i Giglietti di Priverno hanno forma a giglio e colore dorato. Il Giglietto viene preparato con farina, uova, zucchero, buccia di limone grattugiata.
Biscotto leggero e fragrante, ottenuto dall’impiego di semplici ingredienti come uova, farina e zucchero. Il Giglietto, di colore dorato chiaro tendente al bianco, presenta la caratteristica forma a giglio, ricavata a mano, con tre ramificazioni, lunghezza di circa 10 cm; gusto leggero. Si conserva per circa 2 settimane.
Prodotto dolciario composto da farina, uova, zucchero, poco sale, burro, latte, buccia di limone grattugiata e lievito per dolci. Dopo aver ben amalgamato gli ingredienti, l’impasto viene versato in uno stampo precedentemente imburrato e spolverato di farina. La cottura avviene in forno ben caldo per circa 50 minuti. Dolce tradizionale fatto in casa, preparato in…
Si tratta di una preparazione prettamente invernale, legata all’uccisione del maiale, di cui come tutti sanno “non si butta niente”. L’origine si deve far risalire agli inizi dell’800, quando la cucina ciociara era il risultato dei continui scambi commerciali e culturali con Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie. Da allora la ricetta si è…
Gnocchi di piccole dimensioni e colore giallo, preparati amalgamando farina di mais mista a farina di frumento, sale e acqua tiepida, fino ad ottenere un impasto non troppo duro, da cui si ritagliano gli gnocchi. Detti anche “gnocchitti de pulenta”, la loro ricetta si tramanda oralmente da generazioni e rappresentano un tipico esempio di cibo…
Gnocchi ottenuti dalla sola farina di grano senza aggiunta di patate. Per prepararli si porta a bollore dell’acqua salata nella quale si versa, poi, della farina di grano tenero. Si lavora l’impasto con un cucchiaio, si versa sulla spianatoia e si formano gli gnocchi. Pasta fresca tipica della cucina povera; la sua preparazione è tramandata…
Gnocchi preparati con patate e farina di castagne. Si dispone la farina di grano tenero e quella di castagne a fontana, dopodiché si lessano le patate, si schiacciano e si uniscono alla farina, aggiungendo noce moscata ed un pizzico di sale. Dopo aver lavorato l’impasto si ricavano gli gnocchi. La consuetudine di preparare alimenti a…
Gli gnocchi di tritello appartengono sicuramente alla tradizione culinaria di Valmontone, antica città in provincia di Roma a circa 40 km dalla Capitale, che sembra sia stata fondata da Glauco, figlio di Minosse e chiamata Labicum, dalla denominazione dello scudo di battaglia. Il nome Valmontone appare per la prima volta in un documento del 1139,…
Gnocchi preparati con patate e farina di castagne. Si dispone la farina di grano tenero e quella di castagne a fontana, dopodiché si lessano le patate, si schiacciano e si uniscono alla farina, aggiungendo noce moscata ed un pizzico di sale. Dopo aver lavorato l’impasto si ricavano gli gnocchi. La consuetudine di preparare alimenti a…
Il dolce nella tradizione gastronomica della Tuscia non era certo un alimento di uso quotidiano, infatti, la preparazione di queste ghiottonerie era sempre legata ad una festività, che nel passato rappresentava l’unica occasione per mangiare più abbondantemente e, soprattutto, piatti più elaborati e costosi. Alle festività natalizie del comune di Acquapendente è legata la tradizione…
La parola “lacna” ha, nel basso Lazio, il significato generale di impasto ammassato e successivamente steso con il matterello. Numerose citazioni dalla letteratura greca e latina fanno dedurre che questo piatto sia esistito con continuità dall’epoca classica: Aristofane e Orazio usano i termini làganon (greco) e laganum (latino) per indicare un impasto di acqua e…
Tradizionale dolce laziale abruzzese di colore leggermente scuro, preparato da un impasto simile a quello del pane, arricchito con l’uova, che si trova nelle due forme alternative di cavallo e di bambolina. Cotto in forno a legna, si consuma nell’arco di 5-10 giorni. Si tratta di una preparazione ancora oggi limitata all’ambito domestico, la cui…
I maccheroni a matassa sono dei grossi spaghetti irregolari lunghi e spessi, tirati a mano, del diametro di 4-6 mm, realizzati con un semplice impasto di acqua, farina di grano tenero e sale. Dall’impasto si ricavano “ciambelle” che vengono piano piano allargate con le mani, fino a ricavare una matassa ,da cui vengono tagliati i…
I maccheroni con le noci di Vejano sono un tipico dolce natalizio la cui preparazione è molto diffusa nei comuni dell’Alta Tuscia. La particolarità di questo dolce è che uno degli ingredienti fondamentali è la pasta alimentare del tipo reginette con un formato lungo a nastro e il bordo un po’ arricciato. Questo tipo di…
I Maccheroni alla gavignanese, in dialetto maccaruni, sono una delle più antiche ricette culinarie del Lazio centrale. I documenti più antichi a riguardo risalgono alla metà del ‘500. In Italia sono molti i piatti che portano il medesimo nome, ma i maccaruni gavignanesi hanno una peculiarità che li distingue: il “taglio” molto sottile. I primi…
I Maccheroni alla gavignanese, in dialetto maccaruni, sono una delle più antiche ricette culinarie del Lazio centrale. I documenti più antichi a riguardo risalgono alla metà del ‘500. In Italia sono molti i piatti che portano il medesimo nome, ma i maccaruni gavignanesi hanno una peculiarità che li distingue: il “taglio” molto sottile. I primi…
I Maltagliati o Fregnacce sono un tipo di pasta fresca ideale per la preparazione di piatti per lo più poveri, come la minestra di fagioli. Il nome deriva dal fatto che la sfoglia, preparata con la farina di grano duro e acqua, viene tagliata a mano in modo irregolare e disomogeneo. L’aspetto dei Maltagliati è…
Detti anche Mostazzoli, Mustaccioli, Mustazzola in calabrese, Is mustazzolus in sardo o Mustazzoli, sembra proprio che siano biscotti comuni a tutte le regioni dell’Italia peninsulare. Sono dolcetti molto antichi il cui nome sembra derivi dal latino mustaceum che indicava una focaccia dolce con mosto d’uva cotto e formaggio, che veniva cotta sulle foglie di alloro….
Con la realizzazione di questi dolci di ottima serbevolezza, in un momento di ricchezza di produzione (l’estate) si riusciva a far fronte ai fabbisogni dei periodi di carenza di produzione (l’inverno) con le poche risorse disponibili, e quindi, a soddisfare l’esigenza alimentare con un prodotto nutriente e zuccherino. Questo tipo di trasformazione è classica in…
Tipico dolce natalizio realizzato nel territorio di Genazzano, i Murzelli sono ottenuti da un impasto di farina, miele e nocciole da cui, dopo una lunga lavorazione a mano, si tagliano piccoli rombi che sono poi cotti in forno a media temperatura. Il prodotto deve la sua tradizionalità alla combinazione degli ingredienti (frutta secca e miele),…
I Murzitti presentano colore dorato scuro e sapore dolce di noci e miele. Su una sfoglia preparata con farina, uova, zucchero e olio extravergine di oliva si dispone un impasto ben amalgamato di noci macinate, uvetta, vermuth, zucchero e miele. Si arrotola e si taglia a strisce. La cottura avviene in forno a legna. Si…
Prodotto dolciario a base di farina, zucchero, trito di mandorle, noci e nocciole, vino bianco ed olio extravergine d’oliva. Prima della cottura, che avviene in forno a 220°C circa, i Pacchiarotti vengono spennellati con vino e zucchero. Presentano forma di bastoncini irregolari, sapore dolce e colore marrone chiaro. La ricetta, di origini locali, viene tramandata…
Le Pagnottelle di salatuoro di Sezze legano la loro produzione ad una antica tradizione, ossia la benedizione del pane nel giorno dell’Assunta. Si tratta di un rito pagano, passato ed adattato alla ritualità cristiana. Durante l’impero di Augusto, infatti, nel giorno delle idi a lui dedicate, venne istituita una festa per celebrare il pane prodotto…
Prodotto dolciario di antica origine, la cui preparazione tradizionale non prevede l’aggiunta di zucchero ma utilizza gli aromi naturali e la cannella come dolcificanti. Si tratta di una variante “dolce” di pane, preparato solo in occasione delle festività pasquali. Presenta forma di nido di colomba con uovo al centro, da cui il nome “palombella”. Nell’iconografia…
Il pane è l’alimento tradizionale per eccellenza ma solo in pochi posti si tramanda il processo produttivo originario. Nel comune di Santi Cosma e Damiano e Castelforte, sono rimasti in pochi a produrre il pane così come tramandato dalle generazioni precedenti. Si tratta del Pane cafone cosiddetto perché era il pane del volgo, fatto con…
Il Pane casareccio di Lariano ha trovato larga dfifusione prima nella provincia di Roma, poi in tutto il territorio laziale, soprattutto nel dopoguerra. Gli operai che da Lariano e paesi limitrofi raggiungevano la capitale per lavorare, pranzavano con questo pane e lo regalavano anche agli altri operai. Degno di nota è il vecchio mulino perfettamente…
Tradizionalmente la produzione del Pane casareccio di Montelibretti avveniva in ambito domestico e la cottura avveniva nel forno o camino a legna. Dalle testimonianze orali raccolte si apprende che la fase più importante e delicata riguardava la lievitazione del pane. Le massaie erano solite disporre l’impasto sopra delle tavole di legno, avvicinate al camino. Inoltre…
È un pane che, anche quando è fatto con la farina bianca, si mantiene morbido per molti giorni, grazie alla presenza delle olive che rilasciano un po’ del loro contenuto in olio. La sua preparazione poggia su una tradizione centenaria. Il forno a legna familiare veniva acceso per fare il pane una volta a settimana….
Il Pane storico di Canale Monterano prende origine nei primi anni del 1500 e subisce l’influenza del pane umbro e toscano senza sale. In questa epoca l’antica città di Monterano conobbe un periodo di intensa immigrazione di boscaioli umbri e toscani chiamati dagli Orsini, feudatari del territorio per disboscare la Silva Mantiana, estrema propaggine della…
Nel 1462 il funzionario vaticano Giovanni de Castro scopre, nei pressi di Tolfa, la presenza di allume fino ad allora importato dalla Turchia. L’allume era molto utile per la tintura della lana e la concia delle pelli. La città di Allumiere si sviluppa in conseguenza di questa scoperta. Viene fondata nel 1500 per accogliere gli…
Questo pane risulta leggero, morbido e fragrante, grazie alla farina impiegata che è quella di semola di grano duro. Si mantiene morbido per alcuni giorni ed è ottimo per le bruschette e i panini farciti con afettati e formaggi. Viene preparato un piccolo impasto con farina di semola di grano duro e acqua e si…
Un “pane millenario”, così lo ha definito Corrado Barberis, presidente dell’Istituto Nazionale di Sociologia Rurale di Roma, che lo ha inserito nell’Atlante del Pane, insieme ai “pani” storici di tutta Italia. Il Pane di Veroli, realizzato ogni giorno con il lievito madre “rinfrescato” periodicamente con acqua e farina, ha antiche origini, come antichi sono i…
Nel paese di Vicovaro, nel periodo dopo guerra, grazie all’intraprendenza di alcuni commercianti locali, la necessità di fare il pane in casa si è spontaneamente trasformata in un vero e proprio distretto produttivo e commerciale, favorendo lo sviluppo dell’agricoltura legata alla coltivazione dei cereali. Negli anni ’70 a Vicovaro operavano ben 19 forni, tutti dislocati…
Il Pane Latino riprende sostanzialmente la forma e alcuni ingredienti base dei pani realizzati intorno al 50 a.C. in alcuni territori dell’impero romano, tra Campania e Lazio. Questo pane ha forma circolare è caratterizzato da 8 incisioni a raggiera, a formare 8 spicchi. Il pane così realizzato non necessita di strumenti meccanici per la porzionatura…
Pane casareccio preparato con farina di grano duro, semolino, semolato e lievito naturale di produzione propria. Il tipo di farina conferisce alla mollica un colore giallo. La forma è a pagnotta, con il caratteristico rigo centrale; il sapore è leggermente saporito. La cottura avviene in forni alimentati con legna di quercia e castagno.
Il Pangiallo è un dolce tipico natalizio, prodotto nella nostra regione, la cui origine viene fatta risalire all’antica Roma e, più precisamente, all’età imperiale. Si narra che fossero i “dolci dorati”, distribuiti durante la festa del solstizio d’inverno come buon auspicio per il ritorno del sole. Infatti, è ornato da un sottile strato costituito da…
Dolce pasquale a base di farina, uova, latte, zucchero, burro, liquore e semi di anice, lievito di birra, lievito naturale e vanillina. Si prepara la pasta di pane detta “cresciuto” con il lievito naturale e si lascia lievitare per circa 4 ore; successivamente si aggiungono gli altri ingredienti. L’impasto viene fatto lievitare per 2-3 ore,…
Pane di piccole dimensione che si cominciò a produrre nella seconda metà del ‘900, nell’epoca del benessere, quando agli ingredienti base del pane, ci si poté concedere il lusso di aggiungere l’olio extravergine d’oliva e, soprattutto, lo zucchero e quando ci si poté concedere il lusso di ridurre le dimensioni per dare forma leziosa al…
Panpapato: Dolce di consistenza dura, a forma piramidale-conica, di colore marrone scuro, lucido, caratterizzato da un particolare retrogusto piccante. I suoi principali ingredienti sono la frutta secca, il miele ed il mosto cotto. Si accompagna con vini corposi. Panpepato: Dolce di forma rotonda o a filoncino, di color marrone (che, a seconda degli ingredienti, può…
La Pasta di Antrodoco viene prodotta con tecniche sia artigianali che semi industriali. Presenta colore variabile dal biancastro, al giallo paglierino, al color ambrato, aspetto esterno omogeneo superficie sia liscia, ruvida o porosa al tatto; consistenza soda ed elastica. I formati della Pasta di Antrodoco sono: spaghetti, bucatini, perciatelli, mezze maniche, rigatoni, linguine di passero.
Dolce a base di mandorle dolci macinate, zucchero, chiara d’uovo e succo di limone. Presenta forma semisferica schiacciata ed un peso di circa 30 grammi. Alla base della pasta viene disposto un disco di ostia, mentre sopra viene distribuito lo zucchero. La sua particolarità è quella di restare morbida all’interno e friabile e croccante all’esterno.
Dolci a forma di losanga o rotondi preparati da un impasto di farina, uova, zucchero, olio extravergine di oliva, latte, scorza di limone, cremor tartaro. Dall’impasto si prepara la sfoglia che, adeguatamente tagliata, darà forma alle Pastarelle che andranno cotte nel forno a legna. Si caratterizza per la presenza del cremor tartaro che favorisce la…
I Piccelatiegli sono una pietanza di origine povera tipica del basso Lazio, dei comuni di Castelforte e Santi Cosma e Damiano, ma che contengano elementi “di pregio” come la cannella e i chiodi di garofano che sono da mettere in relazione alla loro funzione natalizia. Si racconta che una signora del paese non avendo disponibilità…
Simili a grossi spaghetti fatti a mano, le Pinciarelle monticellesi appartengono alla cucina povera contadina perché gli ingredienti sono limitati alla sola acqua e farina di grano tenero. In passato veniva utilizzata anche la pasta del pane che aveva prevalentemente la funzione di agente lievitante e un po’ di olio di oliva. Le pinciarelle monticellesi…
La Pizza bbotata è legata alle tradizioni culinarie e contadine di Sant’Angelo Romano, paesino a soli 30 km dal centro di Roma, che sorge su una delle tre colline dei Monti Cornicolani e Monte Padulo, che è una delle prime colline che si incrociano partendo da mare e andando verso l’Appennino. La ricetta e la…
La Pizza a Fiamma si presenta nella tradizionale forma ovale e con spessore della crosta di almeno 1 mm. La mollica è praticamente inesistente e comunque non superiore a 3 mm. Il profumo è intenso e il gusto è leggermente acidulo riconducibile all’impiego nella fase di preparazione del lievito madre. L’umidità della Pizza a Fiamma…
L’utilizzo della farina di mais per la preparazione di queste pizze ascrive la loro origine ad un periodo in cui i ceti meno abbienti preferivano il mais al più costoso frumento. Vittorio Del Duca racconta come nell’‘800, nel mese di agosto “…si stutarava, o c’erano i tuteri da svagorà”, ovvero le pannocchie di mais da…
Secondo gli storici dell’alimentazione, le origini della “Pizza Bianca Romana alla Pala del Fornaio” risalgono alla fine della seconda guerra mondiale quando il prodotto impalato serviva a verificare la temperatura del forno, il piccolo impasto bianco e semplice, ottenuto dalla veloce preparazione a mano, schiacciato con le dita delle mani, di un lembo di impasto,…
Pizza con farina di mais: detta anche pizza polenta. Si tratta di un piatto povero della tradizione contadina reatina, legato alla diffusione nella dieta dei ceti meno abbienti della farina di mais, in sostituzione di quella di frumento, in quanto meno costosa. La preparazione era legata al rito dell’uccisione del maiale e si estese nel…
Pizza dolce a base di uova, zucchero, farina, scorza di limone grattugiato. Il nome deriva dal gran numero di uova necessarie per la preparazione dell’impasto. La preparazione inizia battendo le uova insieme allo zucchero a alla scorza di limone per circa un’ora, fino a quando la pasta non è abbastanza amalgamata da scendere a nastro;…
La Pizza di Pasqua è un dolce tradizionale della gastronomia viterbese legato alle festività pasquali. Nell’aspetto è molto simile al panettone, ma con un cappello a forma di fungo. Attualmente viene prodotta in due diverse tipologie, “dolce” e “al formaggio”. Quest’ultima si diferenzia dalla prima perché fra gli ingredienti viene aggiunto il formaggio pecorino, che…
La preparazione di questa pizza affonda le sue radici nella metà del ‘700, quando questo territorio da originario Comune di uomini liberi, era divenuto, dopo secolari vicende, dominio della casa reale di Napoli, rientrando tra i cosiddetti “stati allodiali” di privato patrimonio della corona. Si ha testimonianza, infatti, di una pizza elaborata nello stesso modo…
L’impasto delle pizze in esame è quello del pane, quindi, farina, acqua, lievito naturale, olio extravergine di oliva e sale. Si lascia lievitare tale impasto per un’ora a temperatura ambiente, poi, la Pizza bianca viene cotta in forno a 260- 270°C, quella fritta si cuoce in olio extravergine di oliva bollente per 5 minuti, quella…
Pizza rustica, costituita da sfoglia esterna, preparata con farina ed uova, e ripieno di carne macinata, pepe e formaggio o altri ingredienti a piacere. La pizza viene prima arrotolata su se stessa e nuovamente arrotolata a formare una spirale. La cottura avviene a forno preferibilmente a legna.
Torta ottenuta utilizzando la pasta del pane, composta da farina, lievito e acqua con l’aggiunta di noci, nocciole, pinoli, mandorle, fichi secchi, uva passita, canditi artigianali, miele, qualche pezzetto di cioccolato amaro, mosto cotto e un pò di rhum.
Pizza tradizionale di Sant’Angelo Romano a base di farina 00, acqua, uova intere, lievito di birra, sale, semi di anice ed eventuale aggiunta di olio e strutto, per rendere l’impasto più morbido. Presenta forma rotonda od ovale e sulla superficie della pizza sono formati manualmente dei solchi per simulare i solchi fatti con l’arato (chiamato…
Tradizionale biscotto della domenica da gustare con thé o liquori. La ricetta si tramanda da generazioni ed ha origine agli inizi del ‘900, quando parte della provincia di Rieti era legata amministrativamente all’Abruzzo aquilano: infatti, nel territorio marsicano esistono biscotti realizzati nello stesso modo. Il nome è legato al fatto che per formare i Pizzicotti…
I pizzicotti sono una pasta alimentare di forma tondeggiante,e leggermenre schiacciata preparata con farina di grano tenero, acqua e lievito naturale. l’impasto viene fatto lievitare per qualche minuto e quindi si “spizzica” con le mani ricavandone dei piccoli gnocchi sottoposti a cottura in acqua bollente.
Biscotti dolci dalla caratteristica forma ad S, di colore nocciola scuro, ottenuti dalla lavorazione di farina di mais, rossi d’uovo, strutto, zucchero, rhum, alchermes. Dopo aver amalgamato a mano gli ingredienti in un contenitore, si passa alla lavorazione delle forme, effettuata con un coltello, per ottenere la classica pezzatura ad S, lunga circa 10 cm….
La Pupazza Frascatana è stata realizzata “quasi per gioco” negli anni ‘60, come scherzo goliardico, ma al tempo stesso come stimolo commerciale per la produzione delle pasticcerie locali. Nel giro di pochissimi anni questo particolare prodotto ha avuto successo e si è diffuso rapidamente diventando patrimonio iconografico ed economico del territorio di Frascati e dei…
Il prodotto presenta una forma trapezoidale a base di mandorle naturali, zucchero, uova, spezie e aromi naturali. Di colore dorato, si caratterizza per il sapore tipico delle mandorle. Si producono tutto l’anno in quanto possono essere conservati, senza particolari accorgimenti, per periodi piuttosto lunghi.
I Ravioli con crema di castagne si preparano a partire da una sfoglia ottenuta da farina, vino e olio extravergine di oliva. Successivamente si prepara una marmellata facendo bollire in acqua delle castagne precedentemente arrostite sul fuoco e sbucciate, tritate finemente e poste nuovamente sul fuoco con l’aggiunta di zucchero, liquore aromatico e cioccolato fondente….
Ravioli secchi, friabili, con ripieno dal sapore non particolarmente dolce per la presenza di patate e pecorino grattugiato. Si presentano come panzerottini di colore giallo intenso in superficie, grazie all’aggiunta dell’uovo prima della cottura. Sono dolci della tradizione reatina fatti in casa secondo metodologie tradizionali.
Si preparano dei piccoli rettangoli di lasagna farciti con la ricotta a sua volta lavorata con lo zucchero, la cannella e l’archemes. Il tutto fritto con abbondante olio extravergine di oliva: ecco come le signore de “Le Coste” preparano i ravioli chiamati, nella lingua locale, “tacconi”.
I Rescresciuti di Maenza sono dolcetti a forma di ciambella, composti da farina tipo 00, uova, zucchero, lievito naturale, limone, sambuca o rhum o alchermes; in alcuni casi è prevista anche l’aggiunta di latte e strutto. L’impasto ben amalgamato, liscio e compatto viene lasciato lievitare, per 2 ore o per una notte intera a seconda…
Si tratta di un piatto “povero” a base di acqua e farina, senza aggiunta di uova, per favorirne la conservazione per lunghi periodi. Le Sagne vengono solitamente accompagnate ai fagioli e, a volte, anche alle cotiche di maiale
Il Salame del Re, prodotto tradizionale nella Valle dell’Aniene e, in particolare, nel territorio di Subiaco, affonda le sue origini tra il ‘700 e l‘800, quando veniva prodotto esclusivamente per essere consumato dalle classi nobili, essendo il cioccolato, all’epoca, un prodotto alimentare pregiato e costoso, inaccessibile, pertanto ai ceti medio bassi. Mantiene tale denominazione anche…
“Ju salavaticu” ha una storia e una tradizione nella civiltà contadina di Roviano. Era un tipo di frittella economica e sbrigativa come si conveniva a persone che non avevano né le possibilità economiche, né il tempo da perdere nella preparazione di cibi elaborati. Le donne, oltre ad occuparsi della casa, ad una certa ora del…
Dolce tradizionale natalizio la cui forma richiama quella della carruba; si presenta ricoperto di glassa al cioccolato. L’impasto è costituito da miele, farina, zucchero e cacao, profumato con spezie aromatiche come la cannella e i chiodi di garofano.
Secondo la leggenda le origini di questo dolce, risalirebbero al 400 d.C., periodo successivo al Martirio di Santa Anatolia avvenuto nel 249 d.C. Risulta, infatti, dai documenti storici che la santa fu chiusa dentro un sacco insieme ad una moltitudine di serpenti velenosi ma il giorno successivo, uscì miracolosamente indenne. Nelle rappresentazioni artistiche dell’epoca, tuttora…
Le Serpette di Monte Porzio Catone sono un biscotto a forma di S, ottenuto dalla lavorazione della farina di frumento tenero con lievito, uova, burro e zucchero, senza aggiunta di additivi o conservanti. In superficie è evidente l’effetto della spennellatura con uova e i granuli di zucchero. La consistenza interna è friabile; il sapore è…
Le Serpette sono il dolce più antico e tipico di Sermoneta. Devono il nome alla caratteristica forma ad S che ricorda una “serpetta”, riferimento chiaro allo stemma (formato dall’onda con l’aquila) della famiglia Caetani di Sermoneta. Si racconta che siano state preparate per la prima volta intorno al 1571 per celebrare la vittoria della Lega…
Caratteristica pasta fatta in casa con ingredienti semplici. Prende il nome dall’uso del ferro da calza (fuso) per allungare la pasta. Gli sfusellati si presentano sotto forma di cilindretti allungati della lunghezza di 7-8 cm, adatti per catturare il sugo di magro solitamente usato per condirli.
Prodotto dolciario a base di farina, zucchero, uova, latte, strutto, limone grattugiato e lievito. Presenta colore dorato, forma rotonda con una incisione ad X, da cui il nome, sulla parte superficiale. Gli ingredienti vengono impastati manualmente fino al raggiungimento di un aspetto omogeneo e compatto. Parte dell’impasto viene recuperato e lavorato a formare delle pagnottelle…
Dolci di forma tondeggiante, dal sapore dolciastro e colore bianco, ottenuti dalla lavorazione di chiara d’uovo, mandorle e zucchero a velo. Gli ingredienti, dopo che sono stati amalgamati, sono lavorati a mano o con l’aiuto di un cucchiaio per ottenere le tipiche forme a nuvoletta tondeggiante di circa 5 cm di diametro. La cottura avviene…
Detti anche stringozzi o strengozze cantaliciane, gli strozzapreti sono un formato di pasta fresca fatta in casa, legata alla tradizione contadina e realizzata con acqua e farina. L’origine della preparazione è molto antica e risponde all’esigenza di ottenere, con ingredienti semplici, un prodotto non deteriorabile come sarebbe, invece, se nell’impasto fossero presenti le uova.
Tradizionale dolce legato in particolare alla festività del Carnevale ma preparato già a partire da Natale e Capodanno. Rappresenta una delle ultime concessioni al palato prima del lungo periodo di astensione da cibi grassi, dettato dalla Quaresima. Prelibatezza che resiste al ricordo olfattivo e alla memoria del gusto attraverso l’odore del fritto, che attraversa i…
Biscotto dalla caratteristica forma a rombo, a colomba, ellittica e recentemente anche allungata. Gli ingredienti per la sua preparazione sono: mandorle dolci, chiara d’uovo, zucchero a velo o granulato, vanillina e aromi naturali tipo buccia di limone grattugiato. Il colore del Subiachino è marrone chiaro, con la superficie ricoperta di glassa bianca, detta localmente ghiaccia,…
Il prodotto, a base di mandorle, miele, farina 00, farina integrale, spezie e aromi presenta una forma trapezoidale. Di colore dorato tendente al marrone scuro, si caratterizza per il sapore amaro-dolce delle mandorle e del miele. La produzione avviene durante le festività natalizie, anche se grazie alla loro lunga conservazione e per il fatto che…
Tipica pasta fresca prodotta nelle zone castanicole del reatino, dal sapore leggermente dolciastro per la presenza delle castagne. Si preparano disponendo a fontana su una spianatoia la farina di castagne e di grano tenero, le uova, il sale e qualche cucchiaio d’acqua. Gli ingredienti vengono lavorati a mano fino ad ottenere un impasto liscio ed…
Dolce da forno a base di farina, acqua, zucchero, sale, semi di anice e olio extravergine di oliva. Presentano forma di ciambelline puntinate dai semi di anice, dalla superficie dorata.
Il tarallo dolce di latte coronese è una specialità tipica del frosinate, una ricetta che si tramanda di generazione in generazione. Viene preparato particolarmente nelle festività pasquali, ma è buono tutto l’anno ovviamente. L’ingrediente principale di questa ricetta è l’uovo, non a caso infatti viene preparata prevalentemente nel periodo di Pasqua! È un tarallo con una forma particolare, a…
Girgenti, antico nome di Agrigento dà il nome ad una frazione del comune di Pescorocchiano, fondato da agrigentini. I Tersitti nascono in questo borgo ma presto si diffondono in tutta la Sabina. Il prodotto vanta una lunga tradizione, associata alla ricorrenza natalizia, e la sua ricetta viene tramandata oralmente da generazioni. La presenza della frutta…
Dolcetti di forma romboidale all’aroma di noci e miele. Si sminuzzano col coltello le noci precedentemente mondate e si amalgamano con la farina e il miele. All’impasto viene aggiunta la scorza d’arancia tagliata a listarelle insieme ad un pizzico di pepe macinato. L’impasto viene poi lavorato e quindi tagliato a forma di piccoli rombi, cotti…
Una leggenda racconta che si abbatté su Gaeta una spaventosa carestia. I figli del Re non ebbero più di che sfamarsi. Una massaia, utilizzando i residui delle sue provviste, li avvolse, alla rinfusa, in una sfoglia di pasta improvvisata, che mise a cuocere sulla brace. Ne risultò qualcosa che si prestava ad essere divisa in…
Le Tisichelle sono ciambelle di colore giallognolo, così chiamate perché, dopo la cottura, presentano una superficie lucida e giallognola che fa chiaro riferimento al colore della pelle dei soggetti affetti da tisi, malattia molto diffusa nel XIX secolo. Si tratta di un “dolce dei poveri” preparato per accompagnare, a fine pasto, un buon bicchiere di…
Torrone di piccole dimensioni a pasta dura o morbida, ricoperto di ostia o da codetta di cioccolato, lavorato in numerosi modi differenti. Del Torroncino di Alvito se ne producono tre tipologie: “classico”, “pasta reale” e “croccantino”. Gli ingredienti base sono: mandorle, nocciole, cioccolato, zucchero caramellato, cioccolato fondente, miele, cannella, aromi naturali, glassa di fragola ed…
La Torta di ricotta è un celebre dolce della cucina laziale, sembra che la mangiassero già gli antichi romani, anche se alcuni ne attribuiscono la paternità alla cucina ebraica. La ricotta usata per la preparazione della Torta di ricotta di Sermoneta è scrupolosamente quella ricavata dagli ovini al pascolo nella zona dei Monti Lepini.
Nella tradizione pasquale dell’intera regione Lazio è particolarmente diffuso l’uso di preparare dolci pasquali che, a seconda della località, assumono una denominazione differente pur mantenendo pressappoco gli stessi ingredienti, variamente dosati. Si tratta di quelli che lo studioso Camporesi chiama “pani rituali”, ossia i pani delle grandi occasioni, ottenuti con gli stessi ingredienti del pane…
Si tratta del dolce tipico pasquale che secondo la tradizione si preparava a forma di bambola (la Pupa) per le femmine e a forma di ciambella (gliù Campanaro) per i maschi. Gli ingredienti per la preparazione sono: zucchero, farina, latte, uova, olio extravergine di oliva, semi di anice, sale, sambuca, vaniglia e lievito (o 20…
Biscotti secchi a forma di rombo, a base di mandorle intere e pezzetti di cioccolato fondente, friabili e gustosi. Si preparano con: farina tipo 00, zucchero, uova, burro, margarina, lievito, mandorle intere e gocce di cioccolato fondente.
I tozzetti sono i biscotti secchi a base di nocciole dei Monti Cimini più caratteristici e diffusi nella provincia di Viterbo. I maggiori centri di produzione corrispondono alle città con una maggiore estensione di noccioleti: Vallerano, Vignanello, Caprarola, Ronciglione e Vetralla, ma non mancano in tutti gli altri paesi della Provincia. Gli ingredienti, oltre alle…
Pane salato a base di anice dalla caratteristica forma a treccia. Nel corso della lavorazione sono previsti due cicli di lievitazione a temperatura ambiente. La Treccia all’anice presenta una consistenza più o meno morbida, crosta sottile di colore marrone chiaro, pasta interna bianca. Aroma tipico di anice.
Le tradizioni gastronomiche regionali tramandano diverse versioni dei Turchetti che, a seconda della zona di provenienza, venivano e vengono preparati in modo molto differente. L’antica ricetta laziale si rifà ad un mondo culinario in cui nulla veniva sprecato: in passato per la preparazione venivano utilizzati residui di biscotterie, torte e paste invendute. Il tutto veniva…
Piccole ciambelle dolci, piatte, dal classico colore bianco, preparate prevalentemente in casa. Si ofrono solitamente a fine pasto, accompagnate con vino, meglio se passito. Si preparano con albume d’uovo, zucchero, farina e anice. Poi, disposte su una teglia, si cuociono in forno a legna. Le Tusichelle sono tipiche delle festività natalizie. Si presentano particolarmente dure,…
Le uova stregate, censite presso una pasticceria artigianale di Arpino (FR), sono una rielaborazione di un’antica ricetta che risale al 1870 circa. La signora Maria Martino, che oggi le realizza presso la sua pasticceria, racconta che le uova stregate venivano preparate dalle monache Benedettine del Monastero di Santa Maria dei Franconi in Veroli esclusivamente nel…
Biscotti dolci di forma cilindrica e colore marrone chiaro, ottenuti dalla lavorazione di farina di grano tenero, uova, latte vaccino, burro e zucchero. Presentano la medesima forma dei savoiardi, da cui la denominazione, ma se ne diferenziano in quanto sono meno leggeri e friabili. Gli ingredienti vengono impastati manualmente in un contenitore. Dall’impasto ottenuto si…
La preparazione delle Zippole avviene tradizionalmente l’ultimo giorno dell’anno ma si trovano ancora presso le famiglie locali fino alla Befana. Un tempo, infatti, andavano a riempire le calze destinate ai bambini, insieme alla frutta secca. Altra antichissima tradizione di origine contadina, legata a questi dolci, riscoperta e valorizzata nei primi anni ottanta dalla Ludoteca Comunale,…
L’Abbuticchio è un involtino di trippa ovina (pecora adulta o agnello) che racchiude internamente un quarto di uovo sodo, pancetta stagionata o prosciutto crudo stagionato tagliati a dadini e un quadratino di formaggio pecorino; il tutto aromatizzato con varie spezie macinate: aglio, basilico, prezzemolo, rosmarino e peperoncino. L’involtino, ben legato con le budelline di agnello,…
Il carciofo, cotto alla brace, viene servito preferibilmente su una fetta di pane, che s’imbeve dell’olio di condimento residuo che cola dal carciofo stesso. A fine cottura, prima di essere servito, si eliminano le foglie esterne, di norma bruciate, in modo tale da scoprire la corona di foglie più interne, di cui si mordicchia la…
I Cavatelli vitorchianesi con il finocchietto selvatico sono un piatto povero delle tradizione culinaria di Vitorchiano, a base di spaghettoni morbidi fatti con acqua e farina, sugo al pomodoro, preparato con un soffritto di aglio intero o a pezzetti, olio extravergine di oliva, peperoncino, sale e “mappette”, ovvero ciuffi di fiore di finocchietto selvatico essiccati….
Il Ceciarello di Vejano è una versione “locale” della più comune pasta e fagioli, che a Vejano viene preparata da tempo immemorabile. Il nome “ceciarello” deriva dalla forma a piccoli ceci della pasta, appunto ‘ceciarelli’, impastata con acqua e farina di grano duro e bolliti nel brodo di fagioli. Si tratta di una gustosissima minestra…
La pasta si lavora con l’ausilio di una “spianatora”, dove si sistema la farina di grano e si versa l’acqua un pò alla volta, facendo dei movimenti rotatori con le dita per creare dei piccoli ‘pallocchi’, chiamati “frascategli”, che vengono man mano tolti e posti su un vassoio. Una volta ultimata l’operazione, si prepara l’acqua…
La ricetta della pasta alla Gricia ha origine nella frazione di Grisciano. Nel comune di Accumoli, che è l’ultimo avamposto laziale sulla via Salaria, l’antica via del sale, in direzione di Ascoli Piceno. La storia vuole che in questo territorio, i pastori in transumanza portassero nei loro zaini solo pochi ingredienti per soddisfare le proprie…
La padellaccia si tratta di un piatto fortemente legato alla tradizione contadina e soprattutto all’allevamento del maiale. Le succulenti rifilature e le parti meno pregiate ricavate dalla macellazione del maiale diventano i principali ingredienti di questo piatto povero. La padellaccia si prepara con i seguenti ritagli di maiale: petto rosicarelli, gola, diaframma, animella, rifilatura o…
La preparazione del Pane ammollo si concentra soprattutto nei mesi compresi tra marzo e agosto. Si tratta di un piatto fortemente legato alla tradizione contadina, in quanto preparato con prodotti poveri della terra. Il pane raffermo viene arricchito dall’aggiunta di verdure e legumi (fagioli, ceci, patate, verza, bietola, cicoria, radicchio selvatico ed altre erbette di…
La Parmigiana di palette di fico d’India è stata un supporto nutrizionale fondamentale per i ponzesi, specialmente in tempo di guerra, quando dalla terra ferma non arrivavano rifornimenti e materie prime. Gli abitanti dell’isola si inventarono così una cucina di necessità che datava la sua nascita dai tempi antichi. Le palette di fichi d’India sono le…
Piatto invernale, fortemente legato alla tradizione contadina: la Zuppa di Velletri ha come ingrediente principale il cavolo nero, chiamato localmente “cavoletto”, verdura autunno-vernina caratterizzata da foglie spesse e nervate di colore verde scuro, tendente al bluastro. Grazie al suo sapore intenso, il cavoletto nero si sposa bene con gli altri ingredienti: baccalà, patate, pomodorini, fette…
Zuppa tipica dei pescatori di Civitavecchia. Pulite, eviscerate, sciacquate e asciugate con molta cura tutti i tipi di pesce, tagliando i più grandi a pezzi grossolani e privando i polpetti della sacca interna e del becco; sciacquate le canocchie e pulite bene cozze e vongole, che farete aprire in due diverse padelle coperte, sgusciandone poi…
Ricordata negli antichi Statuti della città di Gaeta, la preparazione delle Alici marinate trova conferma in un lavoro del 1890, di Domenico Giordano, dal titolo “Ittiologia del Golfo di Gaeta” in cui si parla di “alice in bianco” riconducibile al colore che la carne di alici assume col passaggio in aceto e sale. La tecnica…
Il pescato del tratto di Mar Tirreno compreso tra le Isole di Ponza e Ventotene e la costa era considerato di grande pregio fin dall’antichità: trasportato nottetempo da corrieri a cavallo sull’Appia, apriva l’asta del pesce nella Roma imperiale. È tuttora rinomato grazie ad una cucina tipica legata al mare che è una delle principali…
L’Anguilla del Lago di Bolsena è già nota ai Romani per la sua bontà, tanto che Columella, agronomo romano del 50 d.C., autore del De Re Rustica, riferisce che nei laghi di Bolsena e Cimino (oggi Lago di Vico) si allevavano, tra i vari pesci, anche le anguille. Ma questo pesce raggiunge il massimo della…
La Calamita del Lago di Fondi è un pesce di taglia media (300-500 g), lungo normalmente dai 20 ai 30 cm; in casi particolari può raggiungere 60 cm. Vive bene nelle acque salmastre e in quelle dolci, da cui scende al mare nel periodo della riproduzione. Il corpo è slanciato, cilindrico, compresso nella parte caudale,…
Il Coregone del Lago di Bolsena (detto anche lavarello) appartiene alla famiglia Salmonidea, sottofamiglia, Coregoninae, genere Coregonus. Vive nelle acque dolci del Lago di Bolsena, presenta corpo slanciato, schiacciato, protetto da grosse squame cicloidi; testa piccola e bocca leggermente obliqua.
Nel Lago di Bracciano, fra le varie specie ittiche, è presente una popolazione di coregone appartenenti all’ordine Salmoniformes, famiglia Salmonidae, inserita nel più ampio gruppo dei Teleostei (pesci ossei) sottofamiglia Coregoninae, genere Coregonus e specie Coregonus lavaretus (Linnaeus, 1758).
Il Lattarino è un pesce autoctono del Lago di Bracciano. Anche se le prime testimonianze giunte a noi risalgono al 1836, abbiamo ragione di ritenere che le sue origini siano ben più remote. Si ha notizia della sua esistenza attraverso la raccolta delle memorie storiche dei paesi che si affacciano sul lago, raccolte da un…
Ormai rara e ricercata, la tellina è un bivalve dolce e delicato dal gusto inconfondibile, tanto che va condita poco per rispettarne le caratteristiche. La ristorazione locale ne ha fatto un simbolo dedicandole piatti famosi come la bruschetta con la tellina o gli spaghetti con le telline. Nel mese di settembre al Borghetto dei Pescatori…
La forte presenza di sorgenti, fiumi, torrenti e laghi fa di Rieti la provincia laziale più ricca di acque. Questo ha segnato profondamente, nel corso dei secoli, la sua economia, basti pensare alla pesca e all’acquacoltura, all’importanza delle sorgenti del Peschiera, di S. Susanna e delle Capore. La pesca della trota, in particolare, ha esercitato,…
Le uova di pesce spada dell’isola di Ponza sono conservate sott’olio e possono essere utilizzate come un gustoso ingrediente di molti piatti tradizionali: soprattutto come condimento sulla pasta; “A pezzell” ovvero uova di pesce spada sbriciolate, condite con olio, prezzemolo, uova, pepe; o condite con olio, sale, limone, pepe e peperoncino
Burrell’ (scamorza con burro all’interno) è un prodotto caseario a pasta filata che presenta la classica forma di una scamorza ma internamente è farcita con una noce di burro, ottenuto per affioramento della componente grassa (panna) del latte o del siero.
La produzione di formaggi a pasta filata è documentata dai testi di autori latini quali Plinio e Columella (“De Re Rustica” Libro VII 8) che, come riporta anche E. Savini in “I formaggi di pasta filata” del 1937, è un “formaggio premuto a mano…che…rappreso dentro il mastello mentre è intiepidito, si taglia e, sopra gettatisi…
Miele millefiori di bosco e sottobosco. Le essenze bottinate dalle api sono soprattutto erica, castagno, trifoglio (Alessandrino, Repens, Pratense), acacia, corbezzolo, sulla e lupinella, di cui l’ambiente di produzione è particolarmente ricco. Il prodotto presenta colore giallo più o meno chiaro, consistenza da liquido a cristallizzato a seconda delle essenze nettarifere maggiormente presenti e sapore…
Ma da alcuni anni alcuni piccoli apicoltori hanno riscoperto il miele monoflora di Santoreggia, ossia miele ottenuto dal nettare dei suoi fiori, bottinato dalle api tra luglio a settembre. Si tratta di una pianta erbacea originaria dell’Asia occidentale e diffusa nell’Europa meridionale. E’ presente in Italia, spontanea o naturalizzata, al Nord e al Centro, nelle…
Miele monoflora ottenuto dal nettare di fiori di Eucalyptus spp. Si presenta liquido o cristallizzato, coerentemente con il periodo stagionale della commercializzazione. Il colore va da ambrato chiaro ad ambrato scuro quando è liquido; tendenzialmente beige-grigiastro quando è cristallizzato. Il sapore è dolce e con un leggerissimo gusto salato. L’odore è di media intensità, netto…
Dalla trasformazione del latte di bufala in formaggi come la mozzarella, la caciottina e cacioricotta, si ottiene il siero, che i lattari locali utilizzano per la preparazione di ottime ricotte di bufala, non soltanto consumate fresche, ma anche sottoposte a processi di affumicatura, salatura e cottura al forno. Le ricotte di bufala presentano forma tronco-conica,…
Ricotta dolce ottenuta dal siero della lavorazione di latte ovino e caprino, con aggiunta di una minima percentuale di latte ovi-caprino al momento della coagulazione. Si presenta con una struttura grumosa, asciutta e compatta, pezzatura da 0,5 a 1 kg, forma tronco-conica, sapore dolce, mai salato.
La sua presenza storica nella produzione e nei mercati locali è plurisecolare e riscontrabile da documenti storici. La Ricotta secca è citata nell’Atlante dei Prodotti Tipici: “I Formaggi”, redatto dall’Istituto Nazionale di Sociologia Rurale (1991), anche se si fa riferimento solo alla ricotta secca prodotta in provincia di Rieti.
La ricotta veniva mangiata prevalentemente dai pecorai, che rivendevano per necessità il più ricercato formaggio e lasciavano per casa la meno pregiata ricotta. Fu chiamata, pertanto, “il formaggio dei poveri”. Oggi è considerata un alimento ottimo per i bambini e per gli adulti sia per la sua composizione nutrizionale che per la sua facile digeribilità,…
Il Lazio è un territorio ricco di tradizioni enogastronomiche. Senza dubbio le più conosciute sono quelle che gravitano attorno a Roma , per ovvi motivi, però lungo tutta la regione è possibile trovare prodotti tipici di eccellenza e di squisita bontà. Uno tra tutti l’ olio extra vergine di oliva . La coltivazione dell’ulivo ha origini molto antiche nella zona, già decantate negli scritti di Catone, Orazio e Columella. Quattro le denominazioni della regione: Tuscia DOP , nel viterbese, un fruttato medio con note piccanti, il Sabina DOP , più dolce e vellutato, il Canino DOP , fruttato con un sapore deciso e intenso e il Colline Pontine DOP, nella provincia di Latina, fruttato e fresco.
Tipica della zona dei Castelli Romani è invece la famosa quanto deliziosa porchetta d’Ariccia. La porchetta è un’altra grande specialità a base di maiale da latte cotto intero allo spiedo, diffusa un po’ in tutto il centro Italia ma ad Ariccia trova una delle sue versioni più famose.
In tutto il Lazio si possono trovare ottimi formaggi come il pecorino romano, la ricotta romana, la mozzarella di bufala e la marzolina. Il pecorino romano ottimo anche da solo, viene utilizzato molto spesso grattugiato su molti piatti e il 1° Maggio è tradizione mangiarlo insieme alle fave fresche. Per fortuna nell’ultimo periodo stanno diventando famosi altri formaggi lasciati un pò nel dimenticatoio. Legati infatti alle più antiche tradizioni pastorizie sono il Conciato di San Vittore, il Pecorino del Picinisco DOP e la Steccata di Morolo. Non va dimenticata l’importante produzione di Mozzarella di Bufala Campana DOP nel territorio del basso Lazio, al confine con la Campania.
Tra i prodotti tipici del Lazio in questo ambito trovaiamo il famoso carciofo romanesco IGP: famosissima la ricetta dei carciofi alla Giudia, una doppia frittura abbastanza elaborata, oppure quelli alla romanesca, ripieni di pangrattato e erbe aromatiche. Il carciofo romanesco IGP è detto anche “mammola”: è grosso e con il capolino quasi rotondo, ha poco scarto ed è il più adatto per essere cucinato ripieno. Merita di essere citata la cicoria (utilizzata molto nei piatti delle trattorie, soffritta con aglio, olio e peperocino), ma anche le famose puntarelle e le olive da tavola.
E i kiwi di Latina IGP? Una tradizione agricola recente quanto importante è la coltivazione del Kiwi Latina IGP, che si è sviluppata a partire dagli anni ’70. Oggi la zona di produzione è la più importante in Italia e riconosciuta a livello internazionale. Altra verdura tipica della cucina romana è il broccolo romanesco o broccolo verde. Sui banchi del mercato si fa notare per il suo colore verde e la sua curiosa forma a punta. In estate fanno la loro comparsa le zucchine romanesche, di color verde chiaro e dal fiore turgido attaccato alla cima.
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