LA SACRA BIBBIA Versione Ufficiale CEI
Il Libro del Siracide (greco Σοφία Σειράχ, sofía seirách, “sapienza di Sirach“; latino Siracides) o più raramente Ecclesiastico (da non confondere con l’Ecclesiaste o Qoelet) è un testo contenuto nella Bibbia cattolica (Settanta e Vulgata) ma non accolto nella Bibbia ebraica (Tanakh). Come gli altri libri deuterocanonici è considerato ispirato solo nella tradizione cattolica e ortodossa, mentre è escluso dal canone ebraico e protestante perché considerato apocrifo.
SIRACIDE 3 : IL DOVERE DI ONORARE I GENITORI
[1] Figli, ascoltatemi, sono vostro padre;
agite in modo da essere salvati.
[2] Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli,
ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
[3] Chi onora il padre espia i peccati;
[4] chi riverisce la madre è come chi accumula tesori.
[5] Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
[6] Chi riverisce il padre vivrà a lungo;
chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre.
[7] Chi teme il Signore rispetta il padre
e serve come padroni i genitori.
[8] Onora tuo padre a fatti e a parole,
perché scenda su di te la sua benedizione.
[9] La benedizione del padre consolida le case dei figli,
la maledizione della madre ne scalza le fondamenta.
[10] Non vantarti del disonore di tuo padre,
perché il disonore del padre non è gloria per te;
[11] la gloria di un uomo dipende dall’onore del padre,
vergogna per i figli è una madre nel disonore.
[12] Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
[13] Anche se perdesse il senno, compatiscilo
e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore.
[14] Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata,
ti sarà computata a sconto dei peccati.
[15] Nel giorno della tua tribolazione Dio si ricorderà di te;
come fa il calore sulla brina, si scioglieranno i tuoi peccati.
[16] Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore,
chi insulta la madre è maledetto dal Signore.
Umiltà, mitezza e presunzione
[17] Figlio, nella tua attività sii modesto,
sarai amato dall’uomo gradito a Dio.
[18] Quanto più sei grande, tanto più umìliati;
così troverai grazia davanti al Signore;
[19] perché grande è la potenza del Signore
[20] e dagli umili egli è glorificato.
[21] Non cercare le cose troppo difficili per te,
non indagare le cose per te troppo grandi.
[22] Bada a quello che ti è stato comandato,
poiché tu non devi occuparti delle cose misteriose.
[23] Non sforzarti in ciò che trascende le tue capacità,
poiché ti è stato mostrato
più di quanto comprende un’intelligenza umana.
[24] Molti ha fatto smarrire la loro presunzione,
una misera illusione ha fuorviato i loro pensieri.
[25] Un cuore ostinato alla fine cadrà nel male;
chi ama il pericolo in esso si perderà.
[26] Un cuore ostinato sarà oppresso da affanni,
il peccatore aggiungerà peccato a peccato.
[27] La sventura non guarisce il superbo,
perché la pianta del male si è radicata in lui.
[28] Una mente saggia medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
Il dovere dell’elemosina
[29] L’acqua spegne un fuoco acceso,
l’elemosina espia i peccati.
[30] Chi ricambia il bene provvede all’avvenire,
al momento della sua caduta troverà un sostegno.
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Il saggio maestro, considerato come un Padre, inizia qui una serie di esortazione ai discepoli. La prima (vv.1-6) riguarda la sofferenza che inevitabilmente attende il giusto. Diversamente dall’antica dottrina sapienzale, il dolore non è una punizione, ma un banco di prova per la Fede, anzi proprio esso segna il discrimine tra l’uomo incostante (vv.12-14) e colui che vive di Fede (vv.15-18). Dio è immutabile nella sua misericordia, che riserva ai giusti (v.14). Essa è fatta di felicità eterna, perdono dei peccati e salvezza nella tribolazione (vv.7-11)