LA SACRA BIBBIA Versione Ufficiale CEI
Il Libro del Siracide (greco Σοφία Σειράχ, sofía seirách, “sapienza di Sirach“; latino Siracides) o più raramente Ecclesiastico (da non confondere con l’Ecclesiaste o Qoelet) è un testo contenuto nella Bibbia cattolica (Settanta e Vulgata) ma non accolto nella Bibbia ebraica (Tanakh). Come gli altri libri deuterocanonici è considerato ispirato solo nella tradizione cattolica e ortodossa, mentre è escluso dal canone ebraico e protestante perché considerato apocrifo.
SIRACIDE 9 : RAPPORTO CON LE DONNE
[1] Non essere geloso della sposa amata,
per non inculcarle malizia a tuo danno.
[2] Non dare l’anima tua alla tua donna,
sì che essa s’imponga sulla tua forza.
[3] Non incontrarti con una donna cortigiana,
che non abbia a cadere nei suoi lacci.
(note 9.3) Il testo greco non fa riferimento né alla donna “cortigiana” né alla donna “licenziosa” ma alla “etera”. Nella società greca c’erano donne che, oltre a prestazioni sessuali, offrivano compagnia e con cui i clienti avevano spesso relazioni prolungate. Per lo più ex-schiave o straniere, erano colte, libere e potevano gestire i propri averi; al contrario delle donne comuni, potevano avere una vita pubblica, coltivare libere frequentazioni e prender parte ai simposi maschili. Spesso esercitavano un influsso di rielievo sui personaggi frequentati. “Nei suoi lacci” è una probabile allusione a Dt 22,28
[4] Non frequentare una cantante,
per non esser preso dalle sue moine.
[5] Non fissare il tuo sguardo su una vergine,
per non essere coinvolto nei suoi castighi.
[6] Non dare l’anima tua alle prostitute,
per non perderci il patrimonio.
[7] Non curiosare nelle vie della città,
non aggirarti nei suoi luoghi solitari.
[8] Distogli l’occhio da una donna bella,
non fissare una bellezza che non ti appartiene.
Per la bellezza di una donna molti sono periti;
per essa l’amore brucia come fuoco.
[9] Non sederti mai accanto a una donna sposata,
non frequentarla per bere insieme con lei
perché il tuo cuore non si innamori di lei
e per la tua passione tu non scivoli nella rovina.
ALCUNE RELAZIONI SOCIALI
[10] Non abbandonare un vecchio amico,
perché quello recente non è uguale a lui.
Vino nuovo, amico nuovo;
quando sarà invecchiato, lo berrai con piacere.
[11] Non invidiare la gloria del peccatore,
perché non sai quale sarà la sua fine.
[12] Non compiacerti del benessere degli empi,
ricòrdati che non giungeranno agli inferi impuniti.
[13] Tieniti lontano dall’uomo che ha il potere di uccidere
e non sperimenterai il timore della morte.
Se l’avvicini, stà attento a non sbagliare
perché egli non ti tolga la vita;
sappi che cammini in mezzo ai lacci
e ti muovi sull’orlo delle mura cittadine.
[14] Rispondi come puoi al prossimo
e consìgliati con i saggi.
[15] Conversa con uomini assennati
e ogni tuo colloquio sia sulle leggi dell’Altissimo.
[16] Tuoi commensali siano gli uomini giusti,
il tuo vanto sia nel timore del Signore.
[17] Un lavoro per mano di esperti viene lodato,
ma il capo del popolo è saggio per il parlare.
[18] Un uomo linguacciuto è il terrore della sua città,
chi non sa controllar le parole sarà detestato.
È stato scritto originariamente in ebraico a Gerusalemme attorno al 180 a.C. da “Gesù (o Giosuè) figlio di Sirach”, poi tradotto in greco dal nipote poco dopo il 132 a.C. È l’unico testo dell’Antico Testamento del quale è possibile identificare con certezza l’autore.
È composto da 51 capitoli con vari detti di genere sapienziale, sintesi della religione ebraica tradizionale e della sapienza comune.
L’autore, Yehoshua ben Sira (tradotto “Gesù figlio di Sirach”, da qui il nome del libro “Siracide”), era un giudeo di Gerusalemme; avrebbe scritto il libro circa nel 196 a.C.-175 a.C