La frutta antica è anche argomento di numerosi progetti didattici maturati in ambito scolastico, nonché di molti convegni sulla biodiversità tanto che, non mancano occasioni per sollevare il problema della salvaguardia di questo prezioso materiale genetico attraverso mostre mercato.
L’iniziativa dell’associazione “Patriarchi della Natura” di Pennabilli, in provincia di Rimini, ha reso possibile raggruppare per la prima volta in Italia, in un unico luogo, i frutti dimenticati a rischio di estinzione e quelli dei più importanti patriarchi fruttiferi. Sono state presentate ben oltre 400 varietà di frutti antichi, semi di cereali e legumi. Per il Mezzogiorno può far testo l’esperienza realizzata in un comune del Brindisino, ove l’”Associazione Pomona” ha realizzato un conservatorio botanico che colleziona diverse decine di varietà di fico.
Altre esperienze vedono coinvolte le stesse scuole e, in primo luogo, gli istituti agrari: quelli di Persolino (Faenza), di Reggio Emilia e di Parma conservano, in terreni adiacenti la scuola, antiche varietà fruttifere i cui frutti vengono esposti in occasione di mostre, come quelle di Guastalla, Lucca e Paderna. Gran parte della diversità frutticola tradizionale è quella che si conserva in campo o in un’azienda agricola in cui si continuano a produrre questi beni, mentre per quanto riguarda la conservazione ex situ essa è il risultato dell’impegno di Istituzioni come il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MiPAAF), il Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in agricoltura (CRA), il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), le varie agenzie regionali di sviluppo agricolo, le aree protette etc.
Lo stesso CRA ha predisposto campi sperimentali in cui conservare anche le varietà fruttifere, come la grande collezione allestita presso il Centro di ricerca per la frutticoltura (CRA-FRU) di Fioranello a Roma. A livello regionale sono numerosi i campi catalogo in cui sono stati messi a dimora i fruttiferi, come ad esempio il vivaio di Cerreta vicino a Poppi (AR), dove si trovano innesti di vecchie cultivar fruttifere del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Nell’Emilia Romagna c’é l’Orto dei Frutti Dimenticati di Pennabilli, in cui è possibile osservare diverse varietà di pere, mele, ciliegie e uve rare, oltre a manufatti artistici del Maestro Tonino Guerra.
Tra i centri universitari impegnati sul fronte della ricerca e della sperimentazione si annovera l’Università del Salento che svolge un’azione di sensibilizzazione verso i contadini per il recupero di frutti antichi conservati all’interno degli orti botanici.
Sul piano della letteratura, invece, sono da citare due importanti lavori: il primo è l’Elenco delle cultivar autoctone italiane (a cura di Agabbio, 1994), portata a termine dal CNR (Istituto per la Fisiologia della Maturazione e della Conservazione del Frutto delle Specie Arboree Mediterranee – IMFPP), con il primo censimento a dimensione nazionale delle “antiche e vecchie cultivar superstiti dal tumultuoso aggiornamento varietale” (come scrive Baldini nella presentazione). Per la ricerca si è utilizzata la rete di istituzioni scientifiche del CNR e di ricerca universitaria (Istituti di coltivazioni arboree di Catania, Torino e Istituto Sperimentale per l’Agrumicoltura di Acireale), con lo scopo di illustrare le specie da frutto ed effettuare una prima ricognizione della diversità frutticola italiana ancora disponibile e conservata presso istituzioni universitarie, quali orti botanici o campi sperimentali.
La seconda pubblicazione, degna di menzione, è lo Stato della Biodiversità in Italia (Blasi et al., 2005) del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che tratta tutta la biodiversità (faunistica, floristica, vegetale, forestale ecc.) in un’aggiornata ricognizione del materiale disponibile tenendo ben in conto il contributo del progetto “Risorse Genetiche Vegetali” finanziato dal MiPAAF, attuato in collaborazione con numerosi enti scientifici del settore frutticolo. Attualmente il dato ufficiale sul germoplasma frutticolo presente ancora in Italia arriva dal CRA-FRU: si tratta di 21.843 accessioni che si conservano presso 15 centri. Sono ancora da approfondire le nuove tecniche che puntano alla conservazione del DNA o del polline.
Fonte @ISPRA Quaderni Natura e Biodiversità – Frutti dimenticati e biodiversità recupera
1.4 L’Agrobiodiversità – ViVi Green
SARDEGNA Vite Selvatica – ViVi Green
SICILIA Uva di Corinto – ViVi Green
Il frutto antico, degno di nota, è un vitigno conosciuto come uva di Corinto. È un vitigno bianco, legato alla provincia di Catania e in particolare al comune di Belpasso, dove è stato ritrovato dal ricercatore Alfio Bruno, membro dell’Associazione Patriarchi della Natura. Si tratta di un’uva antichissima ritenuta estinta dagli esperti già da secoli.
CALABRIA Arancia di Trebisacce – ViVi Green
BASILICATA Arancia staccia – ViVi Green
CAMPANIA Pera Lardara – ViVi Green
LAZIO Uva pergolese di Tivoli – ViVi Green
MOLISE Mela Limoncella – ViVi Green
In questa regione si può raccogliere una testimonianza della diversità della melicoltura storica italiana e in particolare di quella che caratterizzava le aree interne dalle Marche alla Puglia. La mela in questione è la Limoncella tipica del Molise.
ABRUZZO Pera trentatré – ViVi Green
MARCHE Mela Uncino – ViVi Green
UMBRIA Olivo di Trevi – ViVi Green
Olivo millenario che vegeta nel comune di Trevi in provincia di Perugia, località Bovara. Questa pianta è conosciuta anche come Olivo del Vescovo od Olivo di Sant’Emiliano, a memoria del martire che la leggenda racconta sia stato legato al suo tronco e poi ucciso, nel 303 d.C..
TOSCANA Uva Vecchia – ViVi Green
VENETO Pero festaro – ViVi Green
FRIULI VENEZIA GIULIA Pero da Sidro – ViVi Green
Varietà di pera molto antica, prodotta da grandi alberi dalla chioma voluminosa, coltivati vicino alle case dei contadini friulani, ove ancor oggi se ne possono trovare diversi esemplari. Presso la stazione ferroviaria di Camporosso, in provincia di Udine, la strada è fiancheggiata da peri secolari di dimensioni ragguardevoli che ne fanno un bellissimo viale
Trentino Alto Adige Vite di Prissiano – ViVi Green
VALLE d’AOSTA Vite di Farys – ViVi Green
LIGURIA Olivo di Sanremo – ViVi Green
Questo olivo antichissimo si trova in provincia di Imperia nel comune di Sanremo in località il Poggio, presso Villa Minerva. Si tratta di un esemplare unico sia per le sue grandi dimensioni che per l’età; è fra i più vecchi della Liguria ed è caratterizzato da un’antica ceppaia da cui si dipartono due grandi tronchi.
LOMBARDIA Fico brianzolo bianco – ViVi Green
PIEMONTE Castagno di Mindino – ViVi Green
2.0 Testimonianze di frutti antichi nelle regioni italiane – ViVi Green
1.9 I frutti antichi. Le conoscenze disponibili: stato dell’arte in Italia – ViVi Green
La frutta antica è anche argomento di numerosi progetti didattici maturati in ambito scolastico, nonché di molti convegni sulla biodiversità tanto che, non mancano occasioni per sollevare il problema della salvaguardia di questo prezioso materiale genetico attraverso mostre mercato.
1.8 I frutti antichi e il paesaggio – ViVi Green
1.7 I frutti antichi e i cambiamenti climatici – ViVi Green
1.6 I frutti antichi, risorse per un’agricoltura sostenibile – ViVi Green
1.5 La coltura promiscua, la base strutturale della diversità frutticola – ViVi Green
La coltura promiscua, base strutturale della diversità frutticola, sta a indicare la presenza di più specie nella stessa unità colturale, struttura tipica delle agricolture tradizionali. A partire dal periodo dell’anteguerra si può notare come la coltura promiscua ceda il posto in breve tempo alle cosiddette colture specializzate con progressione quasi matematica